codice appalti

Appalti pubblici e competenze digitali, un problema urgente

Per fare acquisti appropriati nell’ambito di un processo sempre più complesso le amministrazioni devono avere consapevolezza dei propri bisogni organizzativi e formativi. Allo stesso tempo servono assunzioni per colmare il gap di competenze e, tramite il ricorso all’eprocurement, liberare risorse umane ed economiche

Pubblicato il 12 Feb 2018

Ferruccio Ferranti

direttore Generale del CSI Piemonte

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Quando si parla di appalti pubblici, si pensa subito ad una materia da “specialisti” e ciò, come in molti altri campi dell’agire pubblico, è molto vero. La competenza e la specializzazione richieste per operare efficacemente nel contesto attuale sono maggiori di quelle che si ritenevano adeguate anche solo pochi anni fa. Questo non deriva solo dai significativi cambiamenti normativi che ci sono stati, ma, volendo citare solo alcuni fattori, dal fatto che acquistare in modo appropriato le forniture e i servizi a rapida obsolescenza tecnologica è diventato più complesso, il mercato spesso è divenuto più ampio e competitivo, è fondamentale adottare meccanismi volti ad evitare il fenomeno del lock-in, infine è opportuno e necessario progressivamente passare a strumenti completamente elettronici per la gestione delle procedure, a garanzia di trasparenza ed efficacia.

I fenomeni citati necessitano di uno scatto nelle competenze tecniche delle stazioni appaltanti e nella capacità di fare un’adeguata programmazione dei propri fabbisogni di acquisizione di forniture e servizi che, per sua natura, non può che derivare da un’altrettanta adeguata capacità della stazione appaltante di valutare le proprie esigenze su un orizzonte di medio periodo e di saper leggere i sottostanti percorsi dell’innovazione tecnologica. Proprio in quest’ottica il nuovo Codice degli appalti prevede che le stazioni appaltanti e le centrali di committenza si qualifichino perché è impensabile che ogni amministrazione si doti delle competenze necessarie per poter gestire una tale complessità senza correre il rischio di non valutare adeguatamente i costi del ciclo di vita del bene o del servizio oppure di approvvigionarsi incorrendo in errori di valutazione dell’adeguatezza del bene e del servizio in funzione dei trend di evoluzione tecnica e tecnologica a o ancora di ingabbiarsi in fenomeni di lock-in.

LEGGI CLOUD PA E NUOVO CODICE APPALTI

Appalti pubblici: gli strumenti del Piano Triennale Agid

Tuttavia anche il ricorso alle stazioni appaltanti qualificate o alle centrali di committenza non può che basarsi su un’adeguata capacità delle Amministrazioni di progettare in modo efficace il proprio sistema informativo nel senso più esteso di insieme di risorse, componenti tecnologiche, attività e processi funzionali all’erogazione di servizi per gli utenti finali siano essi interni all’Ente o esterni (cittadini e imprese). In questo senso il Piano Triennale per l’informatica per la Pubblica Amministrazione di AgID delinea il quadro di riferimento per ogni amministrazione per la definizione del proprio sistema informativo e per l’approntamento del proprio Piano Triennale fornendo al contempo il modello e buona parte degli strumenti di attuazione di tale Piano. In questo contesto il vero e proprio salto delle competenze sta proprio in questa capacità di trasposizione dal “come voglio essere” al “di cosa ho necessità” dove il “come voglio essere” deve inquadrarsi nel modello strategico di riferimento del Piano Triennale e il “di cosa ho necessità” può essere soddisfatto utilizzando gli strumenti attuativi del Piano o strumenti analoghi che le centrali di committenza possono mettere a disposizione o le singole stazioni appaltanti qualificate possono strutturare.

È abbastanza evidente come le scelte del Piano Triennale dell’Amministrazione possano far rivalutare il meccanismo di acquisizione ad esempio di una nuova componente applicativa o infrastrutturale e risulta quindi altrettanto evidente che le competenze necessarie per la definizione del Piano Triennale dell’Ente debbano essere coinvolte nella redazione del Piano biennale degli acquisti di forniture e servizi in fase di programmazione e nella gestione delle varie procedure di acquisizione. Molte amministrazioni non dispongono di un adeguato numero di risorse competenti per poter governare questo processo così articolato, per via dei lunghi anni di blocco del turn-over e per la scarsità delle risorse economiche.

Formazione e nuovi inserimenti per colmare il gap

Le amministrazioni e il loro personale devono acquisire maggiore consapevolezza dei propri bisogni organizzativi e formativi per implementare processi di formazione permanente; al tempo stesso le amministrazione devono prevedere, non appena possibile nell’ambito della gestione del turn over, nuovi inserimenti mirati.

Queste azioni, utili e necessarie per ridurre e colmare il gap di competenze esistente, potranno liberare risorse umane ed economiche grazie all’utilizzo, sempre più diffuso, dell’e-procurement e al consolidamento e alla specializzazione delle Centrali di Committenza e delle Stazioni appaltanti, fornendo prodotti e servizi sempre più fungibili e vantaggiosi per soddisfare le esigenze della Pubblica Amministrazione italiana. La necessità di un legame stretto tra chi “si occupa” di ICT e di chi “compra” ICT non può che far riflettere ancora una volta sul tema delle competenze digitali del personale delle PA: a chi oggi chiede una Pubblica Amministrazione all’altezza dei propri compiti oggi e nel prossimo futuro non può e non deve sfuggire l’importanza delle competenze digitali per cogliere tale importante risultato per il Paese.

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