La Commissione Europea ha lanciato ufficialmente l’AI Continent Action Plan , un programma ambizioso che aspira a fare dell’Europa il primo polo mondiale di intelligenza artificiale aperta, etica e sovrana. L’obiettivo è chiaro: trasformare l’Unione in un hub tecnologico globale, capace di competere con le grandi potenze, Stati Uniti e Cina in testa, e di affermare un modello europeo basato su regole, trasparenza e diritti fondamentali.
Questo piano non nasce nel vuoto: arriva in un momento di profondo riposizionamento globale, con tensioni commerciali in crescita , dazi digitali europei sempre più probabili, e Big Tech americane che dominano il mercato ma restano opache nei modelli di business, nella governance dei modelli fondazionali e nella gestione dei dati.
Sul versante orientale, la Cina accelera su un’AI iper-centralizzata, pervasiva e autoritaria.
Indice degli argomenti
Ai continent action plan dell’Europa
Il piano della Commissione si articola in cinque aree strategiche, ognuna con un set operativo di strumenti e investimenti:
1. Infrastrutture di calcolo: AI Factories e Gigafactories
La potenza computazionale è la nuova moneta dell’intelligenza artificiale. L’UE investirà 10 miliardi entro il 2027 per creare 13 AI Factories, veri e propri ecosistemi regionali dotati di supercomputer ottimizzati per AI, data labs, competenze e servizi. Parallelamente, partirà la costruzione di fino a 5 AI Gigafactories, strutture ispirate al modello CERN, capaci di supportare lo sviluppo di modelli AI con centinaia di trilioni di parametri. Qui la posta in gioco è altissima: si parla di modelli fondazionali europei, addestrati su infrastrutture sovrane, in grado di alimentare ricerca, sanità, industria e pubblica amministrazione.
Le AI Factories italiane (IT4LIA), coordinate da CINECA, rappresentano uno snodo chiave per l’intero sistema nazionale.
AI Factory | Paese | Centro ospitante | Focus principali (ove noto) |
IT4LIA | 🇮🇹 Italia | CINECA, Bologna | Sanità, agrifood, cultura, cybersecurity |
LUMI AIF | 🇫🇮 Finlandia | CSC, Kajaani | Supercalcolo, AI generativa, simulazione |
HammerHAI | 🇩🇪 Germania | Univ. di Stoccarda | Applicazioni industriali |
Meluxina-AI | 🇱🇺 Lussemburgo | Bissen | Startup, ricerca, settore pubblico |
BSC AIF | 🇪🇸 Spagna | Barcellona | Manifattura, ricerca scientifica |
AIZF | 🇫🇷 Francia | Bruyères-le-Châtel | Sicurezza, difesa, AI testing |
JAIF | 🇨🇿 Rep. Ceca | LUMI-G | AI per servizi pubblici e industria |
AIF Austria | 🇦🇹 Austria | Vienna | Salute, sostenibilità, smart city |
MIMIR | 🇸🇪 Svezia | Univ. di Linköping | Medicina, bioinformatica |
PIAST AIF | 🇵🇱 Polonia | Poznań | Applicazioni per l’industria pesante |
SLAIF | 🇸🇮 Slovenia | Maribor | Manifattura intelligente |
BRAIN++ | 🇧🇬 Bulgaria | Sofia | Sanità, scienze della vita |
Pharos | 🇹🇷 Turchia | Ankara | Servizi pubblici, applicazioni locali |
Tutti i centri saranno interconnessi e accessibili attraverso un unico punto di accesso europeo (EuroHPC).
Le tredici AI Factories selezionate dalla Commissione Europea nell’AI Continent Action Plan, rappresentano il cuore pulsante della nuova infrastruttura continentale per l’intelligenza artificiale. Distribuite strategicamente tra Italia, Finlandia, Germania, Spagna, Francia, Austria e altri Stati membri, queste “fabbriche di AI” combinano supercalcolo, dati di alta qualità e talenti per favorire l’innovazione e l’adozione di soluzioni AI in tutti i settori strategici europei. Ogni AI Factory avrà specializzazioni tematiche – dalla salute alla manifattura, dalla cultura alla cybersicurezza – e sarà accessibile attraverso un portale unico gestito da EuroHPC, con priorità a startup, PMI e progetti di ricerca europei. Le AI Factories saranno collegate a Data Labs, Testing Facilities e alla futura AI Skills Academy, creando un ecosistema sinergico e interoperabile. Il tutto sotto il segno della trasparenza, della sostenibilità e della sovranità tecnologica europea.
