Difesa Ue

Perché il riarmo europeo è solo business senza una politica estera



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Il riarmo europeo proposto dalla Commissione genera un debito di 800 miliardi senza chiarire il nemico comune né una strategia. L’assenza di politica estera condivisa rischia di vanificare ogni sforzo finanziario, trasformando la difesa in opportunità commerciale per lobby nazionali

Pubblicato il 26 mar 2025

Walter Vannini

Data Protection Officer autore del podcast DataKnightmare – L'algoritmico è politico (https://www.spreaker.com/show/dataknightmare)



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Quello che sta succedendo con gli USA è incredibile. Peccato che ne avessimo già parlato. Tre. Anni. Fa.

E a testimoniarlo, c’è un episodio della settima stagione, si chiama Algopirla verso il Reich Millenario (contro il Lungotermismo), nel quale, pur senmza aspettarmi un simile livello di idiozia, dicevo: “siamo di fronte a un culto di stampo nazistoide a uso e consumo di ricchi algopirla tecnofeticisti”.

E adesso veniamo a noi.

Riarmo, l’incoerenza economica dell’Unione europea

Abbiamo dovuto assistere anche alla vergogna del Parlamento Europeo che vota (ma in modo non vincolante, casomai avesse votato sbagliato) l’ideona della Von Der Leyen chiamata ReArm Europe.

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Bello. Bello perché in tutti questi anni la Commissione europea si è sempre detta contraria alla creazione di debito quando si trattava di cose futili come la sanità, la scuola, o altre infrastrutture.

Ve le ricordate le lenzuolate sui giornali dove ci catechizzavamo sull’insanabile conflitto fra i Nord europei risparmiosi e i mediterranei scialacquoni?

Vi ricordate il famoso tetto del 3% nel rapporto tra debito pubblico e Pil, quello che è stata la scusa per decenni di austerity?

I neoliberisti ce lo hanno venduto come se fosse stato scritto per Mosé sul tavole della legge. Parlavano perfino di Paesi “virtuosi”, i suini.

Poi abbiamo scoperto che era un numero qualsiasi inventato a casaccio perché suonava bene.

Ecco, ora è tutto passato e la commissione europea ha intenzione di trovare 800 miliardi di euro a ebito. Ed  è necessario perché… Non si sa.

Il riarmo europeo e la mancanza di una strategia militare comune

Non si sa. Se andate appena al di là delle affermazioni generiche sul fatto che la Russia all’improvviso rappresenta un pericolo trovate il nulla assoluto.

Occorre riarmarsi, perché occorre riarmarsi.

Il problema è che riarmarsi non significa semplicemente comprare armi. Perché non tutte le armi sono uguali e perché non tutte le armi servono in tutti i casi.

Le armi servono quando hai una strategia militare. Quando hai una strategia, allora capisci che armi ti servono.

Ma l’Unione Europea non ha una strategia militare, perché l’Unione Europea non è uno Stato federale e non ha una politica estera.

Il riarmo europeo e il rischio dello spreco economico

Quindi questa idea di armarsi a membro di quadrubede abbaiante è solo fumo negli occhi e non porterà da nessuna parte, perché 26 Stati membri si armeranno secondo la loro individualissima percezione di cosa potrebbe essere uno scontro armato nel XXI secolo.

Il che è completa idiozia, ma ottima per il business perché si spenderà a destra e a manca senza alcun criterio logico, quindi chi metterà in campo i venditori migliori e il lobbisti migliori, porterà a casa di un soldi.

E noi dovremmo sobbarcarci 800 miliardi di debito per questa stronzata?

Armarsi, ma contro chi?

Cominciamo a dire una cosa ovvia: prima occorre definire chi è il nemico, e poi possiamo parlare di cosa serve per riarmarci.

