competenze

PA digitale e pianificazione strategica del personale: il decreto 25/2025



Indirizzo copiato

Il decreto 25/2025 introduce l’obbligo di pianificazione del personale per la transizione digitale nella PA, rivoluzionando il reclutamento e la gestione delle competenze. Le amministrazioni dovranno mappare i processi e identificare i profili necessari per guidare l’innovazione tecnologica

Pubblicato il Mar 17, 2025

Andrea Marella

Consulente trasformazione digitale pa



pa digitale (2) (1)

La pianificazione strategica del personale per la transizione digitale nella PA

Il recente decreto-legge 14 marzo 2025, n. 25, introduce significative innovazioni normative in materia di reclutamento e funzionalità delle pubbliche amministrazioni, con l’obiettivo di rinnovare il capitale umano nella PA e rispondere efficacemente alle sfide della digitalizzazione. Questo intervento normativo arriva in un momento cruciale, dove la trasformazione digitale della PA rappresenta una priorità strategica non più rimandabile, accentuata dall’esigenza di efficienza amministrativa e dalla necessità di gestire eventi di rilevanza nazionale.

Le principali novità del decreto-legge n. 25/2025

Il decreto, entrato in vigore il 15 marzo 2025, si articola in diverse sezioni che toccano tematiche fondamentali per il rinnovamento della pubblica amministrazione. Tra le principali aree di intervento troviamo:

WHITEPAPER

Trend 2025 dell'Osservatorio HR del Politecnico di Milano: dall'AI fino al Corporate Wellbeing

Recruiting
Lavoro agile
  • Misure per l’attrattività della PA verso i giovani, con l’introduzione di una quota del 10% nei concorsi pubblici destinata ai diplomati degli Istituti Tecnologici Superiori (ITS Academy)
  • Disposizioni per il superamento del precariato, con particolare attenzione a settori strategici come l’Agenzia Industrie Difesa, il Ministero dell’Ambiente e il settore sociale
  • Una riforma organica delle procedure di reclutamento, che rafforza il ruolo della Commissione RIPAM per lo svolgimento di concorsi unici
  • Nuove regole per la mobilità e l’inquadramento del personale, con l’obbligo per le amministrazioni di destinare almeno il 15% delle facoltà assunzionali alle procedure di mobilità

Tuttavia, uno degli aspetti più innovativi e strategici del provvedimento riguarda il potenziamento delle competenze per le attività di analisi e valutazione della spesa e, soprattutto, le misure dedicate alla transizione digitale e alla sicurezza informatica.

L’obbligo di pianificazione del personale per la transizione digitale

L’articolo 12 del decreto-legge modifica l’articolo 6, comma 2, del decreto-legge 9 giugno 2021, n. 80, introducendo l’obbligo per le amministrazioni di definire, all’interno del Piano Integrato di Attività e Organizzazione (PIAO), il fabbisogno di personale specifico per la transizione digitale e per assicurare la sicurezza informatica.

Questa previsione rappresenta un’evoluzione significativa rispetto alla precedente formulazione del decreto-legge 80/2021, riconoscendo formalmente la centralità delle competenze digitali nel processo di modernizzazione della pubblica amministrazione.

Il PIAO, introdotto nel 2021 come strumento di semplificazione e unificazione della programmazione, diventa così un documento ancora più strategico, chiamato a delineare non solo l’organizzazione generale dell’ente, ma anche il percorso di trasformazione digitale, identificando con precisione le competenze necessarie e pianificando le relative azioni di reclutamento o formazione.

Implicazioni per la gestione del capitale umano nella PA

Questa innovazione normativa segna un importante cambiamento nella concezione del capitale umano all’interno della pubblica amministrazione. Non si tratta più solamente di definire il fabbisogno di personale in termini quantitativi o per macro-categorie, ma di identificare specificamente le competenze digitali necessarie per guidare la trasformazione tecnologica degli enti pubblici.

Le amministrazioni sono quindi chiamate a:

  1. Mappare i processi interni e identificare le aree che necessitano di competenze digitali avanzate
  2. Definire i profili professionali necessari per la transizione digitale, specificando conoscenze, abilità e competenze richieste
  3. Pianificare le modalità di acquisizione di tali competenze, sia attraverso nuove assunzioni che mediante la formazione del personale esistente
  4. Prevedere meccanismi di valutazione e monitoraggio dell’efficacia delle azioni intraprese

Questo approccio strutturato alla gestione delle competenze digitali rappresenta una significativa evoluzione rispetto al passato, quando spesso le iniziative di digitalizzazione venivano intraprese senza una preventiva valutazione dell’adeguatezza delle risorse umane disponibili.

