Memory Squad - 41° PUNTATA

Arrosto

Cronache dal futuro, a cura del docente visionario Edoardo Fleischner (Comunicazione crossmediale all’Università degli Studi di Milano, ma anche progettista crossmediale) per Agendadigitale.eu

Pubblicato il 08 Ago 2014

Edoardo Fleischner

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Sì sentì invadente l’accordo in re maggiore. Il quartiere intero vibrò. Gli alberi si spettinarono. I cespugli si ravvivarono. L’erba si abbrividì. Indice, medio e anulare sulle corde di metallo erano di pietra. Genstra Tzen salutava il tramonto. Un po’ livido. Un po’ umido. Un po’ sordo. Nella villetta di fronte. Lui era appiccicato al vetro. Gli piaceva la musica. Gli piaceva Genstra.

“È una casa sospetta… non esce mai… come fa a mangiare?” argomentava Xina Shaiira, agente analista del terreno e dell’ambiente, seconda in comando. “Ormai nessuno può avere in casa riserve di cibo… nè tantomeno produzione alimentare casalinga…” soppesava Shaiira. “Con le memorie che gestivano la vasca di alghe e il terrazzo vegetale, ogni abitazione aveva l’autonomia per anni… niente carne di alcun tipo… niente pesce… sostenibilità assoluta del pianeta…” verbosava pedante, “ma ora si è tornati all’antica chimera del chilometro zero… e la gente muore di fame! Ci vorranno anni prima che le vecchie pratiche possano dare i loro frutti…” si accalorava Shaiira. “Non si ripristina un metodo così antico in quattro e quattr’otto!” lapalissiava la comandante Akira Khaspros. “Dobbiamo intervenire… ma in assoluto silenzio… se ci sfugge, se raggiunge una colonia astrale, per tutti noi sarà finita molto presto!” martellava la comandante. “Certamente ha delle memorie alimentari funzionanti…” certificava, “stiamo parlando di memorie per noi, per la galassia, ora diventate strategiche… vitali! Irrinunciabili!” Incalzava la Khaspros, “il loro ripristino significa tornare a sfamare noi tutti, come fino a cinque mesi fa, prima che il grande ictus mnemonico azzerasse anche le memorie agroalimentari casalinghe…” La comandante imperiò: “Preparate le armi… con le buone o con le cattive, sono in gioco miliardi di esseri umani stremati… alla fame…!”

“Tre agenti con me! Andiamo!” Gli agenti erano già al piano strada del bus rosso a due piani, base di copertura della Memory Squad 11. Scesero ancora in corsa e afferrarono con mano allenata le loro biciclette d’ordinanza. “L’obbiettivo è una certa Genstra Tzen, musicista di strumenti antichi… una un po’ matta… riferiscono i vicini…” enunciò Xina Shaiira, “questo vuol dire che è più intelligente della media!” Le biciclette strapparono verso il quartiere degli artisti in collina.

Genstra appoggiò la chitarra d’antiquariato sul divano di velluto verde. La cassa armonica si accoccolò risuonando soddisfatta. Genstra guardò alla vetrata di fronte. Il suo spasimante spudorava. Genstra aprì un cassetto. Genstra afferrò un coltello grande. Di quelli per la carne che non si mangiava più da oltre un secolo. Vietata per legge. Genstra accese la luce. Si appoggiò al vetro. Alzò il coltello. Mimò un fendente. Poi un altro. Poi un altro. La sua enorme ombra replicava sdraiata sul prato antistante. Nel buio restante vide dei punti luminosi. Come fossero lucciole. “Polizia mimetizzata” pensò. Spense la luce. Le lucciole si aggrupparono. Genstra strinse il coltello. Felpatò verso il cassetto. Lo aprì nel silenzio assoluto. Estrasse un secondo coltello. E poi un terzo. E poi un quarto.

“L’avete vista?…” bisbigliò la comandate Khaspros. “ Ho visto un’ombra oltre la vetrata… con dei riflessi… E’ in casa. È ora di cena… Potremmo capire al volo come sta facendo funzionare le memorie alimentari…” “Si entra dalla porta principale. L’analisi d’area dice che la serratura è aperta!” Sgusciarono dentro. Il buio tagliato dal lume della strada. Un’ombra frusciante scorreva in fondo alla sala. Genstra usciva dalla stanza. Gli agenti si voltavano verso il cigolio. Genstra rientrava. Gli agenti si acquattavano. Genstra stringeva i coltelli. Genstra era senza respiro. Genstra aprì la porticina tripla del grande garage climatizzato e perfettamente insonorizzato. Era ora di cena ormai.

“Vi stavo aspettando” morbidò Genstra Tzen. “Se volete favorire… Siate miei ospiti! Spero che la musica sia di vostro gusto…” Nell’ovattato stanzone cento galline e qualche gallo razzolavano beati.

La comandante Akila Khaspros, per prima, addentò disgustata un croccante pollo arrosto.

(41-continua la serie. Ogni episodio è “chiuso”)

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