Sia che si tratti di impartire competenze tecniche, sviluppare soft skills o facilitare i processi di cambiamento organizzativo, il formatore nel contesto della formazione 5.0 rappresenta un collegamento fondamentale tra il sapere e la sua applicazione pratica, tra il potenziale e le prestazioni. Inoltre, intraprendere la carriera di formatore significa non solo avere conoscenze specialistiche, ma anche capacità di trasformare tali conoscenze in esperienze di apprendimento significative per gli altri.
Ancora, un formatore deve dimostrare di possedere una solida preparazione metodologica, competenze relazionali e un continuo sviluppo personale. Deve anche possedere competenze tecniche, per esempio nell’utilizzo di strumenti innovativi (si pensi alle possibilità della realtà virtuale applicata alla formazione). Vediamo di seguito una roadmap ideale per diventare formatore.
Indice degli argomenti
Formatore aziendale, chi è e cosa fa
Innanzitutto, è doveroso evidenziare che il formatore è un professionista specializzato che fornisce consulenza e orientamento nel panorama lavorativo e oltre. Si tratta di una figura strategica svolge un ruolo essenziale in vari settori: nel contesto aziendale, ad esempio, è particolarmente preziosa per sostenere il continuo aggiornamento e la formazione dei dipendenti in diverse aree tematiche; nelle agenzie per l’impiego, invece, contribuisce alla riqualificazione e al reinserimento di chi ha perso il proprio lavoro.
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Pertanto, il formatore è un importante intermediario tra la formazione, sempre più cruciale per le aziende, e il lavoro, che rappresenta il principale campo di applicazione dei suoi servizi. Inoltre, all’interno dell’azienda, il suo obiettivo principale è migliorare l’efficacia delle strategie dei processi lavorativi, prevenendo l’obsolescenza e l’incapacità di adattarsi alle dinamiche del mercato in continua evoluzione. Ancora, il formatore aziendale, oltre a informare i dipendenti sulle politiche e sugli obiettivi aziendali, sottolinea l’importanza di sviluppare una serie di competenze lavorative che possono contribuire a far raggiungere all’azienda i propri obiettivi e a migliorare le prospettive professionali dei dipendenti.
In alternativa, può lavorare come consulente indipendente o collaborare con grandi o PMI per periodi limitati, con l’obiettivo di preparare il personale, migliorare l’efficienza dei processi e assistere durante operazioni come le fusioni aziendali. Inoltre, il formatore analizza gli obiettivi dell’azienda e collabora con dirigenti, responsabili delle risorse umane e dipendenti per individuare le soluzioni di formazione più efficaci.
Un elemento fondamentale dell’attività del formatore aziendale è la gap analysis, che consiste nel valutare le competenze già esistenti in azienda e quelle necessarie per raggiungere gli obiettivi prefissati. Il formatore, sulla base di questa analisi, sviluppa piani di formazione su misura per ciascun gruppo di dipendenti o singolo individuo. Inoltre, utilizzando le sue abilità organizzative, prepara minuziosamente tutto il materiale necessario relativo a seminari, workshop e altri eventi formativi. Al termine di ogni sessione di formazione, il formatore raccoglie il feedback diretto dai partecipanti per valutare l’efficacia dei metodi utilizzati e, se necessario, apporta modifiche. Oltre alla formazione e allo sviluppo, il formatore svolge anche compiti amministrativi, come coordinare la logistica delle sessioni di formazione, stabilire un calendario dettagliato e monitorare il budget disponibile.
Competenze chiave di un formatore aziendale
In primo luogo, è fondamentale evidenziare che un formatore deve possedere sia competenze trasversali sia abilità specifiche. Dal punto di vista delle competenze, è essenziale che il formatore abbia una chiara comprensione delle metodologie e dei sistemi di formazione professionale, degli strumenti per la progettazione formativa, nonché della struttura organizzativa aziendale e delle dinamiche lavorative. Mentre, per quanto riguarda le caratteristiche personali, un formatore efficace deve saper comprendere e interpretare le esigenze dei suoi interlocutori, adattando il proprio approccio in base ai bisogni identificati.
Requisiti e soft skills che ogni formatore aziendale deve avere
Per ricoprire il ruolo di formatore aziendale, è fondamentale possedere competenze tecniche nel campo dell’educazione e delle risorse umane, oltre a un ampio set di soft skills. E, precisamente:
- Dimestichezza con materiali e strumenti didattici – Un formatore deve saper utilizzare efficacemente materiali e strumenti per facilitare i processi di training.