Vantaggi per le amministrazioni e per il sistema Paese

L’implementazione di questa disposizione comporta significativi benefici per gli enti pubblici e, più in generale, per l’intero sistema Paese. In primo luogo, la pianificazione strategica del personale permette di allineare le competenze alle reali esigenze di digitalizzazione dell’amministrazione, superando l’approccio improvvisato che spesso ha caratterizzato i progetti di innovazione tecnologica nel settore pubblico.

Inoltre, l’identificazione precisa del fabbisogno consente di colmare i gap di competenze, migliorando l’efficienza e l’efficacia dei servizi pubblici digitali. Le amministrazioni possono così programmare in anticipo le attività di reclutamento e formazione, ottimizzando l’allocazione delle risorse e garantendo la conformità alle normative vigenti in materia di digitalizzazione.

A livello di sistema, questa misura contribuisce a creare un ambiente favorevole all’innovazione digitale nella PA, prerequisito fondamentale per il successo di iniziative strategiche come quelle previste dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), che assegna alla digitalizzazione un ruolo centrale nella modernizzazione del Paese.

Sfide nell’implementazione e possibili soluzioni

Nonostante i vantaggi, le amministrazioni dovranno affrontare diverse criticità nell’applicazione di questa norma. La prima riguarda la difficoltà nell’individuare con precisione le competenze digitali e di sicurezza informatica necessarie, soprattutto in un contesto di rapida evoluzione tecnologica e in assenza di una mappatura dettagliata dei processi interni.

Un’altra sfida significativa è rappresentata dal reperimento di personale qualificato in un mercato del lavoro dove le competenze digitali avanzate sono altamente richieste anche dal settore privato, spesso con condizioni economiche più vantaggiose. Questo aspetto rischia di penalizzare soprattutto le amministrazioni di minori dimensioni o situate in aree geografiche meno attrattive.

In questo senso, il decreto-legge n. 25/2025 introduce alcune misure che potrebbero indirettamente agevolare il reclutamento di profili tecnici, come la riserva del 10% per i diplomati ITS e il rafforzamento della Commissione RIPAM per lo svolgimento di concorsi unici anche per figure altamente specializzate. Tuttavia, sarà probabilmente necessario implementare ulteriori strategie per rendere il settore pubblico più competitivo nell’attrarre talenti digitali.

Non meno importante è la questione dell’aggiornamento delle competenze del personale già in servizio. Le amministrazioni dovranno prevedere adeguati programmi di formazione continua per adeguare le conoscenze e abilità del personale alle nuove esigenze digitali e di sicurezza. In questo ambito, il progetto “PA 110 e lode” menzionato nel decreto, che prevede percorsi universitari agevolati per i dipendenti pubblici, potrebbe rappresentare un’opportunità da valorizzare anche per l’acquisizione di competenze digitali.

Un approccio integrato per la PA del futuro

La modifica introdotta dal decreto-legge n. 25/2025 non deve essere vista come un adempimento isolato, ma come parte di un approccio integrato alla modernizzazione della pubblica amministrazione. L’obbligo di pianificare il fabbisogno di personale per la transizione digitale si inserisce infatti in un contesto più ampio di riforme che mirano a rendere la PA più efficiente, trasparente e orientata ai risultati.

Per massimizzare l’efficacia di questa disposizione, è fondamentale che le amministrazioni adottino una visione strategica della transizione digitale, considerando non solo gli aspetti tecnologici, ma anche quelli organizzativi, culturali e relativi alle competenze. Solo attraverso un approccio olistico sarà possibile realizzare quella trasformazione profonda che il legislatore intende promuovere.

In questo scenario, diventa cruciale anche il ruolo degli organismi centrali nel fornire linee guida, supporto e formazione alle amministrazioni, specialmente quelle di minori dimensioni. Il Dipartimento della Funzione Pubblica e l’Agenzia per l’Italia Digitale potrebbero svolgere un ruolo fondamentale nel facilitare l’implementazione di questa importante disposizione normativa, ad esempio attraverso la diffusione di buone pratiche, la predisposizione di modelli standardizzati per la rilevazione del fabbisogno di competenze digitali e l’organizzazione di percorsi formativi specifici.

Conclusioni: verso una PA digitalmente competente

Il decreto-legge 14 marzo 2025, n. 25, rappresenta un’importante opportunità per accelerare la trasformazione digitale della pubblica amministrazione italiana, ponendo al centro dell’attenzione le competenze necessarie per guidare questo processo. L’obbligo di pianificare il fabbisogno di personale per la transizione digitale all’interno del PIAO costituisce un passo significativo verso una gestione più consapevole e strutturata del capitale umano nell’era digitale.

