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Come funziona l’identità digitale in Piemonte

Sono stati abilitati già circa mille operatori sul territorio, presso le ASL, i Comuni, le sedi URP, che hanno registrato nel 2013 85.000 nuovi utenti, su un totale di circa 250.000. L’occasione della programmazione europea 2014-2020 ha reso possibile sistematizzare a livello regionale una serie di macro obiettivi strategici di crescita digitale, evidenziati nel documento di Smart specialisation strategy della Regione Piemonte. Ecco i dettagli

Pubblicato il 01 Set 2014

Gabriella Serratrice

Regione Piemonte

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La DG Connect della Commissione europea, nella suaA vision for public services, Draft version 13/06/2013scrive: “La rapida trasformazione della società e la rivoluzione generata dal digitale, accompagnate da una situazione economica impegnativa anche per i conti pubblici, pongono delle nuove sfide per la PA e per il futuro dei servizi pubblici. Occorre rispondere a cittadini e imprese che chiedono una PA efficiente, trasparente e aperta, nonché servizi pubblici meno costosi, di qualità, integrati e rispondenti alle loro esigenze quotidiane…”[1]

Il Governo italiano, per parte sua, ha riconfermato la volontà politica di “Puntare alla digitalizzazione come unica forma di dialogo tra PA, cittadini e imprese” attraverso il Disegno di legge delega per la riorganizzazione delle PA, presentato in CdM il 10/07/2014 il cui obiettivo è mettere la PA realmente al servizio dei cittadini.

“Oggi abbiamo l’innovazione, le risorse della programmazione 2014-20, l’idea che «il tempo del cittadino è un diritto, non un’opzione»” ha dichiarato il ministro Madia nella conferenza stampa di presentazione del provvedimento.[2]

La prima azione sarà di ripensare, entro il 2017, tutti i procedimenti amministrativi in chiave «fully digital» e dotare i cittadini di un PIN unico per accedere – attraverso servizi digitali online – alle informazioni, ricevere i documenti che li riguardano e provvedere all’eventuale pagamento senza necessità di doversi recare allo sportello.

La parola chiave che interessa veramente a una Regione come la nostra è “servizi digitali”, l’obiettivo è di superare la fase dell’e-gov, rivolto all’interno delle PA, per essere protagonista di un open-gov che migliori veramente la vita di cittadini e imprese. A questo serve investire su modalità accessibili e interoperabili di identità digitale.

L’occasione della programmazione europea 2014-2020 ha reso possibile sistematizzare a livello regionale una serie di macro obiettivi strategici di crescita digitale, evidenziati nel documento di Smart specialisation strategy della Regione Piemonte:

– migliorare la qualità della vita delle persone e delle famiglie: cittadini non solo destinatari dei servizi, ma interlocutori sempre più digitali, artefici e partecipi della crescita.

– sostenere la competitività delle imprese del territorio: un ambiente ideale per facilitare lo sviluppo competitivo delle imprese piemontesi negli scenari globali; non solo infrastrutture, ma anche servizi digitali, semplificazione, attrattività.

– accrescere i livelli di efficienza ed efficacia della Pubblica Amministrazione: attenzione ai bisogni e ascolto della domanda, semplificazione, qualità dei servizi.

Tre sono anche le traiettorie dell’azione regionale finalizzate a raggiungere gli obiettivi:

infrastrutture e asset tecnologici (copertura di reti wired e wireless, data center e cloud, sistemi di sicurezza e di accesso sicuro ai servizi …) quale dorsale portante del processo di digitalizzazione per consentire l’erogazione di servizi digitali avanzati, integrati e sicuri;

– grandi piattaforme tecnologiche sulle quali poggiare i servizi digitali e concentrare l’informazione in pochi punti sicuri, interoperabili ed efficienti a garanzia di una maggiore semplificazione e apertura verso le verticalizzazioni (es. pagamenti elettronici), piattaforme aperte alla collaborazione anche in ottica pubblico‐privato, per rendere accessibili i dati, le informazioni e i servizi della PA e sui quali la comunità locale può intervenire;

– servizi e applicazioni «user-centred» che privilegino l’interazione tra cittadini/imprese e PA, il coinvolgimento della società civile, la disponibilità di open data per incentivarne il riuso, il rafforzamento della trasparenza dei processi amministrativi, la promozione della partecipazione attiva.[3]

L’investimento su «killer applications» per i cittadini e le imprese, quali gli assegni di studio on-line, il fascicolo sanitario e la ricettazione elettronici, progetti di telemedicina e di telescuola, la fatturazione elettronica, il catasto informatizzato, sistemi di sicurezza intelligenti ecc. ci hanno portato a realizzare, da un anno a questa parte, sistemi di rilascio dell’identità allineati con quanto previsto dalla normativa vigente e approvati con deliberazioni della Giunta regionale del 2 agosto 2013 e, specificamente per l’ambito sanitario, del dicembre 2013.