2. Accesso ai dati: nasce la Data Union
L’Europa ha compreso che senza dati di qualità, aggiornati e interoperabili, l’intelligenza artificiale resta poco più di una promessa. Per questo il secondo asse dell’AI Continent Action Plan si concentra sulla costruzione di un ecosistema europeo dei dati, fondato su condivisione, governance distribuita e fiducia. Nasce così la strategia Data Union, che punta a rendere disponibili grandi volumi di dati eterogenei e affidabili, nel rispetto dei principi del GDPR e delle normative nazionali. L’architettura sarà fondata su:
- Common European Data Spaces, già attivi in settori come salute, agricoltura, industria, energia e pubblica amministrazione, che verranno ampliati e integrati;
- Data Labs all’interno delle AI Factories, che cureranno il ciclo di vita dei dati: raccolta, anonimizzazione, validazione, catalogazione, accessibilità;
- Strumenti open source come SIMPL, che garantiranno la portabilità e interoperabilità tra dataset e applicazioni AI;
- Meccanismi di data altruism e data donation, incentivando cittadini e organizzazioni a contribuire al bene comune digitale.
Un altro elemento chiave sarà la valorizzazione dei dati pubblici e delle banche dati governative: la Commissione prevede linee guida vincolanti per assicurare che i dataset della PA siano machine-readable, accessibili tramite API e aggiornati secondo standard comuni. Inoltre, verranno istituite AI Data Trusts come modelli di governance partecipativa, a garanzia dell’uso responsabile e finalizzato dei dati.
L’obiettivo finale è creare un’infrastruttura dati che alimenti le AI Factories, abiliti sperimentazioni transfrontaliere e consenta alle imprese europee di costruire modelli efficaci senza dipendere da fonti extra-UE. Una Data Union al servizio della sovranità tecnologica e dell’innovazione etica.
3. Competenze e talenti: verso l’AI Skills Academy con l’AI Continent Action Plan,
La crescita di un ecosistema europeo dell’intelligenza artificiale non può prescindere da una profonda trasformazione del capitale umano. Oggi l’Europa sconta un significativo divario di competenze: meno del 15% delle aziende UE utilizza l’AI e, secondo l’AI Index Report 2025, solo il 3,4% dei laureati in discipline STEM in Europa ha una specializzazione avanzata in AI, a fronte del 15% negli Stati Uniti e del 18% in Cina. La carenza di esperti specializzati limita la capacità di innovare in modo diffuso e inclusivo, e rischia di lasciare l’Europa indietro nella corsa globale all’intelligenza artificiale.
Per colmare questo gap, il piano prevede un approccio sistemico articolato su più livelli:
- AI Skills Academy: una nuova piattaforma europea che offrirà formazione modulare, master, corsi brevi e dottorati industriali in stretta collaborazione con università, centri di ricerca e imprese. L’obiettivo è formare 1 milione di professionisti entro il 2030.
- Corso di laurea europeo sulla Generative AI: una prima sperimentazione pilota in collaborazione con reti universitarie di almeno 8 Stati membri, con percorsi bilingue, stage obbligatori e partnership industriali.
- Reskilling e Upskilling: programmi dedicati a lavoratori over 45 e professionisti non STEM, con particolare attenzione al settore pubblico e alla trasformazione dei ruoli amministrativi.
- Digital Innovation Hubs: rafforzati nel loro ruolo di facilitatori territoriali, offriranno training tecnico, mentoring, supporto al change management e prototipazione rapida per startup e PMI.
- AI Talent Pool e borse di studio: iniziative per attrarre e trattenere i migliori profili, inclusi incentivi fiscali per le imprese che assumono esperti AI e borse per studenti europei e internazionali.
- Rimozione degli ostacoli alla mobilità: tramite la revisione delle direttive su visti e permessi per studenti e ricercatori extra-UE, l’Europa intende posizionarsi come destinazione globale per la formazione e la ricerca AI.
Non si tratta solo di formare specialisti tecnici: la sfida è creare competenze trasversali, integrare l’AI nei percorsi scolastici e professionali, e costruire una cultura dell’innovazione accessibile a tutti. Solo così l’Europa potrà diventare un vero Continente della conoscenza AI.
