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Cybersecurity: come formarsi per entrare in un settore strategico



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La formazione in cybersecurity rappresenta un’opportunità strategica in un settore con alta domanda di professionisti. I laureati godono di un tasso di occupazione superiore alla media e possibilità di carriera in diversi ambiti professionali

Pubblicato il 15 apr 2025

Andrea Tironi

Project Manager – Digital Transformation



framework cybersecurity formazione cybersecurity Identity access management

Un lucchetto sovrapposto a un circuito elettronico simboleggia la fusione tra tecnologia e protezione, cuore della cybersecurity. La trasformazione digitale e l’accelerazione tecnologica stanno ridefinendo il panorama del lavoro, rendendo sempre più cruciali le competenze STEM (Science, Technology, Engineering and Mathematics).

In particolare, l’informatica gioca un ruolo trainante in tutti i settori, dalla finanza alla sanità, e richiede professionisti qualificati per gestire sistemi sempre più complessi. Eppure, ad oggi solo circa uno studente universitario su quattro in Europa sceglie un percorso STEM – in Italia poco più del 25% – segno che esiste un ampio margine di crescita per chi decide di intraprendere queste discipline. I benefici di una formazione tecnico-scientifica sono tangibili: secondo l’ISTAT, i laureati STEM nel nostro Paese godono di un tasso di occupazione dell’86,7%, superiore alla media generale, e ben l’85,7% di essi ricopre ruoli altamente qualificati. In questo contesto, formarsi in ambito informatico con particolare attenzione alla cybersecurity rappresenta una scelta strategica e lungimirante per i giovani che stanno per scegliere l’università.

Perché scegliere la cybersecurity

Scegliere la cybersecurity significa entrare in un settore di fondamentale importanza e in rapida crescita, dove i rischi legati agli attacchi informatici si trasformano in opportunità professionali per chi sa prevenirli e contrastarli. La difesa del cyberspazio è oggi un’esigenza da non sottovalutare: le tecniche di sicurezza informatica supportano la protezione da aggressioni digitali e garantiscono la continuità dello sviluppo tecnologico a livello istituzionale, civile e commerciale. I recenti dati confermano la rilevanza del settore: il Rapporto Clusit evidenzia che nel 2022 in Italia gli attacchi informatici gravi sono aumentati del 169% rispetto all’anno precedente, segno che il nostro Paese è sempre più nel mirino dei cybercriminali. Allo stesso tempo, cresce la consapevolezza dell’importanza della sicurezza: imprese di ogni dimensione investono per proteggere dati e infrastrutture, e la cybersecurity è considerata un fattore abilitante per la resilienza e la stabilità economica.

Questa crescente domanda di sicurezza informatica si traduce in un forte fabbisogno di esperti nel settore. Le organizzazioni faticano a trovare professionisti qualificati e la carenza di competenze è diventata evidente. “In Italia c’è una grave carenza di figure professionali” nel campo della sicurezza informatica – ha confermato Roberto Baldoni, direttore dell’Agenzia per la Cybersicurezza Nazionale – mancano all’appello circa 100 mila esperti di cybersecurity.

Il dato è significativo: indica che chi intraprende questa carriera si troverà in un mercato del lavoro con alta richiesta e bassa concorrenza, dove le competenze sono valorizzate. Anche le aziende lo percepiscono: secondo un recente rapporto, il 76% delle imprese dichiara di non disporre di esperti di cybersecurity sufficientemente qualificati e il 61% ha subito almeno un incidente di sicurezza sul cloud nell’ultimo anno. Questi numeri evidenziano quanto siano urgenti nuove professionalità nel settore e quanto spazio ci sia per i giovani talenti che vogliano specializzarsi in questo campo.

In sintesi, scegliere la cybersecurity significa inserirsi in un settore rilevante e strategico, dove il proprio lavoro contribuisce direttamente a proteggere informazioni, privacy dei cittadini, continuità dei servizi e persino la sicurezza nazionale. È una professione che offre la soddisfazione di affrontare sfide nuove ogni giorno, in un ambiente dinamico in costante evoluzione, sapendo di svolgere un ruolo essenziale per la società digitale.

