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Ricerca e tech in Italia possono collaborare meglio: ecco come



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Le università italiane guidano l’innovazione attraverso partnership strategiche con provider tecnologici. La collaborazione CRUI-MongoDB democratizza l’accesso alle tecnologie avanzate nel sistema accademico nazionale

Pubblicato il 7 feb 2025

Salvatore D'Auria

Area Vice President – Italy, Iberia, Middle East, Turkey & Africa, MongoDB



competenze cybersecurity

La collaborazione tra il sistema universitario e quello industriale è fondamentale per sviluppare, integrare e sfruttare al meglio le nuove tecnologie, che diventano opportunità per affrontare le sfide aziendali sia nel settore privato che in quello pubblico. Come potrebbe funzionare questa sinergia?

Durante l’ultima edizione del MongoDB Day Roma per la prima volta abbiamo convocato una tavola rotonda dedicata al ruolo cruciale delle università italiane nello sviluppo di nuove tecnologie e al contributo che i provider tecnologici possono offrire in questo percorso.

Come è emerso anche nel dibattito, una delle sfide più importanti per il mondo accademico nei prossimi anni sarà quella di sfruttare al meglio le nuove tecnologie, inclusa l’intelligenza artificiale e il machine learning. L’approccio collaborativo con i provider tecnologici mira proprio a democratizzare l’accesso a tecnologie avanzate per gli atenei italiani, contribuendo a ridurre il divario tra istituzioni grandi e piccole, offrire gli stessi servizi con la medesima qualità e agevolare una sempre maggiore integrazione delle nuove tecnologie nel mondo universitario in ogni angolo del Paese, dal Nord al Sud.

Сollaborazione tra tecnologia e ricerca in Italia: una panoramica storica

La collaborazione tra tecnologia e ricerca in Italia è nata molti anni fa ed è stata fin dall’inizio abbastanza stretta. In questo ambito, l’Italia è un leader assoluto nella regione EMEA e un punto di riferimento per tutti i nostri team all’estero.

La maggior parte dei grandi progetti di ricerca italiani, per la loro natura, utilizza quantità significative di dati, gestiti da sistemi di sensoristica. Per la ricerca scientifica è fondamentale raccogliere dati freschi da inserire in database molto grandi per poter poi effettuare analisi svariate e personalizzate.

Già dal 2012, enti di ricerca come CNR (Consiglio Nazionale delle Ricerche), ENEA (Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo sostenibile), e INFN (Istituto Nazionale di Fisica Nucleare), hanno iniziato a utilizzare le nostre tecnologie open source per gestire dati complessi e dinamici. Un caso particolarmente impressionante è quello del team di ricerca dell’INFN, dove è stata creata un’infrastruttura MongoDB “shardata”, con numerosi nodi, per raccogliere informazioni in tempo reale dall’acceleratore di particelle. La possibilità di analizzare il dato in real time, in un contesto estremamente veloce come l’acceleratore, rendeva la struttura del dato perfetta, sia per analisi che per l’acquisizione.

Negli ultimi anni abbiamo osservato una crescente necessità di sinergia per affrontare le sfide moderne legate alla formazione continua ed accessibile in ogni angolo del Paese e allo sviluppo di skill specifiche all’interno dei team, fondamentali per l’adozione delle nuove tecnologie, inclusa l’AI. Ed è qui che nasce la convenzione e l’accordo con CRUI che, nella sua missione di sviluppo di procurement centralizzato per l’università e centri di ricerca, ci ha individuato come partner di fiducia. In collaborazione con Sourcesense, abbiamo siglato un accordo triennale per la fornitura dei servizi tecnologici alle università italiane.

La collaborazione si è evoluta così in un modo organico dai centri di ricerca alle università, con un focus sugli studenti. Oggi, la maggior parte delle attività legate alla gestione dell’infrastruttura, lo sviluppo di applicazioni e soluzioni tecnologiche, e i progetti di ricerca e innovazione è centralizzata all’interno di Cineca, che serve tutti gli atenei a livello sia di ERP sia di gestione delle applicazioni specifiche. Nonostante ciò, rimangono comunque alcuni servizi peculiari degli atenei, soprattutto in modalità mobile per gli studenti, come le app per consultare gli statini, prenotare aule o accedere ad altri servizi di ateneo. Perciò, gli atenei mantengono team di sviluppatori in-house per creare queste app e metterle a disposizione di tutta la platea studentesca. Questo offre ulteriori opportunità di integrazione per i provider di database, come dimostrato dalla nostra esperienza.