- Competenze nel settore di riferimento – È cruciale avere conoscenze specifiche del settore in cui si opera per fornire consigli utili e pertinenti ai dipendenti. In mancanza di esperienza diretta, è importante prepararsi adeguatamente prima delle sessioni di training.
- Eccellenti doti di comunicazione – Un formatore deve saper insegnare in modo chiaro ed efficace, aiutando i colleghi a comprendere, interiorizzare e applicare le nozioni apprese nel loro lavoro quotidiano.
- Capacità organizzative – Creare e implementare piani di training richiede ottime capacità organizzative per gestire informazioni, dati e materiali.
- Capacità di adattamento e flessibilità – Il formatore deve essere pronto a cambiare approccio e strumenti a seconda delle esigenze, che possono variare quotidianamente.
- Gestione dello stress – Essere in grado di gestire lo stress è essenziale per mantenere il focus sui clienti e le loro necessità.
- Attitudine al problem solving – È importante saper affrontare situazioni problematiche sviluppando soluzioni creative ed efficaci.
- Teamwork – Collaborare con i dipendenti e altre figure professionali è essenziale per il successo nel ruolo di formatore aziendale.
Migliori percorsi di studio per diventare formatore aziendale
Per intraprendere la carriera di formatore, è consigliabile avere una solida base accademica, idealmente tramite un corso di laurea seguito da un master specifico. È doveroso evidenziare che, negli ultimi anni, molte università hanno introdotto percorsi formativi dedicati, come programmi di “Formazione e sviluppo delle risorse umane”. Tuttavia, anche chi ha seguito un iter accademico diverso, può diventare formatore. In questi casi, è importante integrare le proprie conoscenze con corsi o master specifici in formazione per acquisire le competenze necessarie.
Inoltre, esistono associazioni di formatori professionisti che offrono e promuovono corsi specifici per questa carriera. Sebbene l’iscrizione a queste associazioni non sia obbligatoria, è consigliabile aderirvi. Il principale vantaggio consiste nella formazione continua necessaria per mantenersi al passo con un mercato del lavoro sempre più competitivo e in continua evoluzione. Queste organizzazioni offrono corsi di aggiornamento che sono particolarmente preziosi, dato che manca ancora una formazione accademica dedicata all’argomento
Interessante notare che la maggior parte delle aziende tende a preferire candidati con una laurea in discipline legate alla comunicazione o all’economia. Alcuni formatori aziendali hanno alle spalle studi in psicologia o marketing prima di intraprendere questa professione. Inoltre, è essenziale che un formatore aziendale sia ben preparato e qualificato nella progettazione e gestione di processi formativi e educativi. Molti acquisiscono esperienza lavorativa utile in ruoli diversi, come rappresentante del servizio clienti o specialista delle risorse umane, prima di passare alla formazione aziendale.
Quali corsi accreditati scegliere per iniziare
Negli ultimi anni, alcuni atenei italiani hanno introdotto corsi di laurea appositamente creati per formare professionisti in questo settore. Tuttavia, anche corsi di laurea in Sociologia, Scienze della Comunicazione, Psicologia e Pedagogia rappresentano ottime basi di partenza. Il percorso formativo deve essere arricchito con corsi di specializzazione e almeno alcuni anni di esperienza pratica.
L’Associazione Italiana Formatori (AIF), dotata di una propria Academy, è un’organizzazione senza scopo di lucro, fondata nel 1975, che conta oltre 2.000 membri. Tra questi vi sono formatori, consulenti, direttori di enti di formazione, progettisti, responsabili delle risorse umane, docenti ed esperti di strategie organizzative e processi di apprendimento e sviluppo personale. Inoltre, AIF è riconosciuta dal Ministero dello sviluppo economico come una delle associazioni professionali abilitate a rilasciare l’Attestazione di qualità e qualificazione dei servizi.
Di fatto, l’AIF certifica il profilo professionale del formatore in tre principali ambiti: formazione finanziata, formazione aziendale e formazione privata, ciascuno dei quali richiede percorsi formativi specifici. Inoltre, per poter accedere al Registro dei Formatori Professionisti è necessario essere Socio Ordinario AIF e raggiungere un punteggio di sette crediti che vengono calcolati in base al percorso di studi e alle esperienze professionali. L’iscrizione al Registro dei Formatori Professionisti (RFP) è valida da gennaio a dicembre e deve essere rinnovata ogni anno.
