È passata mediaticamente sotto silenzio una delle osservazioni informali effettuate ai primi di luglio dalla Commissione UE sulla proposta di Accordo di Partenariato per l’Italia, base per l’accesso ai fondi strutturali europei 2014-2020.
Testualmente si legge:
· Condition 2.1 (digital growth)
Commission can evaluate this condition only when the National Digital Agenda will have been completed and adopted.
Completata e adottata. Perché il documento realizzato a supporto dell’Accordo, è chiaramente incompleto dal punto di vista strategico, di obiettivi misurabili, ma anche di assi di intervento (basti pensare all’eCommerce). Non per dimenticanza di chi lo ha redatto, ma perché è proprio questo lo stato dell’Agenda Digitale italiana.
Non è un caso che sia passato anche quest’anno il 30 giugno, data identificata dal decreto Crescita 2.0 (siamo a fine 2012) come scadenza per la presentazione annuale, da parte del Governo verso il Parlamento, della relazione sullo stato di avanzamento dell’Agenda Digitale e, in prima attuazione, “del progetto complessivo di attuazione dell’Agenda digitale italiana, delle linee strategiche di azione e l’identificazione degli obiettivi da raggiungere”. Prima attuazione che è saltata nel 2013 e che ancora aspettiamo.
Se l’innovazione, il digitale, sono davvero una delle condizioni per la crescita del Paese, come anche il Presidente Renzi ha affermato in particolare all’evento Digital Venice, allora il completamento della definizione dell’Agenda Digitale, delle strategie italiane sul digitale, meritano attenzione. Con la collaborazione dell’AgID.
Ci aspettiamo che anche su questa scadenza il governo fissi una data, a breve. Sanare questo ritardo, rapidamente, è necessario.