Piano nazionale

Procurement innovativo, tutti i compiti della nuova Cabina di Regia

L’evoluzione dell’eProcurement, anche in chiave di adeguamento alle norme europee, dalle norme sulla digitalizzazione previste dal Codice degli Appalti, al piano nazionale al quale lavora la Cabina di Regima: ecco le istituzioni coinvolte, la mission e le principali sfide

Pubblicato il 27 Mar 2017

Virginia Alongi

avvocato, Studio Prosperetti & Associati

acquistipa

Tra le priorità in materia di Codice degli Appalti, visto l’espresso mandato del legislatore europeo, vi è quella di dare piena e completa attuazione al processo di digitalizzazione, tra l’altro, delle procedure di approvvigionamento di beni e servizi delle Pubbliche Amministrazioni.  L’obiettivo non è da poco nella misura in cui l’e-procurement, così come da ultimo concepito, lungi dall’essere un mero strumento operativo, costituisce l’imperdibile opportunità di tradurre i principi, primi tra tutti di imparzialità e trasparenza, in vera e concreta garanzia di accesso al mercato di tutti gli operatori economici che, conseguentemente, possono concorrervi liberamente.

Come ormai noto, molteplici e diverse sono le disposizioni normative che prevedono, a vari livelli e secondo specifiche modalità, la digitalizzazione delle fasi di acquisto e negoziazione di beni, servizi e lavori pubblici e della conseguente fase esecutiva. Nell’economia del presente contributo, basti far riferimento all’articolo 44 del Codice, rubricato “Digitalizzazione delle procedure”, in base al quale entro un anno dalla data di entrata in vigore della legge (quindi, entro il aprile 2017) devono essere definite con decreto del Ministro per la semplificazione, di concerto con il Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, sentita l’Agenzia per l’Italia Digitale (AGID) nonché dell’Autorità garante della privacy per i profili di competenza, le modalità di digitalizzazione delle procedure di tutti i contratti pubblici, anche attraverso l’interconnessione per interoperabilità dei dati delle pubbliche amministrazioni.

Nel quadro normativo in esame, ampiamente stratificato e non scevro di contraddizioni, considerate anche le varie leggi di stabilità e i provvedimenti di spending review che si sono succeduti a partire dagli anni 2000, si inserisce l’art. 212 del Codice che, proprio al fine di governare in maniera uniforme ed unitaria il settore degli appalti pubblici,  ha previsto l’istituzione di una Cabina di Regia in seno alla Presidenza del Consiglio dei Ministri. Alla Cabina, istituita con Dpcm 10 agosto 2016 recante “Composizione e modalità di funzionamento della Cabina di regia”, – G.U. del 31 agosto 2016, n. 293 -, sono state attribuite funzioni di indirizzo e di coordinamento allo scopo, appunto, di dare attuazione al nuovo Codice Appalti, attraverso il coordinamento dell’operato di tutti i soggetti coinvolti al fine di perseguire unitarietà e correttezza giuridica, anche in relazione all’impatto del nuovo Codice sul contesto nazionale ed europeo. Molteplici, dunque, i compiti cui è chiamata a rispondere la Cabina tra i quali quelli di:

  • effettuare una ricognizione sullo stato di attuazione del codice e delle difficoltà pratico/operative riscontrate dalle stazioni appaltanti e ciò in un’ottica correttiva e di miglioramento;
  • predisporre un piano di azione per l’adozione coordinata di decreti e linee guida, nonché́ della loro raccolta in testi unici integrati, organici e omogenei, al fine di assicurarne tempestività̀ e coerenza;
  • esaminare le proposte di modifiche normative al fine di valutarne l’impatto sulla legislazione vigente, anche attraverso il supporto alla competente struttura della Presidenza del Consiglio dei ministri;
  • promuovere accordi, protocolli di intesa, convenzioni, anche con associazioni private per agevolare la bancabilità̀ delle opere pubbliche.

