L’emanazione della circolare sul Freedom of Information Act (Foia), da parte della ministra per la semplificazione e la pubblica amministrazione Marianna Madia del 30 maggio (n.2/2017), si inserisce in una strategia più ampia e articolata che mira a sostenere l’efficace implementazione della normativa per il nuovo accesso civico (il Foia).
Questa si basa sia sulla conoscenza delle problematiche applicative che le amministrazioni incontrano, acquisita attraverso un’attività di monitoraggio; sia sull’individuazione di un centro di competenza nazionale per assistere le amministrazioni con indicazioni e strumenti operativi; sia sullo sviluppo progressivo di competenze diffuse per chi opera nelle PA.
Ricordiamo che la normativa cosiddetta Foia è stata introdotta nel nostro ordinamento con il decreto legislativo 97 del 2016 che reca la disciplina dell’accesso civico generalizzato.
Questa normativa è parte del più ampio disegno di riforma della pubblica amministrazione che ha ormai terminato il suo percorso di attuazione normativa con l’approvazione degli ultimi decreti legislativi attuativi della legge 124 del 2015.
In questo quadro, l’accesso civico generalizzato è senz’altro uno degli interventi che introduce il maggior grado di discontinuità con la situazione preesistente. La nuova normativa sancisce per la prima volta nel nostro paese il diritto di conoscere dati e documenti detenuti dalle istituzioni pubbliche da parte dei cittadini, di “chiunque” ne faccia richiesta senza dover dimostrare un interesse qualificato a conoscere quei dati e quei documenti, secondo il modello FOIA di origine anglosassone.
Si tratta di un vero e proprio cambiamento di paradigma nel modo di assicurare la trasparenza da parte delle PA e l’accesso ai dati e documenti. Quindi, quella FOIA è una normativa con un potenziale di innovazione importante del modo di operare delle PA e di gestire la relazione con i cittadini. Il risultato atteso più importante è il contributo che le PA potranno dare ad un dibattito pubblico sempre più informato.
Ma proprio per questo la implementazione della nuova disciplina costituisce una sfida che le pubbliche amministrazioni devono essere poste nella condizione di affrontare nel modo migliore.
Di qui il senso della nuova circolare. Questa strategia si inscrive in un disegno più ampio che il DFP sta ponendo in campo per sostenere l’implementazione della riforma della pubblica amministrazione. L’emanazione della circolare è dunque espressione della funzione generale di coordinamento della riforma della pubblica amministrazione e si pone in modo sinergico con le linee guida emanate da ANAC lo scorso dicembre, per la individuazione dei casi di esclusione e delle limitazioni all’accesso civico generalizzato ai sensi dell’art. 5-bis, comma 6 del dlgs 33 (cosi come modificato dalla normativa cosiddetta FOIA).
Riguardo alla Circolare (n.2/2007), vale la pena sottolineare tre elementi di metodo.
Il primo: essa trae vantaggio da quanto è stato rilevato nei primi mesi di applicazione della nuova disciplina. Il DFP ha raccolto direttamente delle evidenze presso le amministrazioni attraverso un’attività di monitoraggio rivolta ai ministeri che sarà ora estesa anche ad un campione ragionato di amministrazioni territoriali. Inoltre, sono state utilizzate analisi fatte da altri soggetti, a partire dalle OSC (ad esempio, il report “Ignoranza di Stato – Risultati e raccomandazioni dal primo monitoraggio nazionale sul Foia italiano” elaborato dall’associazione civica Diritto di Sapere). Cosi è stato possibile inquadrare le criticità più rilevanti riscontrate sia dalle PA, sia dai cittadini.
Il secondo: ai fini della stesura della circolare è stato instaurato un dialogo costruttivo con le amministrazioni. Dall’inizio dell’anno sono stati tenuti incontri periodici con i ministeri che saranno estesi anche ad altre amministrazioni per identificare non solo i problemi ma anche le possibili soluzioni.
Il terzo: il DFP ha potuto utilizzare il contributo di quanti hanno partecipato alla consultazione pubblica che, pur essendosi svolta in un lasso di tempo breve, ha fornito riscontri estremamente utili a migliorare l’efficacia delle indicazioni contenute nella circolare.
In particolare, la Circolare contiene indicazioni operative inerenti cinque ambiti e riassunte nella sezione FAQ del sito del Dipartimento: le modalità di presentazione della richiesta di accesso civico generalizzato; gli uffici competenti e i tempi di decisione; i controinteressati e i rifiuti non consentiti; il dialogo tra amministrazione e richiedenti; il ruolo del Registro degli accessi.
Per quanto concerne le modalità di presentazione della richiesta, la pubblica amministrazione non può dichiarare inammissibile una domanda di accesso generalizzato per motivi formali o procedurali. Il richiedente deve identificare i dati o i documenti ai quali desidera accedere e la pubblica amministrazione è tenuta a collaborare con il richiedente al fine di definire con precisione l’oggetto della domanda. Inoltre, la domanda può essere inoltrata con qualunque strumento: in via telematica, per fax o a mano. In particolare, la pubblica amministrazione deve indicare sul proprio sito istituzionale informazioni inerenti la procedura da seguire, i contatti dei soggetti responsabili, i formati della domanda di accesso.
Le “istruzioni per l’uso” contenute nella Circolare sono da considerare uno strumento dinamico da migliorare ed arricchire man mano che prosegue l’esperienza applicativa della disciplina dell’accesso civico generalizzato. Il nostro obiettivo è quello di allineare sempre più, anche nell’esperienza applicativa, il FOIA italiano alle buone pratiche emerse negli altri Paesi nei quali è stato adottato.