L’obiettivo generale è “promuovere forme di cooperazione interistituzionale e diffondere soluzioni e pratiche amministrative tra le più innovative realizzate”.
I soggetti ammissibili sono Pubbliche Amministrazioni italiane. Il partenariato minimo per aderire consiste in non meno di tre Pubbliche Amministrazioni, di cui almeno 1 Ente Cedente e non meno di 2 Enti Riusanti.
Le spese finanziabili previste sono per:
- progettazione, direzione, coordinamento e monitoraggio dell’intervento finanziato.
- Individuazione di tutte le componenti del “kit del riuso” della buona pratica.
- Trasferimento della buona pratica. Evoluzione della buona pratica.
- Promozione, comunicazione e disseminazione dell’intervento.
In questo post ho espresso alcune riflessioni, e prime ipotesi, su come avviare contatti tra le PA per cominciare a predisporre proposte di progetti in partenariato.
Considerato che la scadenza dell’Avviso pubblico per inoltrare proposte è prevista per il 26 maggio 2017, quindi un mese esatto da ora, weekend inclusi, sorge una domanda spontanea: come fare in modo da porre velocemente in contatto diverse PA per costruire progetti finalizzati allo scambio di buone prassi?
Una condizione certa imposta dall’avviso è quella del partenariato minimo di 3 PA, quindi l’obiettivo principale iniziale è fare incontrare, con una certa fretta, l’offerta e la domanda di buone prassi delle PA.
Serve un database (di conoscenza condivisa) da creare in tempi rapidi.
Un’idea è quella di creare un modulo in cui si censiscono le PA, con un contatto email e con la descrizione della domanda o offerta della buona prassi. Le risposte del modulo sono immediatamente consultabili da chiunque, creando così una base di conoscenza aperta su domanda e offerta di buone prassi. La costruzione del partenariato, in tal maniera, viene agevolata dalla presenza del database.
Questo post nasce, quindi, con questa finalità.
Questo il modulo inserimento dati delle PA
A questo link vengono visualizzate le risposte in formato tabellare.
Le risposte sono disponibili anche qui in formato html.
I dati vengono, così, resi in modalità totalmente aperta, consultabili da chiunque, e rilasciati con licenza Creative Commons, BY (attribuzione agendadigitale.eu), SA (condividi allo stesso modo), versione 4.0, quindi una tipologia di licenza che permette un ampio riuso dei dati.
E’ una sperimentazione che, in attesa della disponibilità della piattaforma nazionale delle Comunità intelligenti, può servire allo scopo dell’Avviso pubblico dell’Agenzia della Coesione Territoriale.
Ora, se le PA condividono l’iniziativa, non resta che censirsi.