L’accesso ai servizi regionali è garantito attualmente con:

user/password

user/password/PIN statico

CNS o TS/CNS.

Il modello di servizio si basa sull’infrastruttura ICAR/INF3, del cui sviluppo la regione Piemonte è stata capofila per la federazione di identità Inter-regionale.

La registrazione forte dell’identità digitale, per cui è stato sviluppato un nuovo backoffice per il rilascio delle credenziali è basata sul riconoscimento «de visu». Sono stati abilitati circa mille operatori sul territorio, presso le ASL, i Comuni, le sedi URP, che hanno registrato nel 2013 85.000 nuovi utenti, su un totale di circa 250.000.

Un sistema capillare, adatto a un territorio significativamente frammentato (1207 Comuni), che sta dando risultati soddisfacenti.

Un’attenzione particolare è stata anche volta a soddisfare esigenze di interoperabilità tra imprese e PA : l’iniziativa “Piemonte facile on the Job” ha consentito di portare i servizi della Regione in alcune aziende federando i relativi sistemi di identità digitale. Tale approccio di integrazione con i servizi di terzi fruibili da community di cittadini dà ora luogo a nuove opportunità, per es. in ordine ai servizi di IREN, GTT e Università di Torino.

Oggi, anche al fine di integrare la piattaforma di identità regionale con il sistema nazionale pubblico per l’identità digitale (SPID), e adeguare i servizi digitali regionali al modello nazionale, si sta lavorando a rafforzare le credenziali dei cittadini utilizzate per l’accesso a procedure online critiche (es. servizi sanitari) con l’adozione di un sistema OTP per ottenere un PIN dinamico e a sviluppare App per generazione offline dell’OTP con PIN, disponendo quindi di un “dispositivo forte” utilizzabile per procedure in self-service (es. reset password) o per accesso a procedure particolarmente critiche.

Questo percorso di crescita si è basato anche su un’esperienza di buone pratiche della Regione e del CSI-Piemonte in ambito nazionale, quali l’essere Regione Capofila del task per il sistema interregionale di federazione dell’identità digitale nel quadro del progetto ICAR, nonché l’attiva partecipazione ai gruppi di lavoro per l’avvio del progetto SPID.

Infine, sono una palestra di grande utilità i progetti europei di cui CSI Piemonte, in house della Regione, è partner o capofila:

progetto europeo Stork 2.0 sul tema della federazione delle Identità Digitali (e attributi ad essa connessi) tra soggetti (pubblici e privati)

progetto europeo PIDaaS sul tema dell’Identità Digitale Biometrica

Federazione delle identità tra PA con Bolzano, Regione Lombardia, Regione Valle d’Aosta, Svizzera per il progetto Interreg “Destination” sul trasporto delle merci pericolose.

Tout se tien? La diffusione di servizi digitali di pari passo con un sistema di identità unico ci faranno veramente diventare amici dei cittadini e più popolari con le imprese?

Sì, un po’, ma non basta. Innanzitutto ricordiamo sempre che dematerializzare processi che non siano stati prima resi più snelli dal punto di vista organizzativo rischia di rendere le cose più complicate per l’utente, anziché semplificarle. Il cittadino deve essere messo in condizione di capire, di fidarsi della rete e dei servizi che ci viaggiano sopra, di poter apprezzare tangibili vantaggi.

Insomma qui si tratta di abbattere il digital divide culturale: c’è molto da fare, ma è anche una sfida di grande interesse.

[1] http://ec.europa.eu/digital-agenda/en/news/vision-public-services

[2] http://www.governo.it/Governo/ConsiglioMinistri/dettaglio.asp?d=76205]

[3] http://opens3.regione.piemonte.it/cms/

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