La tecnologia come catalizzatore della ricerca e dello sviluppo economico: sfide e opportunità

La possibilità di sfruttare appieno le tecnologie avanzate come l’AI e Big Data ha dato l’inizio a una nuova era per la ricerca scientifica. La Commissione Europea stima che riforme e investimenti a favore dell’innovazione tecnologica potrebbero generare entro il 2030 fino al 14% di crescita supplementare cumulativa del PIL. Per quanto riguarda il nostro Paese, la GenAI potrebbe incrementare il PIL nazionale di 150-170 miliardi di euro all’anno per i prossimi dieci anni, pari a una crescita dell’8%.

Nel rapporto sul futuro della competitività Europea, Mario Draghi sottolinea quanto sia importante rimanere su temi di frontiera e utilizzare le capacità delle università di produrre nuova conoscenza nel trasferimento verso le start up innovative e le PMI, che devono sempre di più riuscire a innovare, diventare grandi imprese e competere sui mercati globali. Garantire a tutte le università e ai centri di ricerca, dai più grandi ai più piccoli, la possibilità di accedere ai servizi e alle piattaforme tecnologiche avanzate rimane fondamentale per raggiungere questo obiettivo.

Allo stesso tempo, gli enti di ricerca hanno sempre avuto difficoltà a investire nel software enterprise ma non trascurano comunque la necessità di avere piattaforme open source. Con scenari di piattaforme tecnologiche che cambiano velocemente, riuscire a trovare partner di fiducia che possano guidare su queste tematiche di frontiera diventa fondamentale rispetto alle sfide di oggi e di domani.

Come sottolinea il Rettore Francesco Cupertino: “Una delle sfide più importanti per il futuro è assicurarsi che tutti i centri di ricerca e le università, inclusi quelli più piccoli o meno strutturati, possano sfruttare appieno le nuove tecnologie, inclusa l’AI. CRUI, anche grazie a questo rapporto con MongoDB, tende a standardizzare le soluzioni per tutti, permettendo di offrire alla propria comunità gli stessi servizi con la medesima qualità e di agevolare una sempre maggiore integrazione delle nuove tecnologie nel mondo universitario.”

Oggi le esigenze delle università e degli enti di ricerca richiedono un supporto più ampio sulle piattaforme open source, in particolare nel mondo dell’AI. I servizi professionali legati a molteplici progetti di ricerca sono veramente importanti, mentre le piattaforme e i servizi a disposizione sono tantissimi. Essere aiutati a orientarsi in questo mondo, totalmente sconosciuto fino a un paio di anni fa, è fondamentale. Non dobbiamo dimenticare che i ricercatori fanno i ricercatori, non sono architetti del software o sviluppatori.

Il software open source rappresenta oggi un’opportunità unica per le università e i centri di ricerca italiani. In questo modo, gli atenei possono usufruire di piattaforme moderne, flessibili e scalabili che soddisfano varie esigenze, dalla gestione dei dati amministrativi alla ricerca scientifica.

Oltre i confini EU: un use case indiano

Per avere una prospettiva diversa, vorrei fare un altro esempio di collaborazione large-scale in India, che svolge il ruolo sempre più notevole nel panorama tech e AI internazionale. Secondo un rapporto della National Association of Software and Service Companies, nei prossimi tre anni il settore tecnologico indiano necessiterà di più di un milione di ingegneri con competenze avanzate nell’AI e altre capacità. Lo studio prevede che entro il 2028 ci sarà bisogno di circa sei milioni di job role digitali, mentre il pool di talenti disponibili sarà intorno a 4,7 milioni. Questo divario sottolinea la necessità di una maggiore collaborazione tra l’industria e il mondo accademico per un upskilling degli studenti e degli educatori indiani, in modo da soddisfare le esigenze della grande economia in crescita del Paese.

Nel settembre 2024, abbiamo esteso il programma MongoDB for Academia in India, che ora include una nuova partnership con All India Council for Technical Education (AICTE), il Ministero dell’Istruzione e il Governo indiano. In linea con l’iniziativa governativa Skill India, il programma esteso mira a fornire l’accesso a stage virtuali e a competenze di sviluppo full-stack a oltre 150.000 studenti.

