Ministero dell'Ambiente

Appalti: “bene l’obbligo dei criteri ambientali minimi”

Novità positive in materia di green procurement nel Correttivo Codice Appalti, inserito l’obbligo dei criteri ambientali minimi, i prodotti non ecologici fuori dal Mepa, il mercato elettronico della pubblica amministrazione.

Pubblicato il 24 Apr 2017

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Ci sono diversi punti a favore del green procurement nel Correttivo codice appalti, a partire dall’inserimento dell’obbligo dei Cam (i criteri ambientali minimi), per l’intero valore dell’appalto anche nelle categorie non connesse agli usi finali di energia. La precedente versione del Codice Appalti (il Dlgs 50/2016, sottoposto a correttivo) prevedeva che i criteri ambientali minimi fossero invece applicabili per una quota fino al 50% della basta d’asta. Questo emendamento ha il vantaggio di semplificare l’applicazione dei CAM nei servizi, laddove non era chiaro come poter richiedere un servizio conforme ai Criteri ambientali solo per il 50% del valore e quali elementi di costo computare a tal fine.
Inoltre è superata una criticità ben più importante che riguarda gli appalti di forniture. Il precedente limite del 50% poteva determinare, infatti, una disparità di trattamento fra destinatari di prodotti “ambientalmente migliori” per esempio con meno emissioni di polveri sottili, con minor contenuto di sostanze pericolose e destinatari dell’altro 50% di prodotti privi di tali caratteristiche. Inoltre gli emendamenti all’art. 34 “Criteri energetici ed ambientali”, chiariscono meglio che i CAM si applicano per le gare sotto e sopra la soglia di rilievo comunitario e per gli affidamenti diretti, procedure d’elezione per diverse categorie merceologiche oggetto di CAM. Ciò troverà il favore di tutte le imprese, anche italiane, che hanno investito nella qualità ambientale, nelle etichette ambientali, le quali finalmente saranno valorizzate nell’ambito delle commesse pubbliche a prescindere dal valore della procedura di affidamento.

Altro punto a favore del Correttivo è che questo obbligo, così come rideterminato, farà sì che il mercato elettronico della pubblica amministrazione possa essere revisionato, in modo tale che possano essere gradualmente rimossi tutti i prodotti che non sono conformi ai criteri minimi ambientali. Questo comporta anche una semplificazione nell’utilizzo di questo strumento che non ha, ad ora, la funzione di selezionare i prodotti, e perciò determina uno sforzo da parte delle stazioni appaltanti per individuare i migliori prodotti ambientali. Questo imporrà un’azione di responsabilizzazione e di impegno da parte di distributori o produttori, che dovranno rivedere i loro cataloghi. In tal modo si creerà una maggior sinergia fra il mondo della produzione, della distribuzione e gli acquirenti pubblici.

Per agevolare al massimo questa transizione, che comporterà uno sforzo da parte di tutti gli attori coinvolti, il Ministero dell’Ambiente sta proseguendo l’attività di revisione dei CAM anche allo scopo di semplificare le attività di verifica di conformità, cogliendo le opportunità in tal senso consentite dal nuovo quadro normativo sugli appalti pubblici,  sta rendendo il processo di approvazione dei CAM più partecipato possibile, in modo di dar tempo agli operatori economici di adeguarsi alle future richieste della PA e sta progettando un programma di formazione e assistenza tecnica per stazioni appaltanti ed operatori economici. Una importante sfida ma anche un’ineludibile dovere e opportunità ci attende, per la promozione di uno sviluppo più sostenibile e per contribuire a improrogabili obiettivi ambientali quali la riduzione delle emissioni di gas climalteranti, un uso più efficiente delle risorse”

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