Sistema salute

Federsanità: “Ecco le tre innovazioni necessarie al sistema sanitario nazionale”

La tecnologia può avere un ruolo decisivo per abilitare modelli innovativi di cura e assistenza. Gli appalti per esternalizzare i servizi di assistenza domiciliare integrata che si prendano cura dei cittadini con problemi sanitari e sociali di lunga durata possono innescare un cambiamento epocale di tutto il sistema

Pubblicato il 06 Nov 2017

Valentina Albano

Federsanità ANCI

Angelo Rossi Mori

Area Innovazione e Sviluppo, Federsanità ANCI

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La crisi economica e l’evoluzione demografica richiedono un sistema sanitario più sostenibile economicamente, con una maggiore attenzione al miglioramento della qualità della vita nell’anziano.

Il “sistema salute” nei Paesi occidentali ha la necessità impellente di implementare modelli organizzativi innovativi e riallocare le risorse in modo ottimale tra i vari setting assistenziali, in particolare ampliando i servizi sul territorio in modo da evitare per quanto possibile il ricorso alla degenza ospedaliera tradizionale.

La tecnologia digitale può essere uno strumento abilitante per rispondere a questi bisogni con un profondo cambiamento strutturale dei modelli di cura e assistenza, iniziando dal rafforzamento delle attività territoriali e dall’integrazione tra mondo sanitario e mondo sociale.

L’evoluzione degli strumenti informatici mette, infatti, a disposizione soluzioni di dimostrata efficacia per affrontare le funzioni “core” dei processi di cura e assistenza, cioè per assistere i professionisti e i pazienti nella routine delle proprie attività quotidiane di gestione della salute, utilizzando al meglio le tecnologie digitali.

Tuttavia il cambiamento non può essere immediato; occorre impostare un percorso di attuazione pluriennale, in cui una visione strategica regionale e nazionale (top-down) si coniughi con le priorità dei contesti locali e con le esperienze già attive (bottom-up), con il coinvolgimento di tutti gli stakeholder: policy maker regionali, medici e professioni sanitarie, tecnologi, associazioni di cittadini, fornitori.

Quale innovazione?

Il bisogno di innovazione nel settore della salute può articolarsi su più linee:

  • un’attenzione particolare è stata dedicata in questi anni all’innovazione tecnologica, sulle principali infrastrutture informatiche, sui sistemi informativi aziendali e sulla digitalizzazione alcuni processi amministrativi ed operativi, come le prenotazioni, le prescrizioni, i referti;
  • più recentemente si sta cercando di diffondere forme di innovazione nei processi di procurement, coinvolgendo maggiormente i fornitori con varie forme di partnership e sperimentando nuove formule di selezione delle offerte e di remunerazione dei contratti;
  • tuttavia la spinta maggiore proviene dall’interno del sistema salute, verso un cambiamento strutturale per introdurre l’innovazione nei processi di cura e assistenza, con interventi sui percorsi assistenziali, sui ruoli professionali, sull’attivazione del cittadino-paziente, favoriti dalle soluzioni tecnologiche oggi disponibili.

Queste tre linee possono convergere, ad esempio nel caso dei cittadini con problemi relativamente stabili nel lungo periodo, con i loro caregiver informali. A seconda del contesto locale, gli interventi possono rivolgersi di volta in volta a varie classi di soggetti anziani, cronici, fragili, deboli.

Le prime due linee, che mettono a disposizione soluzioni tecnologiche innovative e forme avanzate di procurement, possono incidere significativamente nella rivisitazione dei servizi sanitari e sociali che si prendono cura di un particolare target di cittadini.

Infatti oggi molti di questi servizi vengono esternalizzati, e i bandi per rinnovare i contratti oggi in essere possono fornire l’occasione per richiedere al fornitore di introdurre o potenziare alcune soluzioni tecnologiche, interoperanti con il sistema informativo aziendale, in grado di abilitare processi di cura e assistenza innovativi. Anzi, il fornitore può diventare un partner, insieme agli altri stakeholder, nella co-progettazione dei nuovi modelli di cura, ridisegnando i processi e i ruoli professionali per sfruttare le potenzialità oggi offerte dalla tecnologia digitale.