4. Adozione e sviluppo di soluzioni AI nei settori strategici
Con la strategia Apply AI, la Commissione Europea mira a trasformare i comparti produttivi e i servizi strategici attraverso un’adozione pervasiva, responsabile e integrata dell’intelligenza artificiale. Non si tratta solo di favorire la diffusione di tecnologie esistenti, ma di accompagnare imprese, pubbliche amministrazioni e centri di ricerca in un percorso di sperimentazione, personalizzazione e scalabilità delle soluzioni AI.
Le aree di intervento includono:
- Industria manifatturiera: utilizzo dell’AI per l’ottimizzazione della supply chain, manutenzione predittiva, controllo qualità, robotica intelligente e personalizzazione della produzione.
- Settore sanitario: strumenti di diagnosi assistita, predizione dei bisogni clinici, pianificazione delle risorse ospedaliere e modelli di supporto alle decisioni terapeutiche.
- Agrifood: applicazioni di precision farming, gestione predittiva dei raccolti, monitoraggio ambientale e ottimizzazione dell’uso di risorse naturali.
- Cultura e creatività: uso dell’AI per la digitalizzazione del patrimonio, generazione di contenuti, accessibilità linguistica e personalizzazione delle esperienze culturali.
- Sicurezza informatica: rafforzamento delle capacità di rilevazione, risposta e prevenzione delle minacce digitali con AI adattativa.
- Automotive e mobilità: supporto alla guida autonoma, ottimizzazione del traffico urbano, logistica intelligente e gestione predittiva delle flotte.
L’intervento pubblico sarà determinante: le pubbliche amministrazioni svolgeranno il ruolo di early adopters grazie a programmi di procurement innovativo e sandbox regolamentari. Saranno potenziate le facilities per il test e la sperimentazione (TEFs) e i Digital Innovation Hubs fungeranno da sportelli unici per le imprese che vogliono integrare soluzioni AI nei propri processi. Infine, l’azione sarà accompagnata da strumenti finanziari e fiscali per agevolare gli investimenti, nonché da una rete di competence center che garantiranno consulenza tecnica, valutazione dell’impatto e accompagnamento al mercato. L’obiettivo è triplice: aumentare la produttività, ridurre l’impatto ambientale e rafforzare la resilienza competitiva dell’economia europea.
5. Regole semplici, fiducia alta: verso l’attuazione dell’AI Act
L’approvazione dell’AI Act da parte dell’Unione Europea ha rappresentato un passo storico: è il primo regolamento al mondo che definisce un quadro giuridico vincolante per lo sviluppo, l’utilizzo e la commercializzazione dell’intelligenza artificiale. Ma ora si apre la fase più delicata: l’attuazione concreta. Per questo la Commissione ha previsto l’istituzione dell’AI Office e di un AI Act Service Desk, uno sportello unico europeo che offrirà linee guida operative, strumenti digitali gratuiti, check-list di conformità, supporto tecnico e consulenza legale per le PMI, startup, ricercatori e PA. Il Service Desk sarà attivo da luglio 2025 e opererà in sinergia con gli organismi nazionali di controllo. Oltre alla consulenza, verranno forniti strumenti di self-assessment per la classificazione del rischio dei sistemi AI (minimo, limitato, alto, inaccettabile) e librerie condivise di dataset certificati e moduli open source per lo sviluppo conforme. Particolare attenzione sarà data agli AI sandbox normativi, ambienti protetti in cui aziende e PA potranno testare applicazioni AI innovative sotto la supervisione delle autorità di regolazione, con procedure accelerate e sostegno tecnico. Questi sandbox saranno fondamentali per stimolare l’innovazione responsabile, soprattutto nei settori sensibili come la salute, la giustizia, l’istruzione, la finanza e il lavoro. L’obiettivo dichiarato è trasformare la compliance in un vantaggio competitivo per l’ecosistema europeo.
Rendere semplice, accessibile e chiaro il quadro normativo sarà essenziale per aumentare la fiducia degli utenti e degli investitori e garantire uno sviluppo dell’AI che sia sicuro, etico e conforme ai valori europei. Un passaggio cruciale, perché senza fiducia, trasparenza e accompagnamento pratico, l’adozione dell’AI rischia di rallentare, o di concentrarsi solo in grandi aziende con capacità legale e tecnica. La sfida ora è mettere la regolazione al servizio dell’innovazione, e non il contrario.
