La proposta

Verso un nuovo Sistema Digitale Nazionale: la visione di Microsoft

L’evoluzione dell’infrastruttura digitale del Paese è una priorità non più procrastinabile per facilitare il recupero di competitività di cui abbiamo bisogno. Proponiamo una nuova architettura tecnologica, basata su tre componenti: le infrastrutture di elaborazione, la rete cooperativa e le applicazioni

Pubblicato il 13 Set 2013

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Un’infrastruttura evoluta dev’essere dinamica, in grado di abilitare servizi di qualità in maniera economica e di consentire di inter-operare in modo efficiente e flessibile. Occorre essere ambiziosi, nonostante le difficoltà economiche ed il periodo di austerità, progettando un Sistema Digitale Nazionale che cavalchi in primo luogo l’opportunità del G-Cloud. Il Cloud Computing rappresenta a questo proposito l’opportunità per gettare le basi dell’evoluzione dell’infrastruttura in tempi rapidi, con un modello di costo adeguato e con la flessibilità che consente alla PA da una parte di adattare l’infrastruttura ai vari livelli di sicurezza dei dati necessari, dall’altra di focalizzare la PA stessa sulla definizione ed implementazione dei servizi avanzati per cittadini ed imprese, a vantaggio dell’intero Sistema Paese.

I tempi sono maturi per creare un’infrastruttura abilitante sulla quale si possano inglobare i nuovi bisogni delle amministrazioni digitali e dei cittadini: data center moderni, nuove tecnologie di comunicazione, architetture di dati aperte e scalabili, integrazione con applicazioni a larga diffusione e con le reti sociali, modelli ibridi di cloud. L’obiettivo è creare un’architettura completa per i bisogni della PA e dei suoi utenti interni ed esterni. Architettura che sia aperta per ospitare i contributi di tutti, ispirata al mercato per seguire le dinamiche dell’innovazione, orientata all’interoperabilità e al riuso, proiettata in avanti per accomodare le nuove frontiere del web e l’E-Government di nuova generazione. Il nuovo Sistema Digitale Nazionale deve risultare il punto di arrivo di uno sforzo atto a modernizzare la base informatica del paese e a costruire un quadro appropriato per l’erogazione dei servizi applicativi.

Tre sono le componenti chiave di un’architettura tecnologica di questo tipo, ovvero le infrastrutture di elaborazione, la rete cooperativa e le applicazioni. Sono ugualmente importanti alcune regole auree che devono guidarne la realizzazione, ovvero l’orientamento agli utenti e ai servizi, la condivisione dei dati e la trasparenza, la focalizzazione sul Cloud, l’impianto contrattuale dinamico, la facilità di adozione e il supporto formativo e informativo continuo. Tra queste linee guida mi preme sottolineare l’importanza del Cloud come modello di deployment dei servizi, un “G-Cloud all’italiana” che potrebbe configurarsi come una sorta di “federazione di nuvole” a prevalente architettura privata e gestione pubblica, senza per questo precludere soluzioni di Public Cloud per servizi e App non strettamente legati al core business delle amministrazioni. Microsoft crede molto in un modello di Cloud Ibrido che consenta di rispondere alle esigenze di qualsiasi realtà, garantendo la massima flessibilità con la coesistenza di molteplici modalità d’implementazione: dalla virtualizzazione on-premise, al Cloud Privato, al Cloud Pubblico. Grazie al modello ibrido, la PA può combinare differenti soluzioni, decidendo in base ai carichi di lavoro, ai picchi di utilizzo e alle priorità, quali processi migrare sulla Cloud.

Inoltre, crediamo che la creazione di un nuovo Sistema Digitale Nazionale sia un’opportunità che richieda una proficua collaborazione tra pubblico e privato con modelli diversi rispetto a quelli adottati nel passato. In virtù della nostra esperienza in ambito Cloud ci impegniamo per mettere a disposizione del Paese tutto il nostro know-how anche con riferimento alle esperienze europee e globali. A tal fine abbiamo anche rilasciato un Manuale sul G-Cloud, in collaborazione con Netics, frutto di un’attività di ricerca che ha analizzato lo stato dell’arte del Sistema Pubblico di Connettività e che identifica una serie di leve strategiche per l’Italia, per arrivare a offrire utili linee guida per la sua evoluzione. Eccole in estrema sintesi:

  • Dal punto di vista formativo/informativo – occorre rimarcare la triplice natura di infrastrutture, architetture e interfacce sommate a regole per la cooperazione e l’interoperabilità sommate a store di servizi e applicazioni, nonché riconquistare la centralità della dimensione “set di regole”
  • Dal punto di vista tecnologico – occorre ricorrere al paradigma del Cloud Computing e alla logica as a service e incentivare l’utilizzo di soluzioni basate su architettura open standard
  • Dal punto di vista della tutela del mercato – occorre incentivare la tutela degli asset e delle competenze già presenti all’interno degli enti, prevedere una rilevazione continua della domanda di servizi ICT e del livello di soddisfazione della PA, e facilitare la migrabilità degli applicativi
  • Dal punto di vista del sostegno allo sviluppo del settore IT – occorre aprire la dimensione store di servizi e applicazioni in una logica di marketplace dinamico alimentabile da tutti gli operatori di mercato, ridurre il ricorso e la durata dei contratti di fornitura, accantonare logiche di fornitura eccessivamente basate su prezzo in favore di altre più orientate alla qualità.

Un’opportunità per la Pubblica Amministrazione da cogliere adesso, trasformando un periodo di crisi e i vincoli che si porta dietro in una chance di cambiamento da non perdere.

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