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Aerospazio Made in Italy: strategie per competere coi giganti Ue



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L’aerospazio italiano cresce del 5,4% annuo con 400 imprese e 3 miliardi di fatturato, ma soffre di frammentazione rispetto ai competitor europei. Servono investimenti privati e consolidamento per competere globalmente

Pubblicato il 24 mar 2025

Leonella Gori

SDA Bocconi School of Management

Alessandro Sannini

Private Equity Investor



aerospazio (1)

Il settore aerospaziale italiano sta vivendo una fase di profonda trasformazione. Con oltre 400 imprese attive e un fatturato che supera i 3 miliardi di euro, il comparto si configura come un asset strategico per l’economia nazionale. Secondo il rapporto SACE 2024, il settore sta crescendo a un tasso annuo composto (CAGR) del 5,4%, grazie a un aumento degli investimenti in ricerca e sviluppo, digitalizzazione e nuove tecnologie di propulsione.

Confronto tra competitor europei e sfide italiane

Rispetto ai principali competitor europei, l’Italia mostra un elevato grado di frammentazione industriale. In Francia, Airbus domina il settore con un ruolo centrale sia nell’upstream sia nel downstream, mentre in Germania aziende come OHB e MT Aereospace hanno saputo costruire filiere integrate tra pubblico e privato.

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Manifatturiero/Produzione

In Italia, invece, Leonardo e Avio si confermano i principali attori, ma la filiera di PMI fatica a consolidarsi in modo strutturato, implicando una minore capacità di attrarre investimenti privati rispetto ai competitor europei. Un caso virtuoso è rappresentato da Novaeka, una scale-up innovativa che si distingue nel panorama italiano come design bureau specializzato nello sviluppo di banchi di test per razzi. Questo settore, altamente strategico, potrebbe essere un faro per la crescita del comparto, grazie a un modello di business scalabile e a un posizionamento unico in una nicchia ad altissimo potenziale. Soprattutto la riduzione dei rischi operativi e finanziari conseguente l’impiego dei prodotti di Novaeka può costituire un risultato attraente per gli investitori ed estremamente utile a livello strategico.

Il ruolo chiave degli investimenti e del Private Equity nel settore aerospaziale

Il settore aerospaziale richiede elevati livelli di spesa in conto capitale (Capex) per sviluppare tecnologie avanzate e infrastrutture adeguate. Attualmente, gli investimenti privati risultano limitati, e vi è una forte dipendenza da finanziamenti pubblici e da bandi europei. L’ingresso di fondi di Private Equity potrebbe rappresentare un’opportunità per colmare questa lacuna, fornendo capitali alle PMI che necessitano di crescere ed espandere le proprie operazioni su dimensione globale.

Rispetto agli altri paesi europei, l’Italia presenta una minore incidenza di fondi di Private Equity attivi nel settore aerospaziale. In Francia, Ardian e Bpifrance hanno sostenuto attivamente il consolidamento delle aziende locali, mentre in Germania gruppi come Deutsche Beteiligungs AG hanno finanziato operazioni strategiche di espansione. In Italia, invece, i fondi di Private Equity si sono concentrati principalmente su settori tradizionali come il manifatturiero e l’energia, lasciando il campo aerospaziale in una posizione più vulnerabile. Tuttavia, aziende come Novaeka dimostrano come il richiamo di investimenti privati possa accelerare l’industrializzazione e lo scale-up tecnologico, posizionandosi come modello per l’intero comparto. Grazie a un’economia di scala fuori dal comune e a una crescita superiore alla media, Novaeka potrebbe attrarre capitali internazionali e diventare un punto di riferimento per la filiera.

Applicazione della Piramide McKinsey nel settore aerospaziale

Per analizzare la struttura dell’industria aerospaziale e comprendere le opportunità di crescita, è utile applicare la piramide McKinsey, uno strumento strategico che suddivide il mercato in tre livelli chiave: il livello operativo, il livello strategico e il livello innovativo.

Il livello operativo

Alla base della piramide si trova il livello operativo, costituito da fornitori e subappaltatori che forniscono componenti essenziali per la produzione di satelliti, motori e strutture aerospaziali. Questo segmento è altamente frammentato e caratterizzato da un’elevata concorrenza, con margini ridotti e una forte dipendenza dai grandi contractor. L’adozione di modelli di Private Equity in questa fascia può favorire fusioni e acquisizioni strategiche, creando aziende più solide e competitive.

