comunicazione pubblica

Servizi digitali PA, l’importanza di comunicarli bene sui social

Web, social network e chat sono uno straordinario strumento di servizio pubblico e una grande opportunità per un nuovo rapporto tra PA e cittadini e per sviluppare l’agenda digitale. E’ questa una delle sfide da giocare in tempi rapidi

Pubblicato il 15 Nov 2017

Francesco Di Costanzo

presidente Fondazione Italia Digitale e Associazione PA Social

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Dobbiamo aumentare i servizi digitali. Mancano le competenze tecnologiche. Dobbiamo inventarci qualcosa di nuovo per far sì che i cittadini sfruttino le potenzialità del digitale. Sono ancora in pochi a scegliere il digitale.

Sono affermazioni, ovviamente in breve, che spesso sentiamo quando partecipiamo ad iniziative, convegni, approfondimenti sul mondo del digitale.

Provo a prenderla dal lato che più conosco, quello della comunicazione.

Il digitale, in tutte le sue forme ed opportunità, sta rivoluzionando la nostra vita e col tempo sarà e dovrà essere sempre più presente nella quotidianità di amministrazioni, aziende pubbliche e cittadini. Negli ultimi anni il lavoro svolto a livello nazionale (dal Team per la trasformazione digitale di Palazzo Chigi all’Agenzia per l’Italia digitale) ha sicuramente portato i suoi frutti, lo stesso quanto fatto da altre strutture nazionali e dai livelli locali, manca però, a mio modo di vedere, una gamba, quella della comunicazione pubblica e dei servizi informativi ai cittadini.

Come PA Social (prima come gruppo di lavoro spontaneo di comunicatori e giornalisti del Governo e oggi come associazione nazionale per la nuova comunicazione) ci stiamo occupando da tempo dello sviluppo della cosiddetta nuova comunicazione pubblica via web, social network e chat. Dal mio punto di vista oggi non mancano i servizi e gli strumenti digitali (in senso quantitativo), ma un lavoro per renderli più semplici, facilmente utilizzabili, davvero a portata di cittadino. I tanti servizi esistenti vanno portati “a terra”, spiegati ai cittadini, agli enti, a chi lavora nel settore pubblico, dobbiamo rendere semplice e positiva l’esperienza su questi strumenti, altrimenti non vengono utilizzati. Non mancano le competenze tecnologiche o tecniche (il Paese è pieno di bravissimi professionisti), dobbiamo casomai riconoscere, valorizzare, responsabilizzare, coinvolgere i molti che oggi (anche in enti e aziende pubbliche) a livello nazionale e locale stanno davvero facendo un lavoro straordinario per rendere più semplice il settore pubblico e la vita quotidiana dei cittadini.

Non c’è bisogno di inventarci qualcosa di nuovo, ulteriori piattaforme o nuovi strumenti tutti da far riconoscere e rendere popolari, ma dobbiamo stare dove sono i cittadini, andare a cercarli e accompagnarli verso un completo utilizzo dei servizi digitali dove questi già si trovano. I servizi digitali sono molteplici, tante le possibili “utilità” per amministrazioni e cittadini, manca, appunto, un passo molto importante e decisivo: la semplificazione dei messaggi, la comunicazione e informazione, far sì che i cittadini e le stesse amministrazioni e aziende pubbliche li utilizzino e ne colgano i vantaggi. Possiamo inventare anche i migliori strumenti del mondo, i più belli, ma se i destinatari non li utilizzano restano materiale per convegni e addetti ai lavori. La gamba che manca è fatta di comunicazione e informazione ad amministrazioni, aziende pubbliche e cittadini; semplificazione dell’accesso, dei messaggi e dell’utilizzo dei servizi e sviluppo di una cultura digitale; divulgazione, scambio di buone pratiche e formazione; rendere il più possibile uniforme la comunicazione di servizio. E qui viene lo straordinario ruolo del comunicatore o giornalista pubblico, dimenticato per anni.

Oggi la comunicazione pubblica e istituzionale, grazie soprattutto alla forza, l’immediatezza e le opportunità portate dai nuovi mezzi di comunicazione (web, social network e chat), sta vivendo un momento di fermento, entusiasmo, voglia di fare. I cittadini hanno scelto di utilizzare Facebook, Twitter, Instagram, LinkedIn, YouTube, WhatsApp, Telegram, Messenger, Snapchat (solo per citare i più utilizzati), il settore pubblico si sta adeguando e l’Italia oggi, dopo anni di rincorsa, può dire di avere molte best practices in questo settore (è anche riferimento europeo ed internazionale perché prima ad aver creato una rete dedicata alla nuova comunicazione), ma manca di un “sistema” che renda il digitale strumento completo di servizio al cittadino.

Il web, i social network, le chat di messaggistica istantanea, non sono più solo un passatempo o un formidabile mezzo di visibilità pubblica, ma rappresentano uno straordinario strumento di servizio pubblico e una grande opportunità per un nuovo rapporto con il cittadino.

La nuova comunicazione significa lavoro, con nuove figure professionali e opportunità economiche, innovazione e smart city, nuovi servizi e linguaggi, nuova organizzazione degli uffici e dei tempi di lavoro.

La nuova comunicazione pubblica è centrale per sviluppare l’agenda digitale del nostro Paese, è una delle sfide da giocare in tempi rapidi: enti e aziende pubbliche si rinnovano, si aprono le porte a nuovi profili professionali, i cittadini scoprono innovativi servizi e stabiliscono un rinnovato e positivo rapporto con il settore pubblico.

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