Ma se stiamo parlando di Europa, il nemico deve essere comune, se no di cosa stiamo parlando. E definire un nemico comune significa che tutti gli Stati europei si decidono a trasferire le proprie competenze nell’ambito di difesa e politica estera al Parlamento Europeo e alla Commissione.

Cosa? Non ci fidiamo del Parlamento Europeo perché ci mandiamo gli scarti delle elezioni nazionali?

Forse potevamo pensarci prima, magari. Ad ogni modo, inutile pensarci prima del prossimo turno elettorale.

Quindi dicevamo, prima ci diamo una strategia di difesa comune, e poi parliamo di riarmo. Se vogliamo contare qualcosa nel mondo, l’Europa deve parlare come Europa, con una voce sola.

I rischi geopolitici di un riarmo frammentato

Se invece preferiamo che a trattare per l’Europa ci vada Macron per gli interessi francesi, Merz per quelli tedeschi e Meloni per quelli italiani, allora tanto vale che lasciamo che Putin, Trump e la Cina ci dividano nelle loro sfere di influenza, e almeno risparmiamo il fiato.

Riarmo europeo contro la Russia: deterrenza nucleare o soldati?

E quale potrebbe essere, allora questa strategia di difesa? Diciamo la Russia? Bene, se vogliamo vedere la Russia come un avversario militare la sola cosa sensata da fare è dotarsi di una deterrenza nucleare.  Ma c’è un piccolo problema: una potenza nucleare non sopporta bene un vicino nucleare.

Vi ricordo che quando i Russi cercarono di mettere dei missili a Cuba, gli americani arrivarono fino a mettere sul tavolo uno scontro armato con la marina sovietica.

E quando l’Ucraina sembrava vicina a entrare nella NATO, Putin l’ha invasa. E come la mettiamo con i baltici, se ci dotiamo di un arsenale nucleare?

O forse qualcuno vuole far fronte alla Russia con armi convenzionali. Benissimo. Con quali soldati? O magari volete reintrodurre la leva obbligatoria, visto che non abbiamo altri problemi.

L’Europa tra Mediterraneo, Medio Oriente e NATO

Che poi, capisco parlare di Russia perché va di moda. Ma l’Europa si affaccia su due mari e due continenti.

Cosa vogliamo fare col Mediterraneo e il Medio Oriente, li lasciamo alla politica di Washington e alla VI flotta statunitense, che tante gioie ci hanno dato in questi anni?

Anche se adesso non è una questione immediata, si porrà il problema di cosa fare delle forze USA di stanza in Europa.

Perché già Trump ha chiarito che la NATO è un’opinione, ma se parliamo con uno che vuole annettere il Canada e la Groenlandia, diventa una forza di occupazione. Anche questo è un problema di cui dovremo occuparci, e abbastanza presto.

Il problema della dipendenza militare dagli USA

Poi diciamo che oltre alla deterrenza nucleare serve anche una capacità di signal intelligence e supporto operativo, che finora abbiamo lasciato ai satelliti e agli aerei-radar statunitensi.

Poi magari una rinforzatina all’aviazione, perché non siamo più nel XIX secolo.

E poi c’è il problema di cosa fare con gli USA.

Io non dico che siano un nemico, ma di sicuro abbiamo finalmente visto tutti i limiti della loro cosiddetta amicizia. Quindi vogliamo continuare a lasciare che da Ramstein intercettino mezza Europa?

Chiedo per un amico.

Ci sarebbe anche il problema per esempio di Menwith Hill, che è praticamente una sede di ascolto NSA in Inghilterra, ma quello è un problema degli inglesi.

Riarmo europeo e il fallimento strategico degli alleati

E gli inglesi hanno scelto di uscire dall’Europa per “riprendere il controllo” del loro destino. Dopodiché hanno scoperto di contare come il due di ghiande quando comanda bastoni, e adesso non sanno più come lisciare Trump, che non se li fila di striscio.

Benissimo.