Il successo di questa iniziativa dipenderà dalla capacità delle amministrazioni di elaborare strategie efficaci per superare le criticità, in particolare quelle legate all’identificazione delle competenze necessarie e al reclutamento di personale qualificato. Sarà inoltre fondamentale garantire un adeguato coordinamento tra le diverse misure previste dal decreto, per creare sinergie e massimizzare l’impatto delle riforme.

Se adeguatamente implementato, questo nuovo approccio alla pianificazione delle competenze digitali potrà contribuire significativamente a costruire una pubblica amministrazione realmente preparata ad affrontare le sfide della trasformazione digitale, capace di offrire servizi di qualità ai cittadini e alle imprese e di supportare efficacemente lo sviluppo economico e sociale del Paese.

WHITEPAPER

Il Corporate Wellbeing “mismatch”: rispondere in maniera efficace alle aspettative di benessere dei lavoratori

Risorse Umane/Organizzazione
Work performance management

EU Stories - La coesione innova l'Italia

Tutti
Video & Podcast
Analisi
Social
Iniziative
Podcast
Centro Servizi Territoriali: uno strumento per accompagnare gli enti nell’attuazione della politica di coesione. Il podcast “CapCoe. La coesione riparte dalle persone”
Podcast
EU Stories, il podcast | Politiche di coesione e comunicazione: una sinergia per il futuro
Opinioni
La comunicazione dei fondi europei da obbligo ad opportunità
eBook
L'analisi della S3 in Italia
Norme UE
European Accessibility Act: passi avanti verso un’Europa inclusiva
Agevolazioni
A febbraio l’apertura dello sportello Mini Contratti di Sviluppo
Quadri regolamentari
Nuovi Orientamenti sull’uso delle opzioni semplificate di costo
Coesione
Nuovo Bauhaus Europeo (NEB): i premi che celebrano innovazione e creatività
Dossier
Pubblicato il long form PO FESR 14-20 della Regione Sicilia
Iniziative
400 milioni per sostenere lo sviluppo delle tecnologie critiche nel Mezzogiorno
Formazione
“Gian Maria Volonté”: dalle aule al mondo del lavoro, focus sui tirocini della Scuola d’Arte Cinematografica
TRANSIZIONE ENERGETICA
Il ruolo del finanziamento BEI per lo sviluppo del fotovoltaico in Sicilia
Formazione
“Gian Maria Volonté”: dalla nascita ai progetti futuri, focus sulla Scuola d’Arte Cinematografica. Intervista al coordinatore Antonio Medici
MedTech
Dalla specializzazione intelligente di BionIT Labs una innovazione bionica per la disabilità
Finanza sostenibile
BEI e E-Distribuzione: investimenti per la sostenibilità energetica
Professioni
Servono competenze adeguate per gestire al meglio i fondi europei
Master
Come formare nuove professionalità per governare e gestire al meglio i fondi europei?
Programmazione UE
Assunzioni per le politiche di coesione: prossimi passi e aspettative dal concorso nazionale. Il podcast “CapCoe. La coesione riparte dalle persone”
innovazione sociale
Rigenerazione urbana: il quartiere diventa un hub dell’innovazione. La best practice di San Giovanni a Teduccio
Programmazione europ
Fondi Europei: la spinta dietro ai Tecnopoli dell’Emilia-Romagna. L’esempio del Tecnopolo di Modena
Interventi
Riccardo Monaco e le politiche di coesione per il Sud
Iniziative
Implementare correttamente i costi standard, l'esperienza AdG
Finanziamenti
Decarbonizzazione, 4,8 miliardi di euro per progetti cleantech
Formazione
Le politiche di Coesione UE, un corso gratuito online per professionisti e giornalisti
Interviste
L’ecosistema della ricerca e dell’innovazione dell’Emilia-Romagna
Interviste
La ricerca e l'innovazione in Campania: l'ecosistema digitale
Iniziative
Settimana europea delle regioni e città: un passo avanti verso la coesione
Iniziative
Al via il progetto COINS
Eventi
Un nuovo sguardo sulla politica di coesione dell'UE
Iniziative
EuroPCom 2024: innovazione e strategia nella comunicazione pubblica europea
Iniziative
Parte la campagna di comunicazione COINS
Interviste
Marco De Giorgi (PCM): “Come comunicare le politiche di coesione”
Analisi
La politica di coesione europea: motore della transizione digitale in Italia
Politiche UE
Il dibattito sul futuro della Politica di Coesione
Mobilità Sostenibile
