Monitorare e controllare l’ossigeno nello spazio di testa delle bottiglie di vino è oggi fondamentale per preservarne la qualità, garantire la soddisfazione dei consumatori e allungarne la shelf-life.
La presenza di ossigeno può infatti alterare gusto, aroma e colore, compromettendo l’esperienza sensoriale e riducendo la durata del prodotto. In un contesto in cui i consumatori richiedono sempre più trasparenza e sostenibilità, l’adozione di tecnologie innovative come la spettroscopia laser diventa cruciale.
Questa tecnologia non solo migliora i controlli di qualità in linea, permettendo di monitorare in modo continuo e affidabile la produzione, ma rafforza anche la fiducia del mercato nei confronti dei produttori di vino che pongono al centro qualità e autenticità. Attraverso soluzioni precise e non invasive, le aziende possono garantire che ogni bottiglia rispecchi le aspettative più elevate.
L’importanza di monitorare l’ossigeno
Durante il processo di imbottigliamento, l’ossigeno presente nello spazio di testa deve essere a concentrazioni più basse possibili per evitare impatti negativi su gusto, aroma e shelf-life. In particolare, si verifica la variazione dell’aroma e l’imbrunimento e la modificazione del colore come conseguenza dell’ossidazione dei fenoli. Il contenuto totale di ossigeno all’interno di una bottiglia viene definito TPO (Total Package Oxygen). Corrisponde alla somma dell’ossigeno disciolto nel vino (Dissolved Oxygen – DO) e di quello presente in fase gassosa nel volume dello spazio di testa tra il tappo ed il livello del vino (Head Space Oxygen – HSO). TPO = DO + HSO.
Verificare la quantità di ossigeno nello spazio di testa della bottiglia (HSO) subito dopo la tappatura è quindi fondamentale perché l’ossigeno gassoso presente nello spazio di testa inizia progressivamente a dissolversi nel vino e, questo processo di dissoluzione, continuerà durante tutta la fase di post-imbottigliamento andando ad incidere notevolmente sulla shelf-life anche di quei vini che presentavano valori di partenza di DO molto bassi. A tal proposito, le aziende vitivinicole adottano procedure di inertizzazione, utilizzando gas inerti come azoto o argon, o pompe a vuoto per proteggere la qualità del vino durante il processo di tappatura. Ciò nonostante, verificare l’efficacia di questi processi su ciascuna bottiglia si prefigura spesso come un obiettivo praticamente impossibile da raggiungere sul 100% della produzione.
La spettroscopia laser: una soluzione innovativa
In quest’ottica, la spettroscopia laser rappresenta una svolta significativa per il monitoraggio dell’ossigeno nello spazio di testa delle bottiglie di vino post-tappatura. Questa tecnologia sfrutta una proprietà fisica peculiare di alcune molecole gassose: la capacità di assorbire la luce a lunghezze d’onda specifiche e ben definite. Questo consente di ottenere misurazioni di concentrazione dell’ossigeno, ma anche di pressione parziale e totale, molto rapide e accurate all’interno di contenitori chiusi. Si tratta di un metodo non distruttivo e non invasivo, rapido, affidabile che consente di misurare in linea, durante il processo produttivo, la concentrazione di ossigeno nello spazio di testa di ogni singola bottiglia, in modo completamente automatizzato.
Come funziona la spettroscopia laser
Il laser, posizionato alla corretta altezza sulla linea di produzione, attraversa lo spazio di testa della bottiglia e rileva la presenza di eventuali molecole di ossigeno. Il sistema è in grado di analizzare il 100% della produzione direttamente in linea, identificando e scartando le bottiglie non conformi. Le misurazioni sono precise e ripetibili, indipendentemente dal materiale o dal colore delle bottiglie. La presenza di concentrazioni di ossigeno superiori a quelle previste dallo standard identificano un mal funzionamento del processo di inertizzazione e quindi l’assenza del gas inerte o del vuoto che garantisce la qualità del vino fino al consumatore finale.
I vantaggi per i produttori di vino
L’applicazione di questa tecnologia offre numerosi benefici alle aziende vitivinicole. Garantisce una qualità “garantita”, perché consente di preservare le caratteristiche organolettiche fondamentali del vino, come aroma, gusto e colore, offrendo ai consumatori un prodotto che rispecchia pienamente le aspettative. Permette un controllo totale della produzione perché, grazie al monitoraggio del 100% delle bottiglie, vengono ridotti al minimo i rischi di errori e i difetti. Essendo una tecnologia non invasiva e non distruttiva, inoltre, la spettroscopia laser elimina la necessità di prelevare e scartare bottiglie campione, contribuendo a ridurre sprechi e a promuovere un approccio più sostenibile alla produzione. E, in ultimo, rende riconoscibile il brand come sinonimo di qualità e affidabilità, fidelizzando il consumatore attraverso la costanza nel garantire prodotti eccellenti e privi di difetti.
Una tecnologia al servizio della tradizione
Questa innovazione rappresenta un perfetto connubio tra tecnologia e rispetto per l’arte enologica. Monitorando l’ossigeno in modo continuo e preciso, i produttori possono verificare che ogni bottiglia mantenga la sua qualità e il suo valore, dall’imbottigliamento alla degustazione. Controllare attentamente questa fase finale della produzione è fondamentale per garantire che tutti gli sforzi, le risorse e la cura dedicati alle fasi precedenti nella creazione di un vino di qualità non vengano compromessi. Ogni dettaglio conta: un controllo preciso in questo momento critico preserva le caratteristiche distintive del prodotto. Grazie, quindi, alla spettroscopia laser, le cantine hanno a disposizione un’ispezione innovativa per garantire che ogni bottiglia rappresenti il meglio del loro lavoro, ed evitare di immettere in commercio migliaia di bottiglie non conformi allo standard qualitativo. L’innovazione costante e l’implementazione di strumenti e tecnologie innovative rappresentano elementi chiave per assicurare un futuro sostenibile e competitivo all’industria vitivinicola.