miur

Educazione digitale contro il cyberbullismo: così si diventa consapevoli e responsabili a scuola

I percorsi di formazione all’uso consapevole della Rete devono diventare per gli studenti parte integrante del percorso formativo scolastico, con strategie e strumenti innovativi e coinvolgenti. Condizione per il contrasto anche al fenomeno del cyberbullismo

Pubblicato il 17 Nov 2017

Nello Iacono

Esperto processi di innovazione

scuola_494275267

Con l’aggiornamento delle “Linee di orientamento per la prevenzione e il contrasto del cyberbullismoil Miur ha posto un altro importante tassello per il completamento degli strumenti necessari all’attuazione della recente legge sul cyberbullismo. Ribadendo, innanzitutto, l’importanza di procedere in modo organico sui due fronti principali di intervento rispetto ad un fenomeno certamente esteso (dai dati del 2016 di una ricerca Doxa per Telefono Azzurro si situava al 30% la percentuale di adolescenti che dichiarava di essere stata vittima di episodi di bullismo o cyberbullismo): l’educazione digitale e la cultura di assunzione delle responsabilità, la repressione (sotto forma, ad esempio, della definizione dello strumento dell’ammonimento).

Educazione digitale e assunzione delle responsabilità

Come viene riportato nelle “Linee di orientamento” su citate, “Le studentesse e gli studenti devono essere sensibilizzati ad un uso responsabile della Rete e resi capaci di gestire le relazioni digitali in agorà non protette. Ed è per questo che diventa indispensabile la maturazione della consapevolezza che Internet può diventare, se non usata in maniera opportuna, una pericolosa forma di dipendenza. Compito della Scuola è anche quello di favorire l’acquisizione delle competenze necessarie all’esercizio di una cittadinanza digitale consapevole.“

Si va sempre più affermando, così, una convinzione che spesso non coincide con “l’opinione comune” e men che meno quella divulgata dai media, e cioè che sia falso che l’immersione tecnologica vissuta già da bambini possa consentire ai giovani la consapevolezza digitale necessaria. In altri termini, che i nativi digitali siano maturi digitalmente.

Anzi, come si sottolinea nel recente eBook di Telefono Azzurro “Il nostro Post(o) nella Rete”, è vero il contrario, cioè che l’immersione digitale porta ad un abbassamento delle difese: “spesso i cyberbulli non sono per nulla consapevoli delle conseguenze dei propri comportamenti online, a differenza di quanto accade nelle prevaricazioni de visu. Il dato deve far riflettere: questo significa che i nativi digitali non sono così consapevoli di ciò che fanno online, come saremmo invece da adulti naturalmente portati a pensare considerando il fatto che questi ragazzi sono cresciuti immersi nei social e negli strumenti digitali. Su questa linea interpretativa che ha implicazioni importanti nella revisione del tipo di affiancamento che dedichiamo ai nostri ragazzi durante la navigazione online, alcuni autori parlano di una «insospettabile ingenuità dei nativi digitali». Abituati a muoversi nelle nuove tecnologie come pesci nell’acqua, spesso pensiamo che siano i più smaliziati e astuti nel percepire i tranelli della Rete, ma non è così.” Non è detto però che sia presente una consapevolezza di questa limitazione. L’approccio didattico-educativo ne deve tener conto, massimizzando un orientamento esplorativo, basato sul gioco e sul “learning by doing”, con i docenti in campo con il ruolo di facilitatori.

Un esempio recente in questo senso è senz’altro quello del progetto “SUN – Smart Use of Network”i, che ha coinvolto più di 250 studenti nella realizzazione di una piattaforma interattiva che raccoglie esperienze, consigli, informazioni e contatti, su un uso corretto dei social network. Una App realizzata con i ragazzi e dai ragazzi, con informazioni pratiche su come comportarsi e, nell’ottica di formazione peer-to-peer, anche strumento di riconoscimento di regole, e supporto per l’assunzione di responsabilità nei comportamenti nella Rete.

Ma, evidentemente, non solo in Rete, spesso “solo” ambiente di amplificazione e persistenza di comportamenti di prevaricazione spesso iniziati “offline”.

Repressione e assunzione delle responsabilità

Sul fronte della repressione è naturalmente fondamentale la segnalazione dei fenomeni di bullismo e cyberbullismo. A questo scopo è fondamentale la disponibilità di strumenti familiari, facili da usare, e che diano la possibilità di segnalare conservando l’anonimato (proprio perché la vittima di violenza teme prima di tutto le ritorsioni da parte di chi viene segnalato).

In questa direzione va la recente applicazione YouPol rilasciata dal Ministro dell’Interno ancora in forma sperimentale e quindi al momento operativa solo nelle città di Roma, Milano e Catania.

YouPol, a disposizione di tutti i cittadini può essere usata sia attraverso una registrazione che in forma anonima. Ma è indubbio che un passo decisivo per contrastare è proprio quello di rafforzare il senso di responsabilità e quindi, nella parole del capo della Polizia Franco Gabrielli: “[..] auspichiamo che la forma della registrazione prenda sempre più piede e ciò comporterà un duplice vantaggio: da una parte certificare la comunicazione e dall’altra introdurre un meccanismo di consapevolezza e assunzione della responsabilità che nel nostro Paese deve essere coltivato nelle giovani generazioni”.

