Lo scorso 16 gennaio, su queste pagine, il direttore generale della DG Connect della Commissione Europea, Roberto Viola, ha illustrato il prossimo futuro della digitalizzazione in Europa, presentando l’identificazione elettronica come la chiave di volta della cittadinanza digitale, nonché l’elemento abilitatore per tutti i mercati “dematerializzati”.
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Il ruolo della DG Connect nella trasformazione digitale
Crediamo fermamente che la DG Connect, negli anni della Presidenza europea di Jean-Claude Juncker, abbia fatto e stia facendo un importantissimo lavoro per portare l’Europa ad essere un’eccellenza della società dell’informazione. Come? Intervenendo a livello sia legislativo sia divulgativo e valorizzando in tutto il Continente le best practices.
Prima tra queste c’è sicuramente la “success story” dell’Estonia, nazione scelta non a caso come sede di firma della dichiarazione sull’ eGovernment (da qui il nome di Dichiarazione di Tallinn). L’Estonia è uno Stato geograficamente piccolo che, una volta entrata a far parte dell’Unione Europea, ha dovuto affrontare le sfide derivanti dal confronto con paesi con una economia più sviluppata. Per crescere ha così scelto di puntare tutto sul digitale, riuscendo in pochissimo tempo a diventare un esempio di efficienza e innovazione in un contesto in cui, peraltro, la velocità del cambiamento è stata ed è incredibilmente elevata.
Le eccellenze italiane
Un fenomeno che, come InfoCert – Gruppo Tecnoinvestimenti, riscontriamo da privilegiati punti d’osservazione a livello europeo: oltre ad essere membro dell’European Technology Standardization Institute (ETSI), l’ente preposto alla definizione di standard tecnologici per l’interoperabilità dei sistemi, InfoCert ha fatto parte della compagine guidata da AgID nel First Italian Crossborder eIDAS Proxy (FICEP), il progetto nazionale finanziato dalla Commissione Europea per la realizzazione del nodo eIDAS italiano. E oggi è uno dei primi e principali Qualified Trust Service Provider “eIDAS-compliant” riconosciuti dall’UE, come testimonia la scelta della stessa Commissione Europea di affidarle la validazione temporale qualificata della sua Gazzetta Ufficiale. Proprio alla luce della nostra esperienza a livello internazionale, ci piace sottolineare come l’Italia, sebbene con un DESI Index inferiore alla media continentale, abbia delle aree di obiettiva eccellenza da vantare in Europa.
Innanzitutto, nella Sanità Digitale. Noi di InfoCert – ad esempio – abbiamo contribuito alla realizzazione di un progetto in Veneto che ha fatto da apripista ad altre iniziative avviate in seguito non solo in Italia, ma anche oltreconfine: la digitalizzazione e la conservazione in cloud di tutta la documentazione sanitaria (radiologica in particolare) della Ulss di Asolo Castelfranco.
Così come nella Fatturazione Elettronica, in cui il nostro Paese primeggia: l’Italia, infatti, è il più grande Stato europeo ad aver reso obbligatoria la fatturazione elettronica verso la PA e sarà il primo a rendere obbligatoria anche quella tra privati, in vigore dal prossimo 1° gennaio.
Inoltre, vogliamo ribadire il primato dell’Italia che – pur non essendo stata la prima nazione ad aver richiesto la pre-notifica per SPID (poiché seconda, dopo la Germania) – ha per prima proposto un servizio di Identità Digitale cloud basato su un partenariato pubblico-privato, proprio come ha sottolineato il Direttore Generale Viola nella sua riflessione per Agenda Digitale. A questo siamo fieri di aggiungere che, proprio in tale campo, InfoCert sta investendo per dar vita a qualcosa di ancora più innovativo, rappresentando così al meglio l’eccellenza italiana: quale founder node del network di distributed ledger SOVRIN, infatti, stiamo lavorando a una serie di processi e soluzioni che possano rendere ancora più sicura e resiliente l’identità digitale, fruendo di tutte le potenzialità del registro distribuito.
Sempre il DG Viola ha evidenziato, infine, il ruolo cruciale giocato dall’identità digitale eIDAS nella nuova direttiva antiriciclaggio: un’affermazione su cui concordiamo assolutamente pur nella consapevolezza che occorrerà del tempo per passare dalla teoria alla pratica, visto che dovrà ancora crescere – e non poco – il numero di identità digitali dei cittadini. E, proprio in attesa di tempi più maturi, siamo convinti che la soluzione ottimale attualmente disponibile per assolvere gli obblighi di identificazione antiriciclaggio siano i Qualified Trust Services, industria che vede l’Italia al primo posto nella lista di fiducia dell’Unione Europea per numero di servizi offerti.
In conclusione, crediamo anche noi che il nostro Paese abbia capito l’importanza della corsa verso il digitale e che, quindi, ora si tratti di agire rapidamente. Ma, al contempo, siamo convinti che la sfida possa essere vinta grazie all’efficacia dell’intervento pubblico, alla disponibilità e competitività delle imprese italiane e alla capacità d’innovazione dei fornitori di servizi e tecnologie per la digitalizzazione.