Certificazioni per formatori aziendali
Esistono varie certificazioni per professionisti della formazione, ognuna delle quali si concentra su competenze specifiche e aree di interesse, può contribuire a migliorare le conoscenze, dimostrare la propria competenza a datori di lavoro e clienti, oltre che favorire – potenzialmente – avanzamenti di carriera. Ecco alcune delle certificazioni più rilevanti per i formatori aziendali:
- Certified Professional in Learning and Performance (CPLP) – Offerta dall’Association for Talent Development (ATD), tale certificazione copre progettazione didattica, erogazione della formazione e miglioramento delle prestazioni. È ideale per chi ha almeno cinque anni di esperienza nel settore.
- Associate Professional in Talent Development (APTD) – Rivolta a chi ha 3-5 anni di esperienza, questa certificazione si concentra sulle strategie fondamentali dello sviluppo dei talenti.
- Certified Training Manager (CPTM) – La certificazione è destinata a manager della formazione e leader, focalizzandosi sulle tematiche di strategia di sviluppo dei talenti e di gestione dei programmi di apprendimento.
- Certified Online Learning Facilitator (COLF) – È erogata dal Learning Performance Institute (LPI)ed è ideale per chi conduce sessioni di apprendimento online, come corsi in aula virtuale e webinar.
- Certified Professional in Talent Development (CPTD – Si tratta di una certificazione offerta da ATD e che certifica professionisti con esperienza nello sviluppo dei talenti.
- Certified ScrumMaster (CSM) o Certified Scrum Professional (CSP) – Si tratta di certificazioni sono utili per chi utilizza metodologie Agile o Scrum nella formazione.
- Certified Professional in Accessibility Core Competencies (CPACC) – Offerta dall’International Association of Accessibility Professionals (IAAP), questa certificazione è ideale per chi crea materiali di formazione accessibili.
- Agile Certification for HR and L&D – Si tratta di una certificazione rivolta a professionisti delle risorse umane e dell’apprendimento e sviluppo che cercano di implementare sistemi di supporto più adattabili.
È importante che il formatore aziendale sia in grado di scegliere la certificazione che meglio si allinea ai propri obiettivi di carriera e, al contempo gli permetta di rimanere aggiornato sui cambiamenti o sulle nuove certificazioni nel settore.
Corsi di formazione accreditati dal Ministero dell’istruzione, dell’università e della ricerca (MIUR)
Il MIUR accredita enti e organizzazioni che forniscono formazione professionale, compresi corsi specifici per formatori aziendali. Tali corsi rivestono un’importanza particolare poiché garantiscono una certificazione riconosciuta a livello nazionale e risultare indispensabili per operare in determinati contesti formativi, oltre ad offrire crediti formativi utili a livello professionale.
È doveroso evidenziare che, solitamente, i corsi accreditati dal MIUR per formatori aziendali coprono argomenti come metodologie didattiche, tecniche di comunicazione, progettazione formativa, valutazione dell’apprendimento e l’uso di tecnologie per la formazione. Inoltre, per individuare i corsi specifici attualmente disponibili, è consigliabile consultare il sito ufficiale del MIUR, verificare presso università o enti di formazione accreditati e controllare le opportunità offerte dalla piattaforma S.O.F.I.A. (Sistema Operativo per la Formazione e le Iniziative di Aggiornamento).
Lavorare come freelance nel settore della formazione
Lavorare come formatore freelance richiede più di semplici competenze didattiche; è necessario un approccio mirato e strategico per posizionarsi efficacemente in un mercato competitivo. Innanzitutto, è essenziale:
- Identificare la propria nicchia formativa – Si tratta di effettuare un’analisi delle proprie competenze distintive, mappando le proprie esperienze professionali per individuare quali competenze abbiano un valore unico, oltre a comprendere in quali ambiti si eccelle rispetto alla media, e un incrocio con le proprie passioni per identificare argomenti che motivano a lungo termine.
- Svolgere una ricerca di mercato mirata – È importante analizzare i gap formativi per scoprire quali competenze siano richieste ma scarsamente coperte, studiare i trend emergenti per individuare nuove esigenze formative e valutare la concorrenza per trovare spazi di posizionamento non saturi.
- Definire l’offerta di nicchia – Si tratta di considerare se optare per una specializzazione verticale di settore, come la formazione per il settore sanitario, una specializzazione metodologica, come la formazione esperienziale, o una focalizzazione su una specifica competenza, come la negoziazione avanzata.
