LE E-AGENDE COMUNALI

Lecce si dà agli open data. Missione: servizi innovativi

L’assessore Delli Noci: “La partecipazione dei cittadini promuove la trasparenza e consente di sperimentare nuovi modelli di governance basati sulla collaborazione in rete”. Riflettori puntati anche sul progetto smart city

Pubblicato il 23 Lug 2014

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Spingere lo sviluppo e la promozione dei processi di innovazione e open government, considerato elemento imprescindibile nel percorso del Comune di Lecce verso Lecce Smart City e per la candidatura della città a Capitale Europea della Cultura 2019, ma anche e soprattutto per l’attuazione dell’Agenda digitale locale. Trasparenza, innovazione, informazione, partecipazione le parole chiave che sottendono il nuovo progetto del Comune pugliese.

“Il processo open data prevede la produzione e il rilascio – e quindi la messa a disposizione di cittadini, operatori, imprenditori, associazioni di categoria – dei dati detenuti dal Comune di Lecce, in linea con la Digital Agenda for Europe e con l’Agenda digitale italiana. Questo darà la possibilità a tutti di incrementare la conoscenza del territorio ed allo stesso tempo renderà disponibile nuova “materia prima” per la creazione di servizi innovativi basati sui dati”, spiega ad Agendadigitale.eu Alessandro Delli Noci, assessore alle Politiche Giovanili e Comunitarie, all’Innovazione Tecnologica, al Lavoro, e responsabile del percorso Smart City del Comune di Lecce. “Attraverso questa apertura, sarà possibile incentivare la partecipazione dei cittadini al governo della cosa pubblica e la fruizione dell’informazione prodotta dal settore pubblico, promuovendo la trasparenza e sviluppando e sperimentando modelli di governance fondati sulla collaborazione in rete e sulla conseguente positiva interazione tra cittadini e istituzioni”. Per fare ciò, il Comune di Lecce si avvale della collaborazione, sancita da un protocollo d’intesa, con l’associazione Wikitalia.

Ma il percorso non sarà privo di ostacoli, in primi la resistenza al “nuovo”: “Gli impedimenti sono gli stessi che si incontrano in ogni processo che prevede un cambiamento. La resistenza c’è, ma non tale da inficiare il processo stesso – ci tiene però a puntualizzare l’assessore -. Ad esempio, se è vero che in generale la PA risente di una mentalità fortemente burocratizzata, allo stesso tempo posso affermare che la stessa, se coinvolta attivamente nel processo, sa rispondere in maniera davvero inattesa, molto meno rigida e macchinosa di quanto ci si possa aspettare. Se ci si soffermasse a valutare i risultati, piuttosto che fermarsi al pregiudizio e al luogo comune, questo assunto apparirebbe chiarissimo”. Esempi alla mano Delli Noci evidenzia che, ad esempio, censimento dei dati, primo step del processo, sta procedendo in maniera spedita e dinamica. Il settore Polizia Locale in poche ore ha predisposto il dataset sugli incidenti stradali, utile all’amministrazione e al cittadino per individuare le strade con maggiore incidenza di traffico e sinistri, mentre il settore Commercio ha stilato l’elenco dei dati relativi alle aziende, alle strutture ricettive, agli stakeholder locali, consentendo in pochissimo tempo di mappare l’intero territorio. “È evidente – sottolinea l’assessore – che, all’interno di questo processo, la tecnologia ha un ruolo importantissimo nel garantire al massimo l’apertura, la trasparenza, il trasferimento, la diffusione e la comunicazione dei dati” Di qui la creazione, oltre che di un ambiente software per la gestione del portale Open Data (http://dati.comune.lecce.it/), di un blog per promuovere i datasets (all’interno del quale gli operatori locali hanno la possibilità di segnalare la propria attività o pubblicare dati consentendo agli altri di riutilizzarli e ridistribuirli) e delle app Lecce OpenData per dispositivi Apple e Incidenti@Lecce per Android.

“Infine, abbiamo garantito la diffusione dei dati attraverso i social network: su Twitter è attivo un sondaggio permanente con hashtag #chedativuoi, che consente di dare le priorità di rilascio in base all’attenzione del “mercato”, cioè cittadini e stakeholder. Questi strumenti fungono da ponte tra i cittadini e la Pubblica Amministrazione e ci consentono di creare nuove occasioni per riflettere insieme sulle implicazioni e sulle prospettive di ricaduta positiva per tutta la cittadinanza”.

Il processo open data sta inoltre rivoluzionando anche il modo in cui il cittadino guarda alla PA: “Sta contribuendo a sovvertire tanti pregiudizi sui dipendenti comunali e la loro presunta incapacità di adeguarsi a qualsiasi iniziativa di cambiamento, e sta trasformando la nostra PA in una vera comunità, attraverso reti e connessioni online ed off line in cui i nodi – conclude Delli Noci – sono i settori comunali, ma anche gli attori sociali, gli ordini professionali, gli operatori locali, gli imprenditori, i cittadini tutti”.

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