il racconto

Scuola,”Ecco come ho diffuso il ‘virus’ dell’innovazione”

La sfida posta nel triennio di incarico come animatrice digitale è stata di contagiare con il “virus” positivo della curiosità i colleghi. Ecco qualche elemento sulle modalità e i risultati finora ottenuti

Pubblicato il 01 Ago 2017

Stefania Bassi

Maestra e animatrice digitale Istituto Comprensivo “C.A.Dalla Chiesa”, Roma

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Sono trascorsi quasi  due anni da quando il Piano Nazionale Scuola Digitale ha dato un nome a quella che ho capito essere una sorta di evoluzione della mia vocazione per l’insegnamento: essere l’animatrice digitale dell’istituto scolastico, dove lavoro da ben 20 anni.

La sfida che mi sono posta nel triennio di incarico, è quella di coinvolgere, o meglio ancora, contagiare, con il “virus” positivo della curiosità, non tanto gli alunni dell’istituto che, come diceva Rodari, in quanto bambini, sono già naturalmente disposti ad ogni “audacia”; ho invece intenzionalmente scelto di investire tempo ed entusiasmo nel proporre idee di innovazione ai miei colleghi, spesso dubbiosi, se non spaventati, nei confronti del cambiamento derivante dal digitale.

Ho proceduto così. Inizialmente ho chiesto al Collegio dei Docenti di formare un gruppo di sperimentazione, chiamato fiduciosamente ‘Scuola del Futuro”, a cui hanno preso spontaneamente parte una decina di docenti, rappresentativi di ogni ordine di scuola: infanzia, primaria e media.

Periodicamente ho organizzato incontri di formazione, dove fosse possibile confrontarsi su metodologie e strumenti che avevo già precedentemente testato nella mia classe e di cui avevo potuto constatare il valore aggiunto, valutato nei termini di quella che mi piace definire felicità didattica: maggiore facilitazione nell’apprendere, aumento della motivazione, attivazione della curiosità.

Con modalità virale, i docenti del gruppo si sono fatti quindi a loro volta portatori sani della sperimentazione, supportando nel lavoro in classe altri colleghi, innescando un circolo virtuoso di innovazione sempre più ampio in tutta la scuola.

In questo modo siamo riusciti a fare squadra, e a raggiungere traguardi che neanche immaginavamo: le Certificazioni di Eccellenza in Coding della Comunità Europea; il primo Premio del MIUR per le attività svolte nella Settimana de #ilmioPNSD ; il finanziamento PON per il progetto di un Atelier Creativo; gli inviti a raccontare le nostre esperienze di didattica social in molti convegni.

Proprio qualche giorno fa, ho avuto l’opportunità di rappresentare il mio istituto all’evento organizzato dal Miur in occasione dei primi 18 mesi del PNSD, nella splendida cornice dell’Acquario Romano.

Lì, sotto una moderna cupola, in compagnia dei tre “audaci” piccoli alunni Matilde, Enrico e Daniele e alla presenza di un divertito pubblico, tra cui la ministra Fedeli, abbiamo letto i nostri versi in tweet scritti per il  progetto poetico #ringraziarevoglio.

Prima di quelli irresistibili dei bambini (godibili in questo video al minuto 1:26) ho letto tre miei personali versi, in cui ho cercato di raccontare tutto ciò che ho imparato in questi mesi da animatrice digitale e in cui si trovano condensati anche i valori che mi convincono, come ho imparato agli scout, a fare del mio meglio per continuare ad animare la comunità scolastica e costruire insieme la scuola che… sarà!

#ringraziarevoglio

Per i miei colleghi di scuola:
condividono con me l’impegno di animare un circolo virtuoso di sperimentazione
e, facendo squadra, mi hanno fatto capire che innovazione è un sostantivo che può essere declinato solo al plurale

#ringraziarevoglio

Per gli errori fatti:
mi hanno fatto capire che il digitale nella scuola, per funzionare davvero, non ha bisogno solo di quella elettrica, ma va alimentato con l’energia delle buone idee di didattica

#ringraziarevoglio

Per i miei alunni:
mi hanno fatto capire di non aver paura del nuovo
(lo diceva anche Rodari che “i bambini capiscono più di quel che noi sospettiamo e sono disponibili per ogni audacia”!)

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