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Corbetta (Mise): “Il primo portale crowdfunding, altri in arrivo”

Da pochi giorni Consob ha abilitato il primo portale di equity crowdfunding: si tratta di Stars Up, Livorno. L’autunno del 2013 sarà ricordato per il radicarsi in Italia di questo strumento che può essere metafora del modo in cui l’Italia potrebbe superare la crisi: abbandono dei personalismi, ricorso a una logica collettiva

Pubblicato il 01 Nov 2013

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La rivoluzione ora è partita a tutti gli effetti. “E’ la Stars Up srl, con sede a Livorno, la prima società iscritta nel registro dei gestori di portali per la raccolta di capitali di rischio da parte di start-up innovative, il cosiddetto equity crowdfunding”. Queste scarne parole, contenute in una newsletter diffusa in settimana da Consob, segnano un giro di boa per l’affermazione nel nostro Paese di quel pionieristico fenomeno economico noto come equity crowdfunding. Non solo. È già stata espressa l’intenzione di registrarsi da parte di una decina di portali. Molto probabilmente ce ne sarà quindi una proliferazione a breve. C’è di che essere orgogliosi: l’Italia è il primo Paese a livello mondiale ad essersi dotato di una normativa specifica e organica relativa all’equity crowdfunding.

Ricordiamo che, letteralmente, crowdfunding significa “finanziamento dalla folla”: consiste nella raccolta di fondi che avviene online attraverso reti di contatti – di solito si parte dai familiari e dagli amici – e che, sfruttando l’enorme capillarità del web e dei social media, può giungere ad attirare attenzione (e donazioni) dalla massa. In genere vi si ricorre per finanziare campagne di beneficenza, progetti creativi o iniziative con finalità pubbliche, e il ritorno per il “finanziatore” può esplicitarsi tanto nella mera gratificazione di veder nascere il progetto finanziato, quanto nel conferimento di una piccola ricompensa materiale (ad esempio, un gadget).

Particolare menzione merita quella variante del fenomeno, nota come equity crowdfunding, che si verifica quando il target del finanziamento (che in questi casi si connota come un vero e proprio investimento) è un’impresa nella fase iniziale del proprio ciclo di vita, e il ritorno per l’investitore consiste in quote del capitale azionario dell’impresa stessa; più propriamente, richiamando la definizione contenuta nell’apposita guida pubblicata da Consob, l’equity crowdfunding si verifica “quando tramite l’investimento on-line si acquista un vero e proprio titolo di partecipazione in una società: in tal caso, la “ricompensa” per il finanziamento è rappresentata dal complesso di diritti patrimoniali e amministrativi che derivano dalla partecipazione nell’impresa”.

Il primato italiano è proprio nella variante equity.

Su iniziativa del Ministero dello Sviluppo economico , il “Decreto Crescita 2.0” (decreto legge n. 179/2012, convertito nella legge n. 221 del 17 dicembre 2012), ha dettato la disciplina primaria dell’attività di raccolta di capitali di rischio da parte di startup innovative tramite portali on-line.

La Consob, in attuazione della delega affidatale in norma primaria ed in seguito ad un virtuoso processo di consultazione pubblica che, in un’ottica di trasparenza, apertura e accountability, ha permesso ai più importanti operatori del mercato di commentare una prima bozza di legislazione di dettaglio pubblicata a marzo, ha poi emanato il Regolamento sulla raccolta di capitali di rischio da parte di start-up innovative tramite portali on-line, entrato in vigore a fine luglio.

Il regolamento ha definito, in nome della tutela degli investitori, alcuni requisiti minimi cui i portali devono adempiere per poter esercitare la propria attività; ed è ai sensi di questa disciplina che Consob, dopo aver effettuato le opportune valutazioni, ha accolto – fatto senza precedenti – l’istanza di iscrizione al Registro dei Gestori di portali di equity crowdfunding avanzata da Stars Up.

L’idea di raccogliere fondi da vari donatori o investitori non è certamente nuova, ma il crowdfunding va ben oltre questo. Affonda le proprie radici nel concetto di “microfinanza”, ovvero la nozione secondo la quale piccole somme, quando aggregate, possono fare la differenza. E può essere visto come un modello innovativo di finanziamento tipico della società moderna, in grado di rispondere al vuoto lasciato dalla finanza speculativa. Non a caso, questo tema sarà al centro della Settimana dell’Investimento Sostenibile e Responsabile che, dal 5 al 12 novembre, si articolerà in una serie di eventi su tutto il territorio nazionale.

Questa manifestazione avrà luogo a poche settimane da Crowdfuture, un’importante incontro che, lo scorso 19 ottobre, ha portato a Roma i più importanti esperti di crowdfunding a livello europeo, richiamando l’attenzione di diversi media nazionali (particolare menzione merita lo speciale prodotto da Rai Educational).

L’autunno del 2013 è dunque destinato ad essere ricordato come il momento decisivo per il radicamento nel nostro Paese dell’equity crowdfunding: uno strumento che, incarnando una logica di risoluzione collettiva dei problemi, pare quasi ergersi a metafora del processo cui l’Italia dovrebbe ricorrere per superare la crisi.

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