Il 18 novembre 2024 è stato siglato dai sindacati delle imprese e dei lavoratori e lavoratrici dei settori della Comunicazione e Telecomunicazioni il rinnovo del CCNL della Comunicazione.
Il rinnovo contiene un’innovativa sezione speciale per l’impresa digitale: si tratta di un’innovazione che raccoglie alcuni degli spunti emersi negli ultimi 5 anni e può dare inizio ad un percorso volto a portare il mercato del lavoro italiano (e un domani europeo) nel futuro. Vediamo come.
Genesi e motivazioni del nuovo strumento
La genesi di questo nuovo strumento è stata lenta e complicata, data la difficoltà di trovare attori pronti a rappresentare un nuovo settore e a consolidare un gruppo crescente di startup, aziende tech e profili professionali che sperimentano ormai da anni prassi di lavoro asincrono, distribuito e mediato da piattaforme.
Si tratta quindi di un primo risultato che potrà essere migliorato ed esteso ad altri settori, soprattutto se innescherà, come sarebbe auspicabile, un dibattito serio e interventi normativi di semplificazione e stimolo alla trasformazione dei modelli organizzativi delle aziende e delle filiere di appalto nel settore pubblico e privato.
D’altronde la scarsa produttività, competitività e qualità del lavoro in segmenti importanti del nostro mercato del lavoro, innanzitutto a causa di una diffusa insufficiente innovazione, insieme alla faticosa digitalizzazione, alla fuoriuscita di talenti e imprenditori, alla questione demografica e al prossimo arrivo di GenAi, richiedono adattamenti strutturali al nostro mercato del lavoro.
I principi e le caratteristiche del contratto
Il contratto per le imprese digitali è quindi un primo tentativo di conciliare in modo innovativo, ma in linea con i valori europei e con la normativa giuslavoristica, i temi della produttività, dell’attenzione alle competenze e dell’impatto sociale, così da affrontare in modo nuovo la transizione digitale, ambientale e demografica in corso.
Questi temi sono affrontati introducendo alcuni principi completamente innovativi e trasformativi di cui vale la pena sottolineare brevemente le caratteristiche:
Flexstability
Il lavoro si basa principalmente sul contratto subordinato a tempo indeterminato, ma l’azienda può concordare e favorire lo spostamento di lavoratori e lavoratrici su diversi progetti a seconda delle proposte operative e di formazione delle piattaforme, favorendo il raggiungimento degli obiettivi, l’evoluzione continua delle competenze e il coinvolgimento di una comunità distribuita e interconnessa.
Management algoritmico
Le regole del lavoro sono scritte negli algoritmi, e concordate con le parti sociali, così da costruire una struttura di incentivi che aiuti l’organizzazione a bilanciare in modo virtuoso le esigenze di produttività, formazione e innovazione.
Libertà nel lavoro
Il lavoratore non ha vincoli di tempo, spazio e ruolo, salvo che li concordi individualmente o collettivamente con l’azienda, e può definire il proprio impegno, anche tenendo conto delle proprie necessità individuali, grazie ad una puntuale informazione delle piattaforme su opportunità formative, necessità produttive e di innovazione
Semplificazione
Tutte le comunicazioni avvengono in piattaforma e da queste potranno derivare informazioni sulla retribuzione, su decontribuzioni, welfare, previsioni di sicurezza, evitando compilazioni di formulari, moduli, verbali e processi aggiuntivi
Rendimento
Il bonus o premio di produttività, fatta salva la retribuzione base, potrà oscillare a seconda del valore della partecipazione ai progetti e in base agli obiettivi assegnati che lavoratori e lavoratrici avranno formalmente accettato e contribuito a definire.
Innovazione continua
Il personale potrà caricare in piattaforma i dati sulle proprie attività, in modo da allenare l’AI e automatizzare attività ripetitive, e distribuire la conoscenza, liberando energia e tempo per la ricerca e sviluppo di nuovi modelli, dati, attività e conoscenze
L’impresa digitale come intreccio fra contratto e piattaforme
I principi di cui sopra puntano quindi a creare delle regole del gioco che consentano un migliore utilizzo del capitale umano, della tecnologia digitale e di GenAi, così da favorire un percorso virtuoso nel rapporto fra uomo e macchine e allo stesso tempo migliorare l’organizzazione in termini di innovazione, formazione continua, efficienza, equità e soddisfazione.
Questo grazie a una serie di “proprietà specifiche” dell’impresa digitale a piattaforma che consente di:
- Combinare meglio le più moderne e solide tutele al personale con le esigenze di flessibilità e rapidità del business e dell’innovazione tecnologica, senza che questi aspetti confliggano o invadano i rispettivi ambiti.