- Costruire un’offerta formativa distintiva – È quanto mai cruciale essere in grado di progettare percorsi formativi su misura, con modularità e personalizzazione per adattarsi a diverse esigenze, obiettivi misurabili con KPI concreti e metodologie innovative che integrano approcci didattici differenzianti. La creazione di un metodo proprietario, attraverso lo sviluppo di framework e formati esclusivi, strumenti e template distintivi, soluzioni digitali come e-learning e webinar, combinazioni di blended learning che ottimizzano presenza e digitale, e percorsi di coaching e mentoring individuali, contribuiscono a differenziarsi nel mercato.
- Creare una strategia di marketing efficace – Si tratta di sviluppare una value proposition chiara e distintiva, un efficace storytelling professionale e, ove possibile, l’uso di testimonial che evidenziano risultati specifici. La comunicazione deve essere mirata agli interlocutori opportuni, con la mappatura degli stakeholder chiave, attraverso la produzione di contenuti ad alto valore e l’uso di canali diretti per raggiungere i responsabili in termini di formazione aziendale.
- Predisporre una lead generation qualificata – È quanto mai utile il content marketing verticale con contenuti specialistici per attrarre il target ideale, oltre a considerare l’organizzazione di eventi dimostrativi mirati e la creazione di partnership strategiche con professionisti complementari su canali quali Linkedin, Youtube, Instagram ecc.
- Sviluppare il proprio business formativo – Ciò richiede modelli di pricing strategico, come il value-based pricing basato sul valore generato, pacchetti e abbonamenti per fidelizzare i clienti e pricing differenziato per diversi segmenti di mercato, oltre che considerare prodotti formativi.
Gli strumenti essenziali per un formatore aziendale freelance
È doveroso evidenziare che, per i formatori aziendali freelance, avere gli strumenti giusti è quanto mai essenziale. Pertanto, strumenti tecnologici come un computer portatile affidabile, software di presentazione, piattaforme per videoconferenze, microfono e webcam di qualità, e un sistema di backup per i materiali didattici sono fondamentali. Senza dimenticare che anche strumenti per la creazione di contenuti – quali software per materiali didattici, piattaforme di Learning Management System (LMS) e software per la creazione di video formativi – sono cruciali.
Inoltre, è importante avere strumenti per la gestione del business, come un CRM, software di fatturazione e un sistema di prenotazione, oltre a un sito web professionale. Ancora, strumenti di marketing e personal branding, come profili sui social media, una newsletter o un blog, e materiali di branding, sono indispensabili. Infine, un kit formativo portatile con elementi come una lavagna a fogli mobili, pennarelli, un puntatore laser e power bank è utile per gestire sessioni in vari contesti. Di fatto, è quanto mai importante selezionare gli strumenti in base alle proprie necessità e al tipo di formazione offerta, iniziando dagli elementi più critici e ampliando – nel tempo e gradualmente – l’attrezzatura.
Aggiornamento e formazione continua per i formatori
L’aggiornamento e la formazione continua per i formatori sono essenziali per mantenere e migliorare le competenze necessarie per svolgere efficacemente la propria attività. Di fatto, i formatori devono rimanere aggiornati sulle ultime metodologie didattiche, tecnologie educative e tendenze del settore per offrire programmi formativi di alta qualità. Inoltre, la formazione continua aiuta i formatori a sviluppare nuove competenze e a rispondere alle esigenze in evoluzione dei partecipanti ai loro corsi.
Inoltre, partecipare a workshop, conferenze, corsi di aggiornamento professionale e webinar sono modi efficaci per i formatori di ampliare le proprie conoscenze e abilità. Ancora, l’interazione con altri professionisti del settore – attraverso reti professionali e gruppi di discussione – può fornire preziose opportunità di apprendimento e scambio di esperienze.
Quali settori richiedono formatori aziendali e perché
Oggigiorno, numerose organizzazioni di diversi settori necessitano di formatori aziendali con competenze specifiche per rispondere alle proprie esigenze, di seguito i principali e le motivazioni relative considerando anche il recente quadro normativo europeo che richiede sempre più tra i requisiti una formazione specifica di riferimento:
- Settore tecnologico e IT – La rapida evoluzione tecnologica richiede aggiornamenti continui in aree come cybersecurity, sviluppo software, gestione dati, intelligenza artificiale e cloud computing, con un focus su specializzazione avanzata e formazione pratica.
- Settore finanziario e bancario – Le regolamentazioni stringenti e in evoluzione costante richiedono formazione in compliance normativa, antiriciclaggio, consulenza finanziaria e fintech, spesso obbligatoria per conformarsi ai requisiti legali.
