PNSD

Scuola digitale, ecco gli accordi territoriali: il senso dei lavori in corso

Il Miur ha annunciato diversi accordi territoriali (attualmente in fase di definizione), sia a livello regionale che locale. Accordi che si stanno sviluppando tenendo conto effettivamente delle specificità dei territori, andando via via a coprire l’intero ambito dello sviluppo della cultura digitale

Pubblicato il 08 Set 2017

Nello Iacono

Esperto processi di innovazione

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Come auspicavano in tanti, il Miur si sta muovendo per rilanciare gli accordi territoriali per l’attuazione del Piano Nazionale Scuola Digitale.

Siamo, d’altra parte, alla fase decisiva in cui le varie progettazioni, stimolate dai bandi che hanno accompagnato lo sviluppo delle azioni del PNSD, devono diventare risultati concreti, visibili. E su questo fronte, come ho evidenziato qualche mese fa, il ruolo delle amministrazioni regionali e locali diventa fondamentale.

Nell’evento organizzato a luglio dal Miur sono infatti stati annunciati diversi accordi territoriali (attualmente in fase di definizione), sia a livello regionale che locale, con una forte consapevolezza della loro importanza “Con 7 territori – Puglia, Lombardia, Liguria, Campania, Sardegna, Toscana e Città di Roma – la Ministra ha lanciato nuovi accordi importanti. Si aggiungono ad altri 5 – Umbria, Basilicata, Emilia-Romagna, Friuli Venezia-Giulia e Città di Bologna, per dare forza all’investimento. Perchè solo con i territori è possibile rendere l’innovazione davvero concreta.

L’altra buona notizia, è che gli accordi si stanno sviluppando tenendo conto effettivamente delle specificità dei territori e delle competenze delle amministrazioni, andando via via a coprire l’intero ambito dello sviluppo della cultura digitale sul territorio, forse tra le poche iniziative di sistema che cercano di rendere effettiva quanto previsto nel Codice dell’Amministrazione Digitale in tema di compiti assegnati alle amministrazioni per promuovere le competenze digitali dei cittadini. In questo senso, gli accordi vanno proprio nella direzione di promuovere la concreta realizzazione dei programmi per lo sviluppo della cultura digitale e delle competenze digitali partendo da quei presìdi culturali che già sono attivi e valorizzando la connessione tra le molteplici iniziative, per renderle più efficaci e incisive sulla popolazione dei diversi quartieri, curandone così le diverse specificità.

Due esempi dai nuovi accordi di cui è stata formalizzata la stipula: Milano e Regione Campania.

A Milano l’enfasi è stata posta sul rafforzamento del rapporto tra scuola e mondo del lavoro, naturalmente nel quadro generale del Piano nazionale per la scuola digitale.

Qui l’impegno è indirizzato a promuovere percorsi di alternanza presso incubatori, acceleratori, community hub, fablab, coworking, operatori della sharing economy e altri attori dell’innovazione tecnologica e sociale, “in grado di sostenere sul territorio lo sviluppo di nuove economie urbane che sappiano combinare innovazione ed inclusione”. Un accordo che quindi rafforza i piani strategici di sviluppo sui temi dell’innovazione della città, con un impatto ampio e una visione della scuola come attore centrale. Su questa linea è anche in definizione l’accordo con Roma.

L’accordo con la Regione Campania inserisce le iniziative di collaborazione nell’ambito della strategia Industria 4.0, mettendo in relazione esplicitamente i centri di competenza lì previsti, per una forte valorizzazione degli ecosistemi di innovazione. Così, tra gli impegni comuni tra Miur e Regione sono “lo sviluppo di attività di alternanza scuola lavoro e programmi di specializzazione formativa post diploma (IFTS e ITS), focalizzati sulle tecnologie digitali e l’industria 4.0; il sostegno all’accesso da parte dei giovani a programmi di formazione avanzata e percorsi di specializzazione post-universitari; lo sviluppo di programmi di interazione università-imprese su percorsi di elevata specializzazione, quali ad esempio, il programma dottorati innovativi in azienda; la creazione di una rete di competenze territoriali che, attorno alle attività dei competence center presenti nel territorio, di cui al programma nazionale industria 4.0, vada a connettersi con i digital innovation hub, il sistema scolastico, universitario e le imprese, al fine di promuovere l’adeguamento continuo delle competenze; il sostegno a programmi di creazione di start up basate sulle metodologie e tecnologie digitali e dell’industria 4.0; lo sviluppo di reti di confronto, scambio, collaborazione con altri Paesi, che possano supportare i processi di internazionalizzazione riferiti alle attività incluse nel presente protocollo”.

Infine, credo sia importante sottolineare positivamente come si stia imponendo come elemento essenziale degli accordi il tema ampio del favorire iniziative sulla cittadinanza digitale e l’invecchiamento attivo, valorizzando il ruolo territoriale delle scuole e degli animatori digitali.

Insomma, passi importanti nella direzione di un’attenzione forte allo sviluppo della cultura digitale, la cui carenza è una delle principali zavorre per la crescita economica e sociale. E all’attuazione “di sistema”, concreta e profonda, di una innovazione territoriale che la scuola può favorire solo se si esce dall’etichetta limitante e fuorviante della “scuola digitale”.

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