Le discussioni sull’Internet Governance che si sono tenute nell’incontro ITU WCIT di Dubai lo scorso dicembre proseguiranno nel 2013 con un calendario piuttosto denso. La novità è che questi temi sono saliti d’importanza nelle agende dei governi e lo vedremo chiaramente con i prossimi eventi.
I principi che hanno portato all’indubbio successo dell’ecosistema Internet vanno difesi poiché la platea formata da chi intende partecipare alla gestione e sviluppo della rete si allarga; è ovvio che la comunità Internet dovrà evolversi per tenere conto dei fattori di scala, per favorire la internazionalizzazione della gestione e per affermare i principi di cittadinanza globale nella rete. Occorrerà da parte dei difensori di questi principi una pazienza senza limiti nei prossimi anni.
Per prepararci a questo, il primo passo da fare è capire che cosa s’intende per Internet Governance. Il gruppo di lavoro Working Group on Internet Governance, costituito dalle Nazioni Unite nel 2004 in preparazione dello World Summit on Information Society tenutosi a Tunisi nel 2005, ha prodotto un documento che ha definito il significato di questa espressione.
“La governance di Internet è lo sviluppo e l’applicazione da parte dei governi, del settore privato e della società civile, nei loro rispettivi ruoli, di principi, norme, regole, procedure decisionali e programmi condivisi che determinano l’evoluzione e l’uso di Internet”
Questa definizione comprende gli aspetti del sistema degli indirizzi di Internet, quelli relativi all’accesso, ai criteri per lo instradamento delle transazioni e la neutralità della rete, alle sicurezze, agli aspetti relativi ai contenuti quali la salvaguardia della proprietà intellettuale, la difesa della privacy, lo spam, la libertà di espressione, il digital divide eccetera.
Non vi è dubbio che la discussione sui temi della Internet Governance continuerà e lo ITU (International Telecommunication Union delle Nazioni Unite) continuerà ad essere centrale anche dopo il WCIT (World Conference on International Telecommunication) tenutosi a Dubai dal 2 al 14 dicembre 2012.
In breve, che cosa ha prodotto il WCIT senza limitarsi a definire chi ha vinto e chi ha perso?
Il mondo potrà continuare a vivere con la vecchia versione dei trattati internazionali sulle telecomunicazioni (stipulata nel 1988) e con la nuova versione definita a Dubai, a partire dal 2015, per gli stati che la sottoscriveranno. Gli effetti sulle telecomunicazioni e sull’Internet non saranno comunque rilevanti.
A Dubai si è assistito ad un test politico che ha aperto un nuovo dibattito, di livello più alto, sul futuro di Internet. In sostanza il WCIT ha dato una spinta per piazzare la Internet Governance più in alto nella agenda dei governi, al livello delle crisi finanziarie e dei cambiamenti climatici per intendersi.
Non vi è da sorprendersi quindi che venga potenziata la rilevanza degli IGF (Internet Governance Forum), del WSIS (World Summit on Information Society) che verrà rilanciato 10 anni dopo quello di Tunisi; vi sarà quindi una rivitalizzazione dei consessi che operano entro le Nazioni Unite come il CSTD (United Nations Commission on Science and Technology for Development), UNDESA (United Nations Department of Economic and Social Affairs), UNESCO (United Nations Education, Scientific and Cultural Organization) e c’è da aspettarsi una maggiore attenzione in ambito G8 e G20 sui temi della Internet Governance.
I numerosi governi che sono stati presenti al WCIT hanno avuto occasione di confrontarsi sugli interessi e posizioni giocate dalla società civile e dal settore privato e sulla dicotomia tra una regolamentazione del tipo “top down” ed una regolamentazione con l’approccio “multi-stakeholder” del tipo “bottom up” (ndr. la dicitura inglese multi-stakeholder relativa ai modelli gestionali di ecosistemi complessi, come lo è Internet oggi, può essere tradotta in italiano con “portatori di interesse” ma usiamo da qui in avanti il termine inglese non comprensibile se tradotto letteralmente come “azionisti”) . Il gap concettuale tra i due approcci è apparso sin qui incolmabile e si è creato un clima del tipo “guerra fredda”. Il meccanismo tradizionale dei trattati intergovernativi ha dimostrato di essere incapace di produrre ciò che è necessario per affrontare i problemi globali e questo deve incoraggiare la adozione di un modello “multi-stakeholder” per gestire i temi della Internet Governance.
A Dubai si è assistito al ruolo crescente dalla società civile che sta meritando più attenzione. Appare evidente che vi sarà una lunga strada davanti poiché è necessario che si arrivi ad una comprensione più chiara dei concetti e delle posizioni che si sono confrontate in vari campi a Dubai.
Di seguito descrivo alcuni appuntamenti, organizzati nell’ambito delle Nazioni Unite, che nell’anno appena cominciato continueranno a tenere alta la attenzione sui temi della Internet Governance.
UNESCO febbraio
Nei giorni 25 – 27 febbraio 2013 si terrà presso l’UNESCO a Parigi il meeting “WSIS+10 review meeting” con il sottotitolo “Towards Knowledge Societies for Peace and Sustainable Development”.
Questo meeting è dedicato alla preparazione del World Summit on Information Society che si terrà nel 2015, dieci anni dopo quello che si svolse a Tunisi nel 2005. Gli argomenti discussi saranno quelli della Internet Governance in senso generale e termineranno con delle raccomandazioni per i lavori successivi di preparazione del WSIS 2015. Durante il meeting si discuterà anche delle migliorie organizzative dei prossimi Internet Governance Forum.
ITU maggio
Nei giorni 14 16 maggio 2013 si terrà a Ginevra il quinto “World Telecommunications/Information and Technology Policy Forum” preceduto il 13 maggio dallo “Strategic Dialogue Session”. Si tratta di un meeting ad alto livello per scambi di vedute sulle questioni chiave di politiche che si pongono oggi nel rapidamente mutevole ambiente della Tecnologia per l’Informazione e la Comunicazione (ICT). Non vi è dubbio che i temi lasciati senza accordo a Dubai lo scorso dicembre verranno di nuovo proposti e discussi.
Infatti i temi previsti per la discussione saranno:
– Il modello multi-stakeholder per la gestione dell’Internet
– I principi globali per la gestione e l’utilizzo di Internet
– Lo sviluppo e la diffusione di ICT a livello globale
– Come sviluppare e potenziare un ambiente per favorire la crescita e lo sviluppo di Internet
– Come Internet contribuisce allo sviluppo di un ambiente che assicuri la crescita economica e sociale
– Strategie per incrementare una accessibilità globale a costi sostenibili
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IGF ottobre
L’ottavo Internet Governance Forum organizzato dalle Nazioni Unite si terrà a Bali, Indonesia nel prossimo 21 -25 ottobre. Il CSTD sta lavorando per le migliorie organizzative; inoltre il MAG (Multi-stakeholder Advisory Group) è già al lavoro per la definizione del programma tenendo conto anche delle raccomandazioni che proverranno dal CSTD.
Come si vede tutti i meeting che si svolgeranno questo anno non hanno in agenda la definizione di trattati intergovernativi e pertanto si può prevedere che non dovrebbero esserci confronti tipo “guerra fredda”. È comunque ovvio che occorrerà che i principali stake-holder (società civile, settore privato e governi) saranno chiamati ad ulteriori confronti. E dovremo farci trovare preparati.