- Settore sanitario – L’aggiornamento professionale continuo e le nuove tecnologie mediche sono cruciali, con formazione su procedure cliniche, uso di macchinari, comunicazione paziente-medico e gestione delle emergenze, concentrandosi su ECM e simulazioni.
- Vendita e retail – Tecniche di vendita in evoluzione e attenzione alla customer experience richiedono formazione in tecniche di vendita, gestione delle obiezioni, esperienza cliente e visual merchandising, con pratica attraverso role-play e simulazioni reali.
- Manifatturiero e produzione – Sicurezza, qualità e nuove tecnologie produttive necessitano di formazione su sicurezza sul lavoro, lean manufacturing, Industry 4.0 e manutenzione predittiva, con pratica on-the-job e simulazioni.
- Hospitality e turismo -Mantenere standard di servizio elevati e gestire l’esperienza cliente richiede formazione in accoglienza, gestione reclami, servizio d’eccellenza e revenue management, con un approccio esperienziale e multiculturale.
- Risorse umane – Le pratiche di gestione del personale in continua evoluzione richiedono formazione in selezione del personale, valutazione delle performance, coaching e benessere organizzativo, con una forte componente psicologica e relazionale.
- Pubblica amministrazione – La digitalizzazione e il miglioramento dei servizi al cittadino richiedono formazione in digitalizzazione dei processi, comunicazione pubblica e gestione della trasparenza, con una formazione fortemente regolamentata e procedure d’acquisto specifiche. Indipendentemente dal settore, la formazione aziendale è essenziale per adattarsi ai rapidi cambiamenti tecnologici e di mercato, rispettare normative sempre più complesse, mantenere la competitività attraverso l’aggiornamento delle competenze e attrarre e trattenere talenti offrendo percorsi di crescita professionale.
Come trovare lavoro come formatore aziendale
Di seguito alcune strategie efficaci che possono aiutare una persona a entrare nel mondo della formazione aziendale e costruirsi una solida carriera. Precisamente:
- Costruirsi la propria credibilità professionale – Innanzitutto, è importante: ottenere certificazioni rilevanti come quelle del MIUR, dell’AIF (Associazione Italiana Formatori), o certificazioni internazionali tra quelle sopra elencate; specializzarsi in un settore o in una metodologia, quali soft skills, leadership, vendite, sicurezza o metodologie specifiche come coaching e formazione esperienziali; documentare i risultati ottenuti attraverso la creazione di case study e la raccolta di testimonianze dei partecipanti precedenti per rafforzare ulteriormente la propria credibilità.
- Strategie di networking mirato – Ciò include l’ottimizzazione del profilo LinkedIn per evidenziare le competenze formative e la pubblicazione di contenuti di valore sul learning & development. Inoltre, è consigliabile iscriversi ad associazioni professionali come AIF, AIDP (Associazione Italiana dei Direttori del personale per l’HR), o altre associazioni di categoria specifiche, oltre a partecipare a eventi di settore come Learning 360, HR Innovation Forum o eventi dell’associazione US SHRM (Society for Human Resource Management). Ancora, offrire webinar e workshop gratuiti per mostrare il proprio approccio, sono ottimi modi per costruire relazioni.
Stipendio di un formatore aziendale
Secondo le statistiche dei vari operatori del lavoro sui salari, in Italia, nel 2025, un formatore aziendale può guadagnare in media circa 26.000 euro lordi all’anno in una posizione entry-level. Con l’esperienza, lo stipendio può aumentare fino a circa 35.000 euro annui, mentre i professionisti senior possono raggiungere anche 43.000 euro o più all’anno. La richiesta di formatori aziendali è in crescita costante, poiché sempre più aziende cercano questi professionisti. Inoltre, molte aziende offrono, oltre alla retribuzione base, bonus regolari basati sul raggiungimento degli obiettivi economici e diversi tipi di indennità, quali quelle sanitarie e assicurative.
Oltre all’esperienza, ci sono altri fattori significativi che influenzano le prospettive salariali di un formatore aziendale. Le dimensioni e il settore dell’azienda possono avere un impatto rilevante sul compenso. Le grandi aziende, specialmente quelle in settori altamente specializzati dal punto di vista tecnico, tendono ad avere una maggiore necessità di formatori aziendali e offrono pertanto salari più competitivi. Anche la posizione geografica è un elemento chiave: le grandi città spesso ospitano le sedi di multinazionali con un elevato numero di dipendenti da formare. Inoltre, i formatori aziendali possono lavorare internamente per una singola azienda o per società di consulenza. In quest’ultimo scenario, viaggiano verso le sedi dei clienti per condurre workshop e altri programmi di formazione.
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