Percorsi formativi per specializzarsi in cybersecurity

Il primo passo per avvicinarsi alla cybersecurity è una solida formazione universitaria in ambito informatico. La maggior parte dei professionisti parte infatti da lauree in Informatica, Ingegneria Informatica, o discipline affini, per poi specializzarsi. In Italia sono sempre più numerosi i corsi di laurea dedicati o con curricula specifici in sicurezza informatica: ad esempio, l’Università degli Studi di Milano offre da anni una Laurea Triennale e Magistrale in Sicurezza Informatica, l’Università di Trento partecipa a un consorzio europeo che propone una laurea magistrale in Security and Privacy, e dall’anno accademico 2017-2018 anche Sapienza Università di Roma ha attivato una Laurea Magistrale in Cybersecurity. Accanto a questi, molti corsi di laurea magistrale in Informatica o Ingegneria prevedono percorsi ad hoc in sicurezza, e sono disponibili master di I e II livello per chi vuole ulteriormente specializzarsi dopo la laurea. La scelta dell’ateneo e del percorso va fatta valutando i programmi di studio – idealmente dovrebbero coprire i fondamenti di crittografia, sicurezza delle reti, sicurezza dei sistemi operativi, sviluppo sicuro del software, ecc. – e le opportunità di laboratorio o tirocinio offerte, preziose per fare esperienza pratica.

Competenze tecniche e soft skill in ambito cybersecurity

Indipendentemente dal percorso di studi scelto, per avere successo nella cybersecurity è fondamentale sviluppare alcune competenze chiave. Dal punto di vista tecnico, le aziende ricercano professionisti capaci di:

  • Analisi delle minacce: saper identificare, analizzare e rispondere alle minacce informatiche emergenti;
  • Penetration testing: conoscere le tecniche di attacco e test di penetrazione per individuare e correggere vulnerabilità nei sistemi;
  • Gestione delle vulnerabilità: capacità di scoprire punti deboli nei sistemi e attuare misure correttive;
  • Crittografia: padronanza dei metodi crittografici per proteggere dati sensibili;
  • Sicurezza di rete: competenze nel proteggere reti e infrastrutture da accessi non autorizzati, malware e altre tipologie di attacchi

Accanto alle hard skill, non vanno trascurate le soft skill. La cybersecurity è un lavoro di squadra che richiede problem solving – per affrontare problemi complessi in modo efficace – e pensiero critico, ossia capacità di analisi e decisione rapida di fronte a situazioni nuove. Sono apprezzate anche doti di comunicazione, per spiegare in termini chiari i rischi e le soluzioni anche a un pubblico non tecnico (si pensi quando bisogna sensibilizzare dipendenti sulle buone pratiche di sicurezza), e adattabilità, data la natura in continua evoluzione del settore. In sintesi, al solido bagaglio tecnico occorre unire flessibilità mentale, curiosità e un approccio metodico: caratteristiche che si possono coltivare durante gli studi partecipando a progetti, lavori di gruppo e stage.

Gestione delle emergenze e lavoro sotto stress nella cybersecurity

Da non dimenticare è la differenza tra progetti di cybersec e gestione delle emergenze. Sono due ambiti molto diversi, con soft skill diverse, ma con lo stesso ombrello di cybersecurity. Per un collegamento e approfondimento è importante seguire quanto dice Enis, spiegato da Gerardo Costabile di Dinova.

I "domini" della cyber security

Tra le soft skill c’è anche la capacità di saper lavorare sotto stress, che in cybersecurity è sicuramente un valore aggiunto, come spiegato in questi video (video1 e video2) di Gerardo Costabile di Dinova.

