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Telco, la sfida Netflix si può vincere

Pubblicato il 16 Dic 2014

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Netflix è ormai sbarcata anche sul Vecchio Continente e incomincia ad affermarsi e scontrarsi con un mercato sicuramente complesso, con varie sfumature locali, come dimostrano in particolare le difficoltà incontrate in alcuni Paesi.

Di per sé nulla di sostanzialmente nuovo. Si tratta di un servizio SVOD (Video On Demand in abbonamento) accessibile semplicemente attraverso un servizio di accesso Internet, ma anche mediante i decoder dei vari attori Triple Play o Quadruple Play (fisso, mobile, Internet, TV) e, più in generale, l’insieme dei dispositivi di accesso a Internet.

Il suo successo dipenderà dalla qualità dell’offerta e dalla differenziazione rispetto ad altri servizi analoghi disponibili in Europa. Il prezzo è già uno standard, attorno ai 10 euro, in funzione della qualità video e del numero di accessi contemporanei.

Per gli operatori di telecomunicazioni è un’occasione per aggiungere valore alle proprie offerte, visto che la velocità in quanto tale (almeno con l’attuale incremento prestazionale) non riesce a giustificare un sostanziale incremento di spesa media. L’offerta multidevice, fino ai canali Ultra HD è, del resto, il naturale companatico della vera banda ultralarga.

Tutto semplice? Non del tutto, visto che negli altri Paesi europei gli accordi con gli operatori si sono scontrati subito con la negoziazione sul revenue sharing, visto che la politica di Netflix è lontana dal modello dei Telco che prevede di norma di trattenere poco meno di un terzo dei ricavi per il trasporto… Del resto, se è vero che in Europa nelle ore di punta YouTube consuma il 20% della banda e Netflix il 3%, negli Stati Uniti Netflix occupa il 34% delle risorse e YouTube il 13%.

In Francia, dopo un lungo braccio di ferro tutti gli operatori hanno siglato l’accordo, ad eccezione di Free e comunque non alle condizioni richieste inizialmente. Allo stesso tempo, almeno per il momento l’offerta di CanalPlay è sicuramente più ricca e lo scontro si preannuncia interessante.

La partita sarà sicuramente interessante in Italia, da un lato per effetto di un’offerta di TV generalista tradizionalmente molto ricca, ma anche perché è di fatto uno dei pochi Paesi dove gli operatori di telecomunicazioni hanno abbandonato il tradizionale modello di offerta Triple Play basata sull’IPTV. E’ noto come lo scenario si stia modificando in funzione dell’evoluzione degli accordi di Mediaset Premium e Sky con gli operatori di telecomunicazioni. In questo contesto, la prospettiva Netflix aggiunge ulteriore carne al fuoco.

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