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Fibra ottica, Sacco: “La qualità traina gli abbonamenti, ecco le prove”

Il dato recente dell’Agcom ci dice che l’aumento delle connessioni in fibra più che compensa la diminuzione delle connessioni Adsl. La domanda è generato dall’offerta: un principio che alcuni mettevano in discussione fino a poco tempo fa

Pubblicato il 24 Ott 2017

Francesco Sacco

docente di management consulting all'Università Bocconi di Milano

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L’aumento della diffusione del broadband crea crescita economica. Ormai il dato è assodato e confermato da molte ricerche. Ma altri studi più recenti aggiungono che i vantaggi del broadband sono anche di altro tipo e crescono con la velocità. Sono soprattutto benefici indiretti (aumento del telelavoro e miglioramento della qualità della vita, meno spostamenti in auto e risparmi energetici, maggiore utilizzo dei servizi di e-business ed e-government con grandi recuperi di produttività). Allora, perché tutti non si comprano la fibra?

Nelle infrastrutture di telecomunicazioni, l’offerta crea la domanda. Un principio che ora si mostra con evidenza, anche se era contestato da alcuni operatori fino a poco tempo fa, quando l’Italia costruiva il proprio piano nazionale banda ultra larga.

Se non c’è una rete mobile, chi si comprerà mai uno smartphone? Ma se l’offerta di infrastrutture deve precedere la domanda, non è detto che una volta realizzata, la domanda la utilizzi. Sempre che venga mai utilizzata. È una delicata alchimia quella tra offerta e domanda di infrastrutture. Tanto che qualche volta per innescare la domanda è necessario investire anche su chi compra, riducendone i costi, insegnandogli come usarla, aiutandolo a dotarsi di ciò che gli permette di sfruttarla al meglio.

Quando però si innesca un circolo virtuoso tra l’offerta dell’infrastruttura e il suo uso, l’aumento dell’utilizzo ne rende più utile l’uso a sempre più persone. Sono gli effetti di rete.

Il dato recente dell’Agcom ci dice che l’aumento delle connessioni in fibra più che compensa la diminuzione delle connessioni ADSL. E’ un’ottima notizia. Vuole dire che si è avviato un processo virtuoso di sostituzione tra broadband e fibra. E, dato che non ci sono ancora incentivi pubblici, vuol dire che il mercato sta lavorando efficacemente sulla domanda. Da una parte, i prezzi sono bassi anche se il servizio è migliore: un incentivo implicito. Dall’altra, i servizi che sfruttano al meglio la fibra (ad esempio lo streaming) sono sufficientemente a buon mercato e di tale qualità da convincere un pubblico sempre maggiore a utilizzarli.

In futuro mi aspetto un ulteriore crescita della domanda grazie ai dispositivi internet delle cose che entreranno sempre più nelle case: per controllare il consumo di energia, il riscaldamento, i parametri della nostra salute. E ci sarà così sempre più bisogno di una connessione di qualità per sostenere il crescente carico digitale delle nostre vite.

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