Aggiornamento continuo

Va sottolineato che la formazione in cybersecurity non si esaurisce con la laurea. Le minacce informatiche evolvono rapidamente e con esse gli strumenti per combatterle. Per questo, chi opera nella sicurezza informatica deve abbracciare il concetto di lifelong learning: aggiornare costantemente le proprie competenze attraverso corsi, certificazioni, conferenze ed esperienze sul campo. Come evidenziato in un’analisi del settore, è sempre più necessaria una formazione continua e programmi di upskilling e reskilling per allineare le competenze alle esigenze del mercato del lavor. Questo significa che già durante l’università è utile iniziare a seguire corsi extra o ottenere certificazioni base, e soprattutto sviluppare un metodo di studio autonomo che permetta di restare al passo una volta entrati nel mondo del lavoro.

Opportunità lavorative e carriera nella cybersecurity

Le prospettive occupazionali nella cybersecurity sono estremamente promettenti. Come visto, la domanda di esperti supera di gran lunga l’offerta, creando un mercato del lavoro favorevole ai candidati. Chi consegue una laurea in questo ambito spesso trova lavoro rapidamente: ad esempio, il tasso di occupazione a un anno dal titolo per i laureati magistrali in sicurezza informatica raggiunge il 93%. Non solo c’è lavoro, ma è anche di qualità: le posizioni offerte sono generalmente altamente qualificate, con possibilità di crescita in ruoli di responsabilità.

Un aspetto da evidenziare è la trasversalità della professione. L’esperto di cybersecurity non lavora solo nelle aziende informatiche, anzi: praticamente qualsiasi organizzazione, pubblica o privata, oggi ha bisogno di questa figura. Banche e istituti finanziari investono per proteggere transazioni e dati dei clienti; aziende sanitarie tutelano le informazioni dei pazienti e la continuità operativa degli ospedali; utility energetiche e industrie difendono impianti e reti di distribuzione; la Pubblica Amministrazione, spinta dalla trasformazione digitale dei servizi, necessita di proteggere banche dati e infrastrutture critiche. Questo significa che, una volta specializzati, si può scegliere tra svariati settori di inserimento, trovando contesti lavorativi diversi: dalla consulenza informatica (società specializzate in sicurezza) alle grandi aziende strutturate che hanno un proprio reparto IT/cybersecurity, fino agli enti governativi e forze dell’ordine che sviluppano competenze cyber difensive. In più, si affacciano sul mercato anche start-up innovative focalizzate sulla sicurezza informatica, che possono offrire ruoli dinamici e all’avanguardia. Insomma, la carriera del cybersecurity specialist può evolvere in molte direzioni, incluso il raggiungimento nel tempo di posizioni come Chief Information Security Officer (CISO) o responsabile della sicurezza informatica, con compiti di coordinamento strategico.

Dal punto di vista retributivo, il settore è competitivo e premiante. Le competenze specialistiche sono riconosciute economicamente: in Italia uno stipendio d’ingresso per un ruolo junior in cybersecurity si aggira mediamente sui 25.000 euro lordi annui, ma con pochi anni di esperienza può salire intorno ai 40-45 mila euro, e i profili più esperti e certificati possono superare i 70 mila euro l’anno. Queste cifre, riportate per il 2023, indicano che il divario di competenze spinge verso l’alto gli stipendi, soprattutto per chi aggiorna le proprie qualifiche. Inoltre, non va trascurato che si tratta spesso di lavori con contratti stabili e prospettive di crescita: le aziende tendono a investire in formazione sul proprio personale di sicurezza, offrendo quindi opportunità di carriera interna. Un altro vantaggio è la dimensione internazionale della cybersecurity: essendo le minacce globali, le competenze acquisite sono spendibili anche all’estero e in contesti multinazionali, specie se si dispone di una buona conoscenza dell’inglese tecnico.

In breve, dal punto di vista lavorativo la cybersecurity offre sbocchi solidi e in espansione. Come dichiarato in una recente intervista, possiamo confermare che la domanda di professionisti è tale che “moltissime posizioni restano scoperte”, e questa tendenza proseguirà negli anni a venire se non si formeranno abbastanza giovani nel campo. Per i laureati e specialisti ciò si traduce in un ventaglio di opportunità: poter scegliere l’ambito che più li appassiona, negoziare buone condizioni contrattuali e contribuire in modo significativo alla mission dell’organizzazione in cui lavorano, poiché la sicurezza è ormai una priorità strategica.