Alla Cabina di regia, poi, ai sensi del comma 1, lett. d) dell’art. 212 del Codice, è stato affidato il compito di “promuovere la realizzazione, in collaborazione con i soggetti competenti, di un piano nazionale in tema di procedure telematiche di acquisto, al fine della diffusione dell’utilizzo degli strumenti informatici e della digitalizzazione delle fasi del processo di acquisto”. L’idea di predisporre un vero e proprio piano di e-procurement costituisce un traguardo ambizioso che si inserisce in un contesto solcato dalla tradizione europea, in questo senso già notevolmente avanzato. Si pensi alle esperienze di altri paesi maturate già da tempo nell’ambito del progetto PEPPOL (Pan-European Public Procurement Online),  a cui l’Italia ha aderito, finalizzato all’abbattimento delle barriere tecnologiche, attraverso piattaforme digitali interoperabili per favorire la concorrenza nel mercato.

In tale prospettiva, è auspicabile che il modus operandi della Cabina sia ampio, di respiro europeo e votato ai requisiti che i sistemi di acquisto e negoziazione, per essere digitali, devono possedere e cioè: standardizzazione, trasparenza, interoperabilità, semplicità e concorrenza. La Cabina, composta da diverse figure istituzionali (il capo del Dipartimento per gli Affari giuridici e legislativi della Presidenza del Consiglio dei ministri, il capo dell’Ufficio legislativo del MIT, il ministero dei Trasporti, un rappresentante del Dipartimento per le politiche europee della Presidenza del Consiglio dei ministri,  due rappresentanti del MEF, il ministero delle Finanze, un rappresentante ANAC, autorità anticorruzione, tre rappresentanti delle regioni e province autonome, tre rappresentanti delle autonomie locali,  un rappresentante AGID, un rappresentante CONSIP), potrà essere altresì rafforzata, su nomina presidenziale, di un numero massimo di dieci esperti in materia di appalti e concessioni, e potrà confrontarsi, per lo svolgimento di specifici compiti, anche con rappresentanti di altri organismi pubblici o privati operanti nei settori appalti e concessioni. (art. 1, commi 3 e 4 del Dpcm).

La Cabina si riunisce secondo il calendario stabilito dal Presidente al fine verificare gli adempimenti di cui al richiamato art. 212, comma 1, del D.lgs. 50/2016 con particolare riferimento allo stato di attuazione dello stesso nonché per la predisposizione delle proposte di modifica e correzione e per la segnalazione all’ANAC di eventuali specifiche violazioni da parte di operatori economici o stazioni appaltanti relative all’applicazione del Codice stesso. Con l’ausilio, eventualmente, di ANAC, spetta altresì alla Cabina il compito di predisporre e presentare alla Commissione europea una relazione di controllo contenente, se del caso, informazioni sulle cause più frequenti di non corretta applicazione o di incertezza giuridica, compresi possibili problemi strutturali o ricorrenti nell’applicazione delle norme, sul livello di partecipazione delle microimprese e delle piccole e medie imprese agli appalti pubblici e sulla prevenzione, l’accertamento e l’adeguata segnalazione di casi di frode, corruzione, conflitto di interessi e altre irregolarità gravi in materia di appalti e di concessioni.

La dotazione strutturale della Cabina, per l’assolvimento dei compiti e delle funzioni assegnatele dal legislatore, è integrata dal supporto logistico informativo ed informatico da un’apposita segreteria che fa capo alla Presidenza del Consiglio. Per quanto riguarda il ruolo della Cabina di Regia nella redazione del piano nazionale in tema di procedure telematiche di acquisto, sarà fondamentale che la libertà di accesso alle informazioni e il relativo controllo sistematico costituirà un modello per perseguire l’efficienza, la trasparenza, l’efficacia, nonché l’economicità dell’azione pubblica, ivi inclusa la performance dell’Amministrazione.

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