Poco più di sei mesi mancano a una scadenza importante che è nel futuro di ogni avvocato. Ma tutti gli indizi dicono che siamo in grado di soddisfarla. Vediamo perché.
Ricordiamo che sono di dicembre 2012 le modifiche normative effettuate con il noto Decreto Legge 18 ottobre 2012, n. 179 (Decreto crescita) come modificato dalla Legge n. 228 del 24 dicembre 2012 (Legge di stabilità) che obbligano gli avvocati al deposito telematico degli atti processuali e dei documenti in tutti i procedimenti civili, contenziosi o di volontaria giurisdizione celebrati innanzi al Tribunale a partire dal 30 giugno 2014.
Un D-day di impatto nazionale, quindi, discusso anche dagli addetti al settore (si vedano i risultati pubblicati on line del bellissimo Convegno Nazionale organizzato a Carpi nell’ottobre 2012 – Agenda Digitale Giustizia), al quale i più si stanno preparando affollando le sale nei convegni e nei corsi di formazione che parlano di processo telematico e con il Ministero di Giustizia e la DGSIA che con gran impegno e premura stanno cercando di completare il piano per preparare al meglio i Tribunali e rinforzare l’infrastruttura telematica esistente.
Acclamata e criticata, questa imposizione deve essere valutata nella prospettiva del completamento di quel futuristico progetto di cui si parla pubblicamente dall’anno 2001, con il Tribunale di Milano capolista, e che vede già oggi molti strumenti telematici a disposizione dell’avvocato chiamato ad un restyling della professione in favore dell’innovazione.
Da anni gli avvocati civilisti possono consultare le proprie pratiche on line tramite Polisweb, che negli ultimi tempi si è evoluto permettendo la consultazione in tempo reale dei procedimenti nonché di tutti i documenti telematici presenti nel fascicolo. Ed oggi, secondo i dati del Ministero pubblicati nel rapporto “Servizi telematici in ambito civile” del 27/11/2013, la consultazione da remoto e’ possibile per tutti i Tribunali, le Corti d’Appello e gli uffici del Giudice di Pace (sedi circondariali), nonché completamente gratuita (basta possedere un dispositivo di autenticazione solitamente associato alla firma digitale) se si accede dal sito predisposto dal Ministero della Giustizia http://pst.giustizia.it. Il tutto anche a mezzo l’applicazione per smartphone creata appositamente e che fornisce dati anonimi a fronte dell’inserimento del solo numero di iscrizione della causa a ruolo.
Inoltre, da quasi un anno (un po’ meno per alcuni Tribunali e le Corti d’Appello recentemente informatizzati), tutti gli avvocati ricevono le comunicazioni di cancelleria a mezzo posta elettronica certificata, eliminando completamente i costi della notifica a mezzo ufficiale giudiziario: uno switch che ha permesso un risparmio stimato, secondo le recentissime fonti ministeriali sopra citate, di oltre 40milioni di euro negli ultimi 12 mesi.
Senza dimenticare che l’avvocato munito di indirizzo di posta elettronica certificata e di firma digitale può essere abilitato alle notifiche in proprio a mezzo PEC (a norma della Legge n. 53/1994 recentemente modificata) che dal 15 dicembre 2013 diverranno incontestabilmente voce di risparmio di spesa per molti studi legali.
Già realtà sono poi i pagamenti telematici di contributo unificato e diritti di cancelleria e tutti i Tribunali e Corti d’Appello risultano oggi abilitati alla ricezione delle relative ricevute.
Qualche passo informatico in più permette poi all’avvocato di creare la busta telematica da allegare al proprio messaggio di posta elettronica certificata e poter già depositare gli atti e i documenti in tutti quei Tribunali che hanno anticipato il D-day e che sono già attivi con il processo telematico.
Niente più scuse o rinvii e per molti avvocati un test d’ingresso nello studio legale 2.0, in cui ci sarà bisogno di una profonda rivoluzione organizzativa perché di certo scripta manent… e a breve solo in PDF.
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Autrice dell’ebook L’Avvocato Telematico, I edizione digitale novembre 2013