Ottimizzare l’adozione delle componenti tecnologiche già disponibili

Le esperienze dimostrano che in numerosi ambiti specifici le componenti tecnologiche già disponibili sono in grado di soddisfare con efficacia i modelli innovativi locali; la difficoltà maggiore consiste nello scegliere e integrare, in funzione delle circostanze locali, le componenti tecnologiche esistenti, come in un gioco di costruzioni Lego.

In conseguenza, si tratta di gestire appalti che seguono le normative vigenti (europee e nazionali), ma con un particolare accorgimento: è opportuno che siano basati su specifiche di alto livello, in modo da lasciare ai fornitori un’ampia libertà per proporre soluzioni innovative, non vincolate da requisiti troppo stringenti.

Nello stesso tempo i bandi dovranno anche essere abbastanza circostanziati per individuare i parametri misurabili e obiettivi che permettano una selezione trasparente delle offerte e una remunerazione appropriata.

I pesi per assegnare il punteggio alle offerte saranno sbilanciati verso la qualità, mettendo il criterio del prezzo in secondo piano. Inoltre sarà opportuno concepire criteri di remunerazione orientati il più possibile verso misurazioni outcome-based e value-based.

Dove sono gli ostacoli?

Questi principi sono applicabili in ogni località senza richiedere particolari interventi normativi. Inoltre le molte esperienze di successo portate a sistema nel mondo dimostrano che di per sé i modelli innovativi di cura e assistenza non richiedono finanziamenti iniziali particolarmente onerosi e possono ottenere, sulle patologie di lunga durata, riduzioni nell’uso di risorse superiori al 20%, con un ritorno significativo di investimento già nel breve termine.

I maggiori ostacoli sono di altro tipo:

  • tipicamente le iniziative sul campo sono gestite a livello locale; ogni località e ogni problema di salute affrontato richiedono un modello di cura e assistenza adattato al contesto: un’esperienza non è replicabile nel suo complesso;
  • occorrono policy maker con una chiara consapevolezza sulle opportunità offerte dalle tecnologie attuali, per progettare Piani d’Azione pluriennali per attivare gradualmente interventi mirati, iniziando per esempio da singole patologie e dai pazienti più a rischio;
  • per assicurare una coerenza complessiva e l’integrabilità degli interventi, dovranno essere predisposti fin dall’inizio i meccanismi di interoperabilità organizzativa e informativa.

I processi di procurement impostati secondo questi principi possono essere un modo per realizzare, insieme ai fornitori, soluzioni tecnologiche efficaci, compatibili con i sistemi informativi aziendali. Tutti gli interventi locali vanno progettati mirando all’innovazione dei servizi sanitari e sociali supportata dalla tecnologia esistente.

L’opportunità del Piano Nazionale Cronicità

Nelle regioni italiane è possibile adattare i principi appena esposti, per promuovere il cambiamento strutturale dei modelli organizzativi a partire dai bisogni di salute. La complessità e l’urgenza degli interventi richiede un forte coordinamento, all’interno di ogni regione e tra regioni, per travasare al meglio le esperienze e adattarle per quanto possibile al contesto del territorio interessato, nell’ottica di renderle gradualmente pervasive nei rispettivi ambiti regionali in tempi ragionevoli.

Un’occasione potrebbe essere l’avvio di interventi nell’ambito del Piano Nazionale Cronicità, supportati dal PON GOV di assistenza tecnica “Sostenere la sfida alla cronicità con il supporto dell’ICT”, con una attuazione locale concertata a livello almeno regionale per affrontare le problematiche complementari e le precondizioni comuni.

Le regioni che sono state riconosciute come “Reference Site” dal Partenariato europeo per l’invecchiamento attivo e in salute (EIPonAHA) potrebbero costituire il nucleo ottimale per fungere da apripista – con il supporto delle esperienze delle altre regioni europee – per portare a sistema il cambiamento strutturale dei modelli di cura e assistenza partendo dai servizi agli anziani, utilizzando la tecnologia digitale come uno strumento abilitante.

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