G-Cloud

Datacenter nazionali, le nuove competenze necessarie

Il progetto dell’Agenzia per l’Italia Digitale sulla razionalizzazione dei datacenter e l’avvio del G-Cloud è una grande opportunità per il nostro Paese, da diversi punti di vista. L’importante è che l’intervento sia concepito non solo sul livello tecnologico ma anche su quello delle competenze delle persone, della cultura, dei processi operativi, della governance

Pubblicato il 30 Lug 2013

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Il progetto di razionalizzazione dei datacenter come base per la costruzione di una infrastruttura adeguata per lanciare il Cloud per le amministrazioni pubbliche è un tema senz’altro di primaria importanza.

Per quella via è possibile forzare il superamento di alcuni problemi endemici dell’ICT nelle amministrazioni pubbliche, che vanno dalle duplicazioni di strumenti e applicazioni fino ai problemi di interoperabilità.

Non solo, ma potrebbe risolversi nativamente anche il problema della Continuità Operativa, per cui l’articolo 50bis del CAD prescrive alle amministrazioni un obbligo in larga parte disatteso. Il percorso verso il G-Cloud difatti permetterebbe alle amministrazioni di poter passare anche ad un livello di riduzione dei rischi di continuità operativa molto elevato per tutti i principali servizi.

Stesso ragionamento è da fare per la sicurezza informatica, che sarebbe affrontata, assicurata e gestita in modo organico e coordinato, con notevole risparmio di risorse e maggiore affidabilità di prestazioni nel tempo.

Sui presupposti e sugli aspetti tecnici più rilevanti rimando all’articolo, con cui concordo, di Paolo Colli Franzone, soprattutto lì dove mette in evidenza l’importanza della certificazione dei fornitori e delle soluzioni, simile a quanto già in atto in altri Paesi, come ad esempio il G-Cloud Store del governo UK.

Qui mi sembra rilevante sottolineare alcuni elementi per l’evoluzione complessiva verso il G-Cloud che un intervento non esclusivamente tecnologico (e solo per questo efficace) deve affrontare, ed in particolare i temi

  • della governance;
  • dei processi e dell’organizzazione;
  • delle competenze;
  • del telelavoro.

Il tema della governance.

La via del Cloud per le amministrazioni pubbliche non può ridursi semplicemente al raggiungimento di un obiettivo economico. Da questo punto di vista il percorso deve essere orientato a massimizzare le esperienze in atto e gli asset già presenti nelle amministrazioni, facendo sì che la logica del riuso diventi la base fondante della nuova organizzazione. Da questo punto di vista il G-Cloud non deve condurre ad una centralizzazione delle leve di decisione, ma alla massima condivisione di quanto a livello periferico può costituire un valore. Più che di una centralizzazione, il G-Cloud è efficace se diventa metafora di un approccio in cui la federazione delle competenze e delle specializzazioni (tra territori diversi, enti, istituti, gruppi, operatori, oltre che di domini) permette una collaborazione efficace ed una cooperazione orientata ad un obiettivo comune da raggiungere con minore costo e maggiore valorizzazione delle esperienze presenti.

Il tema dei processi e dell’organizzazione.

Una governance decentrata e allo stesso tempo una sempre più elevata condivisione delle scelte di processo hanno bisogno di un governo consolidato delle pratiche di gestione del riuso, oltre che di una visibilità e una flessibilità sempre più elevate dei processi operativi. La conoscenza e la capacità di governo dei processi operativi diventano infatti la base fondamentale su cui poter avviare percorsi di riorganizzazione e di adattamento a processi che si dimostrano via via efficaci non solo per l’esperienza della singola amministrazione, ma dell’intera comunità. Solo così, con una capacità di analisi delle comunanze e delle singolarità è possibile per ciascuna amministrazione comprendere quanto è acquisibile dall’archivio degli asset riusabili, dal “magazzino” degli asset del G-Cloud. E quindi consapevolezza della strategicità dei propri servizi, e della relazione con i processi operativi che li realizzano. In altri termini, è come se per le amministrazioni diventasse ancora più urgente e indispensabile realizzare una Business Impact Analysis sui propri servizi e sui propri processi, mentre le soluzioni realizzative diventano via via meno caratteristiche della singola amministrazione e sempre più servizi da richiedere all’ICT centralizzato delle amministrazioni pubbliche, coordinato oggi dall’Agenzia per l’Italia Digitale.

Il tema delle competenze.

Con il G-Cloud si evidenzia la necessità di uno sviluppo delle competenze ICT che ha alcune aree di principale specializzazione nell’amministrazione pubblica:

  • l’area di competenza infrastrutturale e architetturale, che si situa sui gruppi che avranno in carico l’evoluzione e la gestione del sistema del G-Cloud;
  • l’area di competenza tecnico-applicativa, soprattutto dal punto di vista tecnologico e dell’interoperabilità, che dovrà essere guidata da chi avrà in carico l’archivio degli asset riusabili e del G-Cloud store (se si segue la via del Regno Unito). Area di competenza e gruppi che dovranno essere da subito coinvolti sul livello dei dati, poiché diventa necessario avviare da questo versante la prima fase di realizzazione del G-Cloud;
  • l’area di competenza funzionale, che invece dovrà essere presente con livelli elevati nelle diverse amministrazioni e, in caso di servizi innovativi, usufruendo del supporto delle società in-house;
  • l’area di competenza organizzativa e di processo, per cui si dovranno prevedere delle competenze diffuse sulle amministrazioni ma anche un nucleo di competenza centrale, all’interno dell’Agenzia per l’Italia Digitale, che dovrà gestire anche questo tipo di supporto e di asset da riusare. Non solo, ma dovrà supportare l’avvio di forme organizzative e di aggregazione dinamiche, sia per la gestione della continuità operativa sia per sfruttare le opportunità del telelavoro.

Il tema del telelavoro.

Il G-Cloud è una grande opportunità per superare nelle amministrazioni i vincoli di luogo e di tempo per l’erogazione dei servizi e per la loro gestione. Non essendoci ostacoli dal punto di vista tecnico-applicativo, dovrebbero essere previste modalità di interazione e di utilizzo delle applicazioni non legate alla postazione di lavoro, dando così anche la possibilità alle amministrazioni federate di specializzare dei gruppi distribuiti sul territorio su alcuni servizi comuni.

Un approccio di questo genere darebbe ancora più forza al “telelavoro by default” introdotto dal Decreto Crescita 2.0 (n.179 del 2012) convertito in legge a dicembre.

Insomma, grandi prospettive intorno al G-Cloud, che deve essere subito avviato sul tema dei dati e della loro integrazione. Grandi opportunità, se non si rimane al livello tecnologico.

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