Consigli pratici per aspiranti professionisti della cybersecurity

Per i giovani interessati a intraprendere questa strada, ecco alcuni consigli utili e pratici suggeriti dagli esperti del settore:

Costruire basi solide

Approfittate degli anni di studio per approfondire i fondamenti dell’informatica. Una volta apprese bene materie come sistemi operativi, reti, programmazione, basi di dati e crittografia, sarà più facile capire i principi della sicurezza e adattarsi a nuove tecnologie. Non limitatevi agli esami: sperimentate in laboratorio, provate a configurare server, creare piccole applicazioni e soprattutto comprendere come funzionano “sotto il cofano” i sistemi digitali. Questa curiosità tecnica è alla base di ogni esperto di cybersecurity.

Mettere in pratica le conoscenze

La cybersecurity è un campo in cui l’esperienza pratica conta quanto (se non più) della teoria. Cercate occasioni per sporcarvi le mani: laboratori universitari, progetti open source, stage o tirocini in aziende IT, e soprattutto competizioni ed eventi. Ad esempio, CyberChallenge.IT – iniziativa promossa dal CINI – è il primo programma italiano rivolto a giovani talenti (studenti delle scuole superiori e dei primi anni di università) per introdurli alla cybersecurity attraverso formazione e gare simulatePartecipare a contest in stile Capture The Flag (CTF), ovvero gare di sicurezza informatica dove si affrontano problemi reali di attacco e difesa, è altamente formativo: aiuta a sviluppare creatività nel risolvere sfide, a lavorare in team e a confrontarsi con una comunità internazionale di appassionati. Molte università e organizzazioni in Italia ormai sponsorizzano team per queste competizioni – un’ottima palestra per il futuro professionista.

Utilizzare risorse online e autoformazione

Esistono moltissime risorse gratuite o accessibili per conto proprio, che potete sfruttare parallelamente agli studi formali. Piattaforme come TryHackMe o Hack The Box offrono ambienti virtuali dove cimentarsi in scenari di hacking etico in tutta sicurezza. Allo stesso modo, seguire blog e forum specializzati (anche internazionali), nonché canali YouTube o podcast di esperti di cybersecurity, vi aiuterà a rimanere aggiornati sulle minacce più recenti e sulle tecniche di difesa. La comunità della sicurezza informatica è molto attiva e condivide conoscenza: partecipate a conferenze, meetup e gruppi locali (come i Linux User Group o community OWASP) per ampliare la rete di contatti e imparare da chi ha più esperienza. Spesso la passione e l’iniziativa personale nel tenersi aggiornati fanno la differenza agli occhi di un selezionatore.

Ottenere certificazioni riconosciute

Oltre al titolo di laurea, conseguire alcune certificazioni professionali può rafforzare il vostro curriculum e dimostrare competenze specifiche a livello internazionale. Tra le più apprezzate dal mercato vi sono, ad esempio, la Certified Ethical Hacker (CEH), che attesta le capacità di un esperto di pensare e agire come un hacker etico per testare la sicurezza dei sistemi, o la CompTIA Security+ (orientata alle basi della sicurezza informatica), fino a certificazioni più avanzate come la CISSP (Certified Information Systems Security Professional) per chi ambisce a ruoli di senior security manager. Queste certificazioni, rilasciate da enti internazionali, richiedono spesso il superamento di esami e in alcuni casi anni di esperienza, ma possono valer la pena: ad esempio la CEH è riconosciuta globalmente ed è molto apprezzata dalle organizzazioni che cercano professionisti in grado di proteggere reti e sistemi. Informatevi sulle certificazioni più adatte al vostro profilo e livello di carriera: all’inizio potete puntare su quelle junior (come Security+ o Cybersecurity Fundamentals), poi man mano progredire.