AI e geopolitica: perché l’Europa non può restare neutrale
Il piano europeo si inserisce in una competizione globale sempre più polarizzata, dove la sfida dell’intelligenza artificiale è al tempo stesso tecnologica, economica e strategica.
- Le Big Tech americane continuano a detenere il monopolio delle principali piattaforme e dei modelli fondazionali, con un approccio al mercato basato su opacità, integrazione verticale, utilizzo aggressivo dei dati e modelli di business che spesso ignorano le regole sulla privacy, sulla concorrenza e sulla trasparenza. Questi attori stanno imponendo un ritmo di sviluppo e una narrazione dell’AI che rischia di marginalizzare le alternative.
- La Cina, come documentato anche nel mio articolo su Agenda Digitale, rappresenta l’altra estremità del paradigma: un’AI statalizzata, usata per il controllo sociale, la sorveglianza di massa, l’ingegneria predittiva del comportamento dei cittadini. Una visione centralizzata, efficace ma lontana dai principi di libertà, pluralismo e democrazia.
- Gli Stati Uniti, nel frattempo, stanno adottando dazi digitali, restrizioni all’export di chip e tecnologie avanzate e norme di sicurezza nazionale che di fatto rafforzano la loro autonomia strategica. L’Europa resta invece dipendente dalle infrastrutture hardware, dai modelli cloud proprietari e dai semiconduttori prodotti in Asia e America.
In parallelo, stiamo assistendo alla corsa alla nuova architettura dell’intelligenza artificiale: modelli multimodali, agenti AI autonomi, sistemi multi-agent e integrazione in tempo reale con ambienti fisici e digitali. Un’evoluzione che potrebbe concentrare ancora di più il potere in mano a pochi attori globali, alimentando bolle speculative, disuguaglianze nell’accesso, e rischi di distorsione cognitiva e sociale. In questo contesto, l’AI Continent Plan non è solo una roadmap tecnologica, ma una presa di posizione culturale e politica. L’Europa punta a sviluppare un’AI:
- etica e sostenibile, che consideri l’impatto ambientale dell’addestramento e dell’inferenza;
- trasparente, nella logica e nei meccanismi decisionali;
- inclusiva, accessibile anche a PMI, territori periferici, PA e cittadini;
- resiliente, fondata su infrastrutture e modelli sovrani;
- responsabile, capace di contrastare l’uso distorto dell’AI a fini autoritari, predatori o manipolativi.
Solo così l’Europa potrà evitare di trovarsi schiacciata tra due modelli dominanti: quello delle piattaforme americane e quello autoritario del capitalismo di Stato cinese.
Dalla visione all’esecuzione dell’AI Continent Action Plan
Il successo del piano dipenderà dalla capacità di attuazione concreta e coraggiosa: occorrono governance forti, alleanze pubblico-private, strumenti rapidi, interoperabili e accessibili, ma anche una visione industriale di lungo periodo. Il rischio è duplice: che tutto resti sulla carta, oppure che i fondi vengano polverizzati in una miriade di iniziative scollegate e poco incisive.
L’Europa non può più permettersi esitazioni. Deve dotarsi di una cabina di regia solida, capace di gestire la complessità, orientare le risorse verso i nodi strategici (dati, calcolo, competenze), integrare verticalmente i progetti e favorire la collaborazione transfrontaliera. Serve una logica sistemica e non episodica, che unisca innovazione tecnologica, sostenibilità economica, coesione sociale e attrattività geopolitica. La trasformazione in “AI Continent” passa anche dalla capacità di intercettare nuove sfide emergenti: l’ascesa degli AI Agents, le architetture multi-agente, il rischio di bolle speculative intorno ai foundation model, la necessità di definire un mercato europeo dell’AI affidabile, con meccanismi di certificazione, accountability e remunerazione dei dati.
È una sfida anche di linguaggio, cultura e modello economico. La direzione è tracciata, se l’Europa saprà investire su se stessa con coraggio, metodo e ambizione, potrà davvero diventare un AI continent, non per imitazione dei modelli dominanti, un punto di riferimento per un’intelligenza artificiale al servizio delle persone, dei territori e del progresso condiviso.