Il livello strategico

Il livello strategico è occupato dai grandi integratori di sistemi, come Leonardo e Avio, che sviluppano prodotti complessi e gestiscono progetti di ampio respiro. Queste aziende detengono un forte vantaggio competitivo grazie alla loro capacità di aggregare tecnologie e gestire contratti con istituzioni e grandi clienti internazionali. Tuttavia, per mantenere la leadership, è necessario un costante flusso di investimenti in innovazione e digitalizzazione, un’area in cui il Private Equity può giocare un ruolo fondamentale attraverso finanziamenti mirati.

Il livello innovativo

Al vertice della piramide si trova il livello innovativo, dominato da aziende emergenti e startup che sviluppano tecnologie dirompenti, come propulsione elettrica, materiali avanzati e intelligenza artificiale per applicazioni aerospaziali. Qui il Venture Capital ha avuto un impatto significativo, ma per scalare e consolidarsi nel mercato, molte di queste imprese necessitano di capitali più strutturati, che possono essere forniti attraverso operazioni di Private Equity e processi di scale-up industriale. Un esempio emblematico in Italia è Novaeka, che grazie alla sua specializzazione nello sviluppo di banchi di test fluidici per razzi sta costruendo un ponte tra ricerca accademica e applicazione industriale, accelerando l’ingresso di nuove tecnologie nel mercato. La sua nicchia, poco presidiata a livello internazionale, la rende particolarmente attrattiva per investitori che cercano società con un vantaggio competitivo chiaro e barriere all’entrata elevate.

Un’altra azienda piuttosto interessante è sicuramente Qascom, specializzata in sicurezza e autenticazione dei sistemi di navigazione satellitare, ha collaborato con l’Agenzia Spaziale Italiana (ASI) e la NASA per sviluppare il Lunar GNSS Receiver Experiment (LuGRE). Questo progetto mira a testare la possibilità di utilizzare i segnali dei sistemi di navigazione satellitare terrestri, come GPS e Galileo, per fornire servizi di posizionamento sulla Luna. Il ricevitore GNSS sviluppato da Qascom è stato integrato nel lander Blue Ghost della NASA e lanciato con successo nel gennaio 2025. Questo esperimento rappresenta la prima dimostrazione nota della ricezione di segnali GNSS sulla superficie lunare e potrebbe aprire la strada all’uso di tali segnali per future missioni lunari, riducendo la dipendenza dalle stazioni di controllo a Terra per la navigazione.

Le opportunità per le PMI: espansione e sinergie

Le PMI rappresentano il 66% delle imprese aerospaziali italiane, mentre un ulteriore 27% è costituito da startup. Tuttavia, il mercato è dominato da pochi grandi player, che generano il 70% del fatturato complessivo, mentre il restante 30% è disperso tra centinaia di PMI. Questa struttura industriale profondamente sbilanciata crea difficoltà di accesso ai capitali e riduce le possibilità di sviluppo autonomo delle piccole aziende.

Nel segmento upstream, il valore del mercato è detenuto da meno di dieci aziende, mentre il restante 30% è suddiviso tra decine di piccole realtà che operano con margini ridotti. Questo crea un’elevata barriera all’entrata per nuove imprese e limita la competizione. Nel segmento downstream, pur più frammentato, la difficoltà nel trovare modelli di business sostenibili e di sviluppare economie di scala senza un supporto strutturato rappresenta una delle principali sfide.

L’accesso ai capitali di Private Equity potrebbe accelerare il consolidamento del settore, promuovendo fusioni e acquisizioni strategiche tra PMI e aziende più grandi. Il ruolo del Private Equity in questo ambito, lungi dall’introdurre elementi di rigidità e/o di speculazione a danno delle imprese target, potrebbe effettivamente porsi quale prezioso viatico per la crescita, rendendo nel medio termine possibile e perseguibile anche l’ambizioso obiettivo della quotazione sul mercato finanziario, con reale capacità di sopravvivenza in Borsa, dove le dinamiche appaiono più complesse e sostanzialmente insostenibili per le aziende prive della necessaria massa critica.

Il futuro del settore tra crescita e consolidamento

Il futuro del settore aerospaziale dipende dalla capacità di sviluppare una governance efficace e coordinata. Attualmente, il comparto soffre di una gestione frammentata, con una mancanza di coordinamento tra istituzioni, imprese e centri di ricerca. L’istituzione di distretti industriali specializzati potrebbe favorire una maggiore collaborazione tra le aziende, migliorando l’accesso a finanziamenti e competenze strategiche. Aziende come Novaeka dimostrano che con il giusto supporto finanziario e strategico è possibile accelerare il trasferimento tecnologico e creare poli di eccellenza capaci di competere a livello globale, attirando investitori alla ricerca di nicchie profittevoli con crescita superiore alle aspettative derivanti dalla realizzazione di progetti in settori più tradizionali.

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