Non credo che l’intenzione del Commissario straordinario al digitale, Diego Piacentini, di svincolare il domicilio digitale da Anpr e consentire ai Comuni di mantenere i database locali sia un passo indietro, perché l’Anpr si fa ma Coppola e Piacentini fotografano semplicemente la realtà, ovvero che i comuni vogliono entrare in Anpr con web service e possibilmente tenendo anche una copia dei propri dati per esigenze interne.
E’ chiaro che il tema bonifica è importante ma non si gestisce cosi velocemente anche perché molte tabelle di codifica sono arrivate solo qualche mese fa. E’ anche giusto avviare il domicilio senza aspettare l’Anpr. Per accelerare il tutto, noi le nostre proposte le abbiamo enunciate e scritte e Coppola ha una relazione depositata. Li ci sono dei suggerimenti utili. Ma se chi deve coordinare il progetto non si attiva, tutto dipenderà dai Comuni e dalle aziende con i loro tempi. Ripeto, credo senza voler essere saccente, dalla nostra audizione emerge chiaramente perché Anpr non va avanti. Adesso chi ha la responsabilità del progetto deve decidere cosa fare. Credo che il database locale e lo svincolo del domicilio digitale siano due interventi di buon senso che il Team digitale ha accolto forse anche dietro nostro suggerimento.
Poi, forse, il tema dietro l’Anpr è un altro: vogliamo creare l’Anagrafe unica per motivi di sicurezza o per velocizzare determinate procedure amministrative (vedi cambio di residenza o carta d’identità) o vogliamo crearla per implementarci sopra una architettura da cui erogare i servizi acquisendo dai Comuni queste competenze?
A chi potrebbe interessare una Anpr funzionante? Quale è il soggetto interessato che potrebbe con l’avallo dei Ministeri, candidarsi a sportello nazionale dei cittadini superando la logica costituzionale che dice che il Comune è l’ente di prossimità deputato ad erogare i servizi? La risposta la sappiamo tutti e guardando anche chi ci ha lavorato, qualche sospetto verrebbe. Io dico che il Team digitale di Piacentini dovrebbe percorrere altre strade che sono quelle dei servizi online vista anche la situazione dell’Italia rispetto all’Europa.
Se io fossi in loro direi a SOGEI: “la Web-app la rifacciamo noi da zero e la facciamo con l’intento di costruire i servizi che SOGEI non ha realizzato”.
Mi riferisco, ovviamente, ad una Web-app che consente alle Pubbliche amministrazioni e agli Ordini Professionali di ottenere visure o certificati o di poter dichiarare online un cambio di residenza, o prenotare un appuntamento per redigere un atto.