Mentorship e testimonianze

Cercate ispirazione nelle esperienze di professionisti affermati. Leggere interviste, libri o blog di esperti italiani della cybersecurity può offrire spunti preziosi. Spesso condividono consigli su come hanno iniziato loro: alcuni, come gli “ethical hacker” italiani di fama, raccontano di aver coltivato fin da giovani una forte passione, dedicando tempo extra a smontare computer, capire i virus o partecipare a comunità online. Altri sottolineano l’importanza di un approccio etico e della responsabilità in questo mestiere. Ad esempio, c’è un consenso tra gli addetti ai lavori sul fatto che in cybersecurity non si smette mai di imparare e che umiltà e curiosità sono qualità fondamentali: ogni incidente è un’occasione per migliorare, ogni nuova tecnologia una sfida da studiare. Se possibile, individuare un mentor – un docente, un professionista conosciuto a un evento, un collega più esperto – disposto a guidarvi o semplicemente a rispondere alle vostre domande: avere un punto di riferimento può facilitare molto l’ingresso nel settore.

Considerare le proprie attitudini

Ovvero ci sono persone più portate a progettare e persone più orientate a testare o gestire emergenze sotto stress. Questo può influire molto sulle scelte all’interno della stessa famiglia professionale.

In aggiunta a questi consigli, vale la pena ricordare che la lingua inglese è lo standard nel mondo tech: investite tempo nel migliorare il vostro inglese tecnico, poiché molta documentazione, corsi online e persino certificazioni sono disponibili solo in questa lingua.

Formazione STEM in ambito cybersecurity, un viaggio ricco di opportunità

Scegliere un percorso universitario orientato alle discipline STEM e, in particolare, alla sicurezza informatica, significa investire su sé stessi in un campo che offre stabilità, crescita e una missione importante. I dati e le tendenze in Italia parlano chiaro: la digitalizzazione avanzata del nostro Paese ha urgente bisogno di giovani competenze, e chi possiede conoscenze di cybersecurity si troverà ad avere un ruolo cruciale e rispettato. Certo, il percorso non è semplice – richiede impegno nello studio, aggiornamento continuo e capacità di adattamento – ma le ricompense in termini di realizzazione professionale ed economica sono rilevanti. Come emerso, la domanda di esperti è in aumento costante e le istituzioni stanno promuovendo iniziative per colmare il gap, dal potenziamento dei corsi universitari specifici a programmi come oliCyber e CyberChallenge rivolti ai più giovani.

Agli studenti che oggi sono indecisi su quale strada intraprendere, possiamo dunque consigliare di prendere in considerazione la cybersecurity non solo per le prospettive di impiego, ma anche per la natura stimolante del lavoro. Significa entrare in un ambiente in cui si impara ogni giorno qualcosa di nuovo, dove si lavora spesso in team e si ha la soddisfazione di risolvere problemi reali proteggendo persone e organizzazioni. In un mondo sempre più connesso, gli esperti di sicurezza informatica saranno figure chiave: poter dire di far parte di questa schiera di professionisti, che fungono da “guardiani” dell’era digitale, è motivo di orgoglio oltre che un vantaggio competitivo.

In conclusione, la formazione STEM in ambito informatico con focus sulla cybersecurity rappresenta per i giovani un viaggio ricco di opportunità. È un investimento sul futuro proprio e altrui: il proprio, perché apre porte a carriere gratificanti; quello della collettività, perché contribuisce a rendere il cyberspazio più sicuro per tutti. Chi è appassionato di tecnologia, chi ama le sfide intelligenti e vuole rendersi utile in un settore di frontiera, troverà in questa scelta un percorso altamente motivante. L’augurio è che sempre più ragazze e ragazzi colgano questa sfida: il mondo digitale di domani avrà bisogno del loro talento e della loro competenza. Sicuramente, con dedizione e formazione adeguata, la cybersecurity può diventare per molti non solo una scelta universitaria vincente, ma una vera passione e professione per la vita.

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