- Costruire nell’organizzazione una gestione logico/matematico/algoritmica oggettiva e precisa, evitando il consolidarsi di colli di bottiglia e interessi di posizione contrari agli obiettivi aziendali e all’innovazione continua.
- Misurare in modo preciso e informato il rapporto fra la spesa per il personale e il valore creato.
- Ridurre il peso del tempo e dello spazio nell’esperienza di lavoro focalizzando l’attenzione invece su competenze e obiettivi.
- Definire in modo preciso la ripartizione del focus del personale su attività operative, di innovazione e di formazione continua.
- Avvicinare lo status di lavoratori dipendenti, autonomi e di filiera evitando discriminazioni.
Punti da migliorare
Ci sono poi alcuni punti che sono stati intensamente discussi, su cui si dovrà sperimentare e migliorare la normativa vigente:
- l’attenuamento del ruolo di spazi, tempi, livelli, mansioni, e ruoli nel determinare la retribuzione nel tutelare i lavoratori, affiancandoli con una lettura dei dati di competenze, obiettivi e attività più precisa, aggiornata e flessibile
- la gestione del sistema di obiettivi tramite un processo di coinvolgimento collettivo di tutti gli attori dell’organizzazione
- la struttura e limiti delle piattaforme nell’informare e governare i rapporti di lavoro anche tra diverse aziende
Su questi punti tramite commissioni tecniche di esperti di settore introdotti ci si propone di accompagnare le sperimentazioni aziendali verso gli opportuni interventi normativi. Non avrebbe infatti molto senso immaginare un’impresa digitale che per sua natura raccoglie ed utilizza i dati in modo preciso, oggettivo e distribuito senza poi applicarli sulle variabili economiche e organizzative che più impattano sulla motivazione del personale e sui risultati delle organizzazioni e del mercato del lavoro.
Gli ambiti di applicazione futuri
I settori su cui sarà possibile sperimentare questa logica sono in prima battuta quelli delle Telecomunicazioni, della Comunicazione e dell’Informatica. Settori in cerca di modernità e continuamente esposti al cambiamento di tecnologie e modelli di business.
Il digitale e le piattaforme rappresentano però un’evoluzione che rimodula i confini dei settori e dei ruoli, e che non si può limitare a singoli settori o all’applicazione di accordi individuali di smart working o di forme di telelavoro a giorni alterni.
Il modello delle imprese digitali a piattaforma può infatti essere decisivo per gestire le sfide del lavoro in molti altri settori, come la sanità, l’industria, la pubblica amministrazione, l’istruzione o la ricerca.
Dal mercato del lavoro la leva per la ripresa economica e sociale
Il mercato del lavoro deve modernizzarsi per essere efficiente ed evitare involuzioni verso forme di iper regolazione, delocalizzazioni, protezionismo o tariffe, ma invece deve trovare nuove forme di creazione di valore per ripagare gli investimenti e produrre servizi e prodotti in modo competitivo.
Questo è ancora più vero all’interno di un sistema istituzionale complesso e burocratico in cui la tutela del consumatore, dei lavoratori e dell’ambiente sono condizioni a cui non possiamo derogare.
Se vogliamo attrarre giovani talenti da tutto il mondo con cui creare innovazione, organizzazioni competitive e una società proiettata verso il futuro dobbiamo metterli nelle condizioni di sfruttare al meglio il loro talento in un ambiente moderno, collaborativo, inclusivo, etico e di qualità.
È infatti spesso la resistenza delle attuali legacy organizzative, tecnologiche e legislative a causare vincoli all’innovazione e all’attrazione di talenti in grado di generare cambiamento e approfittare delle opportunità del futuro.
Superare le “trappole” organizzative e di regolazione
L’alta informalità, la disuguaglianza, la scarsità di competenze nel mercato del lavoro e l’immobilismo dei grandi apparati amministrativi e legislativi non derivano infatti solo da pochi finanziamenti e alta tassazione, ma da particolari “trappole” organizzative e di regolazione che il modello delle imprese digitali si propone di evidenziare e attenuare.
E ancora più la scarsa disponibilità di risorse finanziarie e di competenze tecniche sono una ragione per utilizzarle in modo “scientifico”, digitalizzando in modo consapevole il mercato del lavoro, così da reagire tempestivamente ai cambiamenti sociali e tecnologici in corso.
Servirà un ulteriore salto in avanti manageriale, sindacale, accademico e politico per procedere in questa direzione, ma un primo passo avanti da parte dei sindacati delle aziende e dei lavoratori è stato fatto.
Ora è il caso di accelerare.