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Open Government, a che punto siamo: passi avanti e questioni aperte

I progressi rilevati dal rapporto Open Data Maturity 2017 e i riscontri positivi dal Piano Nazionale sull’Open Government testimoniano un dinamismo e un’attenzione al tema dell’amministrazione aperta certamente molto elevati. Occorre però ancora un passo per renderlo strutturale e davvero strategico

Pubblicato il 07 Dic 2017

Nello Iacono

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Open data - open source

Due diversi avvenimenti, entrambi di segno positivo, hanno segnato le ultime settimane di novembre sul fronte delle politiche di Open Government in Italia: il rilascio del rapporto europeo Open Data Maturity 2017, dedicato alle evoluzioni delle politiche di valorizzazione del patrimonio informativo pubblico in 32 Paesi e che ha visto l’Italia evidenziare rilevanti progressi, e gli incontri di monitoraggio del terzo Piano Nazionale per l’Open Government, nei quali amministrazioni e associazioni della società civile si sono confrontate sullo stato di avanzamento delle azioni previste nel Piano. Andiamo per ordine.

Open Data Maturity 2017

Secondo il rapporto, l’Italia passa in un anno dal gruppo dei “followers” a quello dei “trendsetters”, saltando il gruppo dei “fast tracker” e collocandosi così nel gruppo dei “top performer” insieme a Irlanda, Regno Unito, Francia, Spagna, Paesi Bassi, Austria, Croazia, Slovenia, Norvegia e Finlandia. Il punteggio per l’Italia, in un contesto in cui mediamente l’Europa fa un notevole passo avanti, passando da una media di 621 punti ad una di 1088, è il settimo con 1215 punti (contro il ventesimo del 2016).

I fattori che hanno permesso un balzo così consistente sono di diverso tipo e ben riassunti dal commento presentato nel portale dati.gov.it:

  • lo specifico Protocollo che individua e delinea una lista di azioni volte a favorire lo sviluppo dell’open data da parte delle amministrazioni e rappresenta quindi la base di riferimento per l’Open data policies”.
  • “il Paniere dinamico di dataset, che assume un ruolo sia come strumento di monitoraggio che di programmazione. Il Paniere mira a sintetizzare le azioni delle amministrazioni per la pianificazione e l’effettiva apertura dei dataset ed è aggiornabile di anno in anno”;
  • il “rilascio della nuova versione del Portale nazionale di dati aperti dati.gov.it, avvenuta a marzo 2017 nell’ambito della prima Settimana dell’amministrazione aperta. Tale azione ha consentito di superare la situazione di stallo che, purtroppo, si era verificata ma nel contempo ha portato alla realizzazione di un portale che inizia a tenere conto dei contenuti espressi dalla direttiva PSI ed è coerente con il profilo nazionale di metadati DCAT-AP_IT, precedentemente definito da AgID”.

L’elemento più critico per l’Italia nell’analisi del rapporto è l’impatto economico, ancora non sufficiente, nonostante sia da rilevare l’iniziativa Open data 200 – Italia, indagine sul riuso dei dati e primo studio sistematico sulle imprese italiane che utilizzano open data. Certamente penalizzano l’impatto economico il percorso ancora necessario per raggiungere una qualità dei dati di alto livello ed omogenea e una cultura del dato ancora da migliorare. 

Terzo Piano Nazionale per l’Open Government

Il buon risultato della Settimana dell’Amministrazione Aperta 2017 (con 242 iniziative) ha condotto il Dipartimento della Funzione Pubblica non solo a proseguire con l’edizione 2018 (prevista nel periodo 5-11 febbraio) ma anche a proporla come iniziativa utile a livello europeo, segnale di un dinamismo italiano che viene così riconosciuto. Il tutto grazie anche al metodo partecipato utilizzato per la definizione del terzo piano nazionale per l’Open Government e che testimoniano certamente gli incontri di novembre tra amministrazioni, istituzioni e associazioni.

Durante gli incontri si sono riscontrati dei significativi progressi delle azioni anche rispetto al rapporto di metà periodo pubblicato agli inizi di ottobre, con diversi obiettivi che nel frattempo sono stati raggiunti, come nel caso dell’azione in carico ad AgID sulla “diffusione di Spid a sostegno dell’innovazione”, dove Spid è oggi utilizzato per diversi servizi delle amministrazioni centrali (Miur, Inps, Agenzia Entrate, Presidenza del Consiglio, solo per citarne alcune), e anche per alcune consultazioni pubbliche (due di Roma Capitale, ad esempio), ma anche altre azioni sul fronte “Trasparenza e Open data” e su quello “Partecipazione e Accountability” hanno riportato progressi interessanti che adesso saranno riportati sulla pagina di Monitoraggio del Piano.

Riflessioni e suggerimenti

Sul fronte dell’Open Government la strutturazione del percorso partecipato che ha caratterizzato e continua a connotare il terzo Piano Nazionale è certamente la base migliore per un approccio efficace. È però credo necessario superare ancora due nodi chiave, auspicabilmente nel breve termine:

  • nell’ambito open data, l’integrazione chiara e organica dell’iniziativa del DAF (Data Analytics Framework), condotta dal Team Digitale, con le politiche per i dati aperti, ponendo con forza il tema della qualità dei dati e della loro produzione automatica al centro della strategia di rilascio dei dataset e quindi dell’implementazione effettiva e di successo del paniere dinamico curato da AgID;
  • in generale, il rendere strutturale l’approccio dell’amministrazione aperta, ponendolo allo stesso “rango” del piano triennale dell’informatica delle PA, e quindi con una forza di implementazione che vada oltre il volontarismo delle singole amministrazioni, con un riconoscimento di “strategicità” e quindi anche con un supporto attivo (utilizzando ad esempio gli strumenti disponibili con i fondi strutturali).

Perché per effettuare il salto decisivo dalle singole buone pratiche alla buona pratica nazionale un passo rilevante è inquadrare l’obiettivo dell’open government come organico alla strategia per la crescita digitale.

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