Le incognite delle forniture militari USA

Ma c’è un ma. Finora l’unica cosa sensata che ho letto riguardo a questa politica di riarmo è che USA, UK e Turchia sono fuori dalle commesse, a meno che non si impegnino per iscrtitto a specifiche garanzie.

Ma di quali di garanzie vogliamo parlare, quando Trump alza il telefono e può bloccare l’afflusso di pezzi di ricambio e upgrade software?

Se veramente l’Unione Europea vuole spendere per riarmarsi, deve spendere in casa propria.

 Sentite cosa dice Rasmus Jarlov, ministro norvegese per l’economia e il commercio, qualche giorno fa, su Mastodon: “Non so se gli F35 siano dotati di un interruttore di sicurezza o meno. Come uno dei responsabili dell’acquisto degli F35 da parte della Danimarca, me ne rammarico”.

Gli Stati Uniti possono certamente disattivare gli aerei interrompendo la fornitura di pezzi di ricambio. Vogliono rafforzare la Russia e indebolire l’Europa e stanno dimostrando di essere disposti a danneggiare enormemente alleati pacifici e leali come il Canada, solo perché si ostinano a esistere come Paese.

Posso facilmente immaginare una situazione in cui gli Stati Uniti pretenderanno la Groenlandia dalla Danimarca e minacceranno di disattivare le nostre armi e di lasciare che la Russia ci attacchi quando rifiuteremo (cosa che faremo anche in quella situazione). Pertanto, l’acquisto di armi americane è un rischio per la sicurezza che non possiamo correre. Nei prossimi anni faremo enormi investimenti nella difesa aerea, nei jet da combattimento, nell’artiglieria e in altre armi, e dobbiamo evitare le armi americane se possibile. Invito i nostri alleati e amici a fare lo stesso.

E c’è chi l’ha capito anche in Italia.

L’ha capito Crosetto.

L’ha capito anche Meloni, nonostante continui a fingere che Trump abbia un occhio di riguardo per lei.

Salvini lo capirà appena esce la versione a fumetti.

Certo è un dilemma per quelli che si sono sempre visti come i cani da guardia degli americani contro il pericolo rosso.

Riarmo europeo: identificare il nemico prima di comprare armi

Ma anche per loro i tempi cambiano. Se parli di Nazione, oggi, devi parlare di Europa.

Quindi vedete,

  • il primo problema è decidere *per cosa* dobbiamo riarmarci
  • il secondo problema è *come farlo*, cioè quali armi servono e da chi prenderle.

Riarmarsi è inutile: l’UE già spende più della Russia

E poi c’è la chicca, che è il il terzo problema.

E il terzo problema è che non abbiamo nessun bisogno di riarmarci come se non ci fosse un domani.

Perché l’Unione Europea ha già una spesa militare che supera di alcune volte quella della Federazione Russa.

Dati alla mano, nel 2024 i paesi della UE hanno speso in armamenti la bellezza di 326 miliardi di euro.

La Federazione Russa, 109 miliardi di dollari (Dati Banca Mondiale). E la federazione Russa sta bruciando uomini e mezzi in Ucraina a un tasso folle.

Certo, se vogliamo essere indipendenti dagli USA dovremo dotarci di qualche satellite e di un po’ di aerei radar in più.

Ma non c’è nessun bisogno di indebitarci fino al collo solo perché i nostri atlantisti post mortem hanno una crisi isterica e vedono il pericolo rosso perché non sanno immaginare nient’altro.

L’Europa vuole sicurezza ai confini. Anche la Russia. L’Europa ha bisogno del gas e del mercato russi, e la Russia ha bisogno di un partner commerciale che non veda il mondo in una prospettiva imperiale.

Quindi c’è già un terreno comune su cui fare politica sul serio, invece di lasciar fare agli americani e alle loro visioni imperiali.

Dipende solo dall’Europa essere presa sul serio o continuare a mostrarsi come il megafono degli USA anche quando gli USA cambiano discorso.

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