L’impatto dei fondi di coesione sul territorio: un’esperienza di monitoraggio civico
Iniziative
Digital transformation, l’Emilia-Romagna rilancia sulle comunità tematiche
Politiche ue
Fondi Coesione 2021-27: la “capacitazione amministrativa” aiuta a spenderli bene
Finanziamenti
Da BEI e Banca Sella 200 milioni di euro per sostenere l’innovazione di PMI e Mid-cap italiane
Analisi
Politiche di coesione Ue, il bilancio: cosa ci dice la relazione 2024
Politiche UE
Innovazione locale con i fondi di coesione: progetti di successo in Italia
Podcast
Centro Servizi Territoriali: uno strumento per accompagnare gli enti nell’attuazione della politica di coesione. Il podcast “CapCoe. La coesione riparte dalle persone”
Podcast
EU Stories, il podcast | Politiche di coesione e comunicazione: una sinergia per il futuro
Opinioni
La comunicazione dei fondi europei da obbligo ad opportunità
eBook
L'analisi della S3 in Italia
Norme UE
European Accessibility Act: passi avanti verso un’Europa inclusiva
Agevolazioni
A febbraio l’apertura dello sportello Mini Contratti di Sviluppo
Quadri regolamentari
Nuovi Orientamenti sull’uso delle opzioni semplificate di costo
Coesione
Nuovo Bauhaus Europeo (NEB): i premi che celebrano innovazione e creatività
Dossier
Pubblicato il long form PO FESR 14-20 della Regione Sicilia
Iniziative
400 milioni per sostenere lo sviluppo delle tecnologie critiche nel Mezzogiorno
Formazione
“Gian Maria Volonté”: dalle aule al mondo del lavoro, focus sui tirocini della Scuola d’Arte Cinematografica
TRANSIZIONE ENERGETICA
Il ruolo del finanziamento BEI per lo sviluppo del fotovoltaico in Sicilia
Formazione
“Gian Maria Volonté”: dalla nascita ai progetti futuri, focus sulla Scuola d’Arte Cinematografica. Intervista al coordinatore Antonio Medici
MedTech
Dalla specializzazione intelligente di BionIT Labs una innovazione bionica per la disabilità
Finanza sostenibile
BEI e E-Distribuzione: investimenti per la sostenibilità energetica
Professioni
Servono competenze adeguate per gestire al meglio i fondi europei
Master
Come formare nuove professionalità per governare e gestire al meglio i fondi europei?
Programmazione UE
Assunzioni per le politiche di coesione: prossimi passi e aspettative dal concorso nazionale. Il podcast “CapCoe. La coesione riparte dalle persone”
innovazione sociale
Rigenerazione urbana: il quartiere diventa un hub dell’innovazione. La best practice di San Giovanni a Teduccio
Programmazione europ
Fondi Europei: la spinta dietro ai Tecnopoli dell’Emilia-Romagna. L’esempio del Tecnopolo di Modena
Interventi
Riccardo Monaco e le politiche di coesione per il Sud
Iniziative
Implementare correttamente i costi standard, l'esperienza AdG
Finanziamenti
Decarbonizzazione, 4,8 miliardi di euro per progetti cleantech
Formazione
Le politiche di Coesione UE, un corso gratuito online per professionisti e giornalisti
Interviste
L’ecosistema della ricerca e dell’innovazione dell’Emilia-Romagna
Interviste
La ricerca e l'innovazione in Campania: l'ecosistema digitale
Iniziative
Settimana europea delle regioni e città: un passo avanti verso la coesione
Iniziative
Al via il progetto COINS
Eventi
Un nuovo sguardo sulla politica di coesione dell'UE
Iniziative
EuroPCom 2024: innovazione e strategia nella comunicazione pubblica europea
Iniziative
Parte la campagna di comunicazione COINS
Interviste
Marco De Giorgi (PCM): “Come comunicare le politiche di coesione”
Analisi
La politica di coesione europea: motore della transizione digitale in Italia
Politiche UE
Il dibattito sul futuro della Politica di Coesione
Mobilità Sostenibile
L’impatto dei fondi di coesione sul territorio: un’esperienza di monitoraggio civico
Iniziative
Digital transformation, l’Emilia-Romagna rilancia sulle comunità tematiche
Politiche ue
Fondi Coesione 2021-27: la “capacitazione amministrativa” aiuta a spenderli bene
Finanziamenti
Da BEI e Banca Sella 200 milioni di euro per sostenere l’innovazione di PMI e Mid-cap italiane
Analisi
Politiche di coesione Ue, il bilancio: cosa ci dice la relazione 2024
Politiche UE
Innovazione locale con i fondi di coesione: progetti di successo in Italia

Articoli correlati

Articolo 1 di 4