La necessità di rendere organica l’educazione digitale

In attesa che si completino gli atti necessari per l’avvio della governance prevista dalla legge 71/2017: “Disposizioni a tutela dei minori per la prevenzione e il contrasto del fenomeno del cyberbullismo”, credo sia importante rilevare come sempre più necessario che i percorsi di formazione all’uso consapevole digitale diventino per gli studenti parte integrante del percorso formativo scolastico. Il superamento dell’aspetto solamente progettuale permette di raggiungere due obiettivi essenziali:

  • la diffusione omogenea tra le scuole e nelle scuole, sulla base di indicazioni valide per tutti;
  • la possibilità di una formazione diffusa e permanente per i docenti, posti così nelle condizioni non solo di acquisire essi stessi l’adeguata consapevolezza digitale, ma anche di conoscere gli strumenti e le strategie didattiche più opportune per superare diffidenze e barriere che possono essere poste dagli studenti a causa di un inevitabile gap di familiarità digitale rispetto ai docenti.

Come avevo scritto su questa stessa testata, un approccio strutturale e sistemico per evitare che l’applicazione di questa legge possa essere vista da parte delle scuole soltanto come un adempimento che si “somma” agli altri già in essere, ed essere considerata invece una spinta ulteriore a considerare il tema della consapevolezza digitale e della legalità in rete come fondamentale per contrastare fenomeni come il cyberbullismo e, insieme, per favorire la crescita di cittadini con adeguata consapevolezza digitale.

(1) A realizzarla sono stati gli studenti dell’istituto Montale di Genova, con l’aiuto dei programmatori della Scuola di Robotica. Il progetto, avviato nelle scuole per la responsabilizzazione dei ragazzi sull’uso dei social network, è stato promosso da Regione Liguria e attivato con la collaborazione della Polizia di Stato e della direzione regionale scolastica.

Valuta la qualità di questo articolo

La tua opinione è importante per noi!

EU Stories - La coesione innova l'Italia

Tutti
Analisi
Video
Iniziative
Social
Programmazione europ
Fondi Europei: la spinta dietro ai Tecnopoli dell’Emilia-Romagna. L’esempio del Tecnopolo di Modena
Interventi
Riccardo Monaco e le politiche di coesione per il Sud
Iniziative
Implementare correttamente i costi standard, l'esperienza AdG
Finanziamenti
Decarbonizzazione, 4,8 miliardi di euro per progetti cleantech
Formazione
Le politiche di Coesione UE, un corso gratuito online per professionisti e giornalisti
Interviste
L’ecosistema della ricerca e dell’innovazione dell’Emilia-Romagna
Interviste
La ricerca e l'innovazione in Campania: l'ecosistema digitale
Iniziative
Settimana europea delle regioni e città: un passo avanti verso la coesione
Iniziative
Al via il progetto COINS
Eventi
Un nuovo sguardo sulla politica di coesione dell'UE
Iniziative
EuroPCom 2024: innovazione e strategia nella comunicazione pubblica europea
Iniziative
Parte la campagna di comunicazione COINS
Interviste
Marco De Giorgi (PCM): “Come comunicare le politiche di coesione”
Analisi
La politica di coesione europea: motore della transizione digitale in Italia
Politiche UE
Il dibattito sul futuro della Politica di Coesione
Mobilità Sostenibile
L’impatto dei fondi di coesione sul territorio: un’esperienza di monitoraggio civico
Iniziative
Digital transformation, l’Emilia-Romagna rilancia sulle comunità tematiche
Politiche ue
Fondi Coesione 2021-27: la “capacitazione amministrativa” aiuta a spenderli bene
Finanziamenti
Da BEI e Banca Sella 200 milioni di euro per sostenere l’innovazione di PMI e Mid-cap italiane
Analisi
Politiche di coesione Ue, il bilancio: cosa ci dice la relazione 2024
Politiche UE
Innovazione locale con i fondi di coesione: progetti di successo in Italia
Programmazione europ
Fondi Europei: la spinta dietro ai Tecnopoli dell’Emilia-Romagna. L’esempio del Tecnopolo di Modena
Interventi
Riccardo Monaco e le politiche di coesione per il Sud
Iniziative
Implementare correttamente i costi standard, l'esperienza AdG
Finanziamenti
Decarbonizzazione, 4,8 miliardi di euro per progetti cleantech
Formazione
Le politiche di Coesione UE, un corso gratuito online per professionisti e giornalisti
Interviste
L’ecosistema della ricerca e dell’innovazione dell’Emilia-Romagna
Interviste
La ricerca e l'innovazione in Campania: l'ecosistema digitale
Iniziative
Settimana europea delle regioni e città: un passo avanti verso la coesione
Iniziative
Al via il progetto COINS
Eventi
Un nuovo sguardo sulla politica di coesione dell'UE
Iniziative
EuroPCom 2024: innovazione e strategia nella comunicazione pubblica europea
Iniziative
Parte la campagna di comunicazione COINS
Interviste
Marco De Giorgi (PCM): “Come comunicare le politiche di coesione”
Analisi
La politica di coesione europea: motore della transizione digitale in Italia
Politiche UE
Il dibattito sul futuro della Politica di Coesione
Mobilità Sostenibile
L’impatto dei fondi di coesione sul territorio: un’esperienza di monitoraggio civico
Iniziative
Digital transformation, l’Emilia-Romagna rilancia sulle comunità tematiche
Politiche ue
Fondi Coesione 2021-27: la “capacitazione amministrativa” aiuta a spenderli bene
Finanziamenti
Da BEI e Banca Sella 200 milioni di euro per sostenere l’innovazione di PMI e Mid-cap italiane
Analisi
Politiche di coesione Ue, il bilancio: cosa ci dice la relazione 2024
Politiche UE
Innovazione locale con i fondi di coesione: progetti di successo in Italia

Articoli correlati

Articolo 1 di 2