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Social media e identità: il valore del corpo oltre gli stereotipi



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I social media modellano la percezione di noi stessi e del nostro corpo, diffondendo spesso standard irraggiungibili. Tuttavia, un cambiamento positivo è possibile grazie a nuove generazioni e brand che promuovono l’autenticità e l’inclusività

Pubblicato il 24 dic 2024

Sara Verrecchia

Formatrice per Social Warning, Movimento Etico Digitale, formatrice e consulente per la diversity e inclusion



social media (1)

I social media hanno rivoluzionato il nostro modo di vivere e di percepirci, influenzando profondamente l’immagine che abbiamo di noi stessi, del nostro corpo e del nostro valore personale.

Trascorrendo ore ogni giorno immersi in contenuti curati e selezionati, rischiamo di confondere la realtà con una rappresentazione idealizzata.

Stereotipi, trend virali e standard irraggiungibili possono condizionare il nostro rapporto con il corpo e con gli altri. Tuttavia, un cambio di rotta è possibile: nuove generazioni e brand stanno sfidando queste narrazioni, promuovendo un approccio più autentico e inclusivo.

Fonti di influenza nell’era digitale

Secondo il modello tripartito dell’influenza sociale (Roberts, S. R., Maheus, A. J., Hunt, R. A., Ladd, B. A., & Bradley, S. C.,2022), esistono tre principali fonti di influenza: i genitori, i coetanei e i media. Considerando che trascorriamo in media circa 2 ore e mezzo al giorno sui social (Global Digital Report 2024 – We Are Social e Meltwater), è evidente che questi rappresentino oggi il media con il maggior impatto sul nostro senso di identità.

L’illusione della realtà nei social

I social, per loro natura, sono progettati per essere sempre più immersivi, spingendo gli utenti a trascorrere molto tempo sulle piattaforme. Questo funzionamento, però, può portare a forme di isolamento. Inoltre, la realtà in cui ci immergiamo è inevitabilmente parziale: gli utenti condividono solo una selezione ristretta della loro quotidianità, lasciando fuori tutto ciò che non rientra nell’immagine che vogliono mostrare.

La pericolosità dei trend virali

Un altro aspetto critico dei social è il meccanismo dei trend e della loro viralità, che può diventare particolarmente pericoloso quando viene associato al concetto di identità personale. I trend perpetuano stereotipi chiari e alimentano una logica binaria di appartenenza: “dentro o fuori”. Nessuno vuole sentirsi escluso, specialmente all’interno di una comunità, virtuale o meno.

Quando i trend riguardano il corpo, il rischio aumenta. Promuovere stereotipi legati a specifici modelli fisici – che siano il corpo magro, tonico, muscoloso o in stile Kardashian – significa sovraccaricare il corpo di un valore che non gli appartiene. Il messaggio implicito diventa:

“Io valgo → se il mio corpo rientra nel modello → sono accettata dalla società.”

Il valore del corpo oltre gli stereotipi

A questo punto dovremmo porci una domanda fondamentale: il nostro valore come persone dipende davvero dal nostro corpo?

La rivoluzione della generazione Z

Con l’arrivo della Gen Z, le narrazioni relative al corpo sui social si sono evolute. I giovani hanno iniziato a sfidare gli stereotipi, chiedendo rappresentazioni più autentiche e costruendo una narrazione che valorizzi la pluralità dei corpi e l’individualità di ciascuno. Questo cambiamento ha avuto un impatto anche sul mercato: oggi i consumatori chiedono ai brand di raccontare storie autentiche, abbandonando le narrazioni stereotipate e promuovendo i valori di diversity e inclusion.

Strategie di consapevolezza digitale

È essenziale imparare a riconoscere e schivare le insidie dei social. Dobbiamo sviluppare una maggiore consapevolezza, comprendendo che ciò che vediamo online è spesso parziale o artefatto e, in molti casi, non corrisponde alla realtà.

Possiamo iniziare selezionando con attenzione le persone e i contenuti che facciamo entrare nella nostra quotidianità, proprio come facciamo nella vita reale. È importante decidere chi merita di influenzarci, distinguendo chi ci trasmette positività da chi, invece, non lo fa.

La divulgazione inoltre gioca un ruolo chiave. Fino a pochi anni fa, mancavano spazi e figure competenti che parlassero di disturbi del comportamento alimentare (DCA) o di temi legati al corpo. Oggi, grazie ai social, attiviste, attivisti e associazioni, possono diffondere i loro messaggi con maggiore forza, offrendo supporto concreto a chi ne ha bisogno.

I social media come strumento di crescita

Un obiettivo fondamentale è quello di creare spazi digitali in cui le persone possano riconoscersi nelle storie raccontate o, a loro volta, raccontare le proprie. Questi spazi non solo favoriscono la connessione, ma promuovono una narrazione più inclusiva e autentica.

Viviamo in un mondo in cui i social media possono essere una trappola o uno strumento di crescita, a seconda di come li utilizziamo. È fondamentale sviluppare una consapevolezza critica, siamo noi a decidere come influenzare e arricchire la nostra esperienza digitale, trasformandola in uno strumento di connessione e crescita personale.

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