Lanciato nel settembre 2023, il programma MongoDB for Academia in India fornisce formazione agli studenti, risorse curriculari per gli educatori, crediti per l’utilizzo della tecnologia MongoDB a costo zero e certificazioni per aiutare le persone a intraprendere una carriera nel settore tecnologico. Le competenze e la formazione fornite dal programma sono particolarmente importanti, poiché molte organizzazioni indiane faticano a trovare sviluppatori in grado di creare applicazioni moderne e di sfruttare le tecnologie emergenti come GenAI.

Per affrontare questa sfida, MongoDB for Academia è stato ampliato con un lancio di un nuovo programma di stage virtuale. Ogni stage comprende 60 ore di apprendimento esperienziale, bootcamp pratici, corsi e progetti, nonché ambienti aziendali simulati in cui gli studenti possono applicare le competenze apprese, collaborare con i colleghi e ricevere mentorship.

Dr. Buddha Chandrasekhar, CEO di Anuvadini AI, Ministero dell’Istruzione e Chief Coordinating Officer di AICTE, Ministero dell’Istruzione, Governo indiano, ha dichiarato in merito: “In India abbiamo un’enorme opportunità grazie all’ondata di AI e alle tecnologie moderne che trasformeranno le nostre vite e la nostra economia nei prossimi anni. Ma per trarre vantaggio da questa opportunità, è fondamentale che i nostri sviluppatori abbiano le competenze giuste”.

Contribuire a equipaggiare gli studenti con le conoscenze delle tecnologie più richieste e avanzate, in modo che possano diventare i candidati perfetti per il lavoro che le organizzazioni stanno cercando, e contribuire a dare la spinta allo sviluppo nazionale, è un’opportunità entusiasmante per i provider tecnologici. Questo use case è un punto di riferimento per i nostri team in tutto il mondo.

Anche secondo la Premier Meloni, il divario che l’evoluzione tecnologica ha creato tra le competenze necessarie per affrontare la nuova era digitale e la reperibilità di persone in possesso di tali conoscenze rappresenta una delle sfide cruciali per il nostro Paese. Applicare un modello simile in Italia potrebbe contribuire a colmare questo divario tra competenze accademiche e esigenze del mercato del lavoro. Le best practice internazionali ci mostrano che investire nella formazione tecnologica non è solo un vantaggio competitivo, ma una necessità per il futuro della ricerca e dell’industria.

Dal campus alla carriera: Hackathon collaborativi per un impatto reale

Abbiamo già approfondito il discorso della necessità di mantenere accessibili le tecnologie enterprise per il mondo accademico, considerando anche i vincoli di budget e colmando i costi. Oggi in Italia manteniamo un forte focus sugli studenti in termini di formazione, in particolare attraverso gli hackathon.

Insieme a Poste Italiane, nostro cliente strategico, nel 2023 abbiamo lanciato il primo hackathon “Code Challenge” a Roma, dedicato all’innovazione, alla collaborazione e ad aprire nuovi orizzonti. L’idea è di supportare i master di secondo e di terzo livello dedicati all’area dati con degli hackathon specifici per lo sviluppo accademico degli studenti, grazie ad un supporto avanzato e mirato.

Investire in questa forma di collaborazione è cruciale per i provider tecnologici e porta benefici per tutti i player del mercato nazionale, anche se i ritorni sono a lungo termine o di natura intangibile.

Verso un ecosistema collaborativo globale

La sinergia tra tecnologia e ricerca rappresenta un catalizzatore forte per l’innovazione, la crescita economica e la competitività nazionale. A livello globale, questa collaborazione nei prossimi anni evolverà verso un modello ancora più inclusivo e sostenibile, adottato da tutti i key player.

Iniziative e use case promossi dai provider tecnologici, come hackathon e programmi di formazione avanzata, possono diventare un punto di riferimento per lo sviluppo delle competenze digitali degli studenti, indispensabili per il mondo del lavoro. Inoltre, sarà essenziale investire in piattaforme tecnologiche che facilitino la transizione digitale in tutti i settori, dal pubblico al privato.

Sono certo che l’Italia possa giocare un ruolo da protagonista su questo percorso, rafforzando sempre di più le sinergie tra mondo accademico, tecnologie avanzate e imprese che ne fanno il miglior utilizzo.

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