L’Open Government Partnership (OGP) è un’iniziativa multilaterale di Governi per la promozione di politiche che contribuiscano a rendere le istituzioni pubbliche più aperte e responsabili, attraverso la trasparenza della Pubblica Amministrazione, la lotta alla corruzione e i principi della democrazia partecipata. I Governi, sottoscrivendo la Dichiarazione sull’open government, si impegnano a realizzare gli obiettivi dell’OGP attraverso alcune iniziative, raccolte in un Piano d’azione, stilato con la partecipazione della società civile.
L’Italia ha aderito all’OGP il 5 settembre 2011. Il Dipartimento della funzione pubblica ha coordinato gli enti pubblici al centro del programma dell’Agenda Digitale e presentato il primo Piano d’azione italiano nel 2012. Nel settembre 2013 è stato redatto e pubblicato un documento di autovalutazione delle PA italiane circa l’attuazione degli impegni presi nell’ambito dell’OGP, su cui si è poi svolta una consultazione. Il testo e i commenti raccolti sono stati trasmessi al Segretariato OGP e sono serviti ad informare l’IRM ‐ Independent Report Mechanism, che il 10 febbraio 2014, ha reso pubblico il report sullo stato di avanzamento dell’Italia.
Il passo successivo è stata la stesura della bozza di un secondo Piano d’azione OGP, risultato di un processo di collaborazione e partecipazione, che ha visto rappresentanti del Dipartimento della funzione pubblica, dell’Agenzia per l’Italia digitale (AgID) e dell’Autorità nazionale anticorruzione (A.N.AC.), confrontarsi e lavorare con rappresentanti della società civile.
Le aree tematiche su cui si è sviluppata la discussione sono cinque: partecipazione; trasparenza; innovazione tecnologica; integrità ed accountability. Al termine dei lavori, svoltisi in parte durante una serie di incontri pubblici, in parte attraverso una consultazione pubblica attraverso il portale Partecipa!, nel dicembre 2014 è stato pubblicato il secondo Piano d’azione OGP.
Le aree tematiche e le azioni
Il primo focus del Piano d’Azione OGP è dedicato alla “Partecipazione” e passa attraverso il ruolo del portale Partecipa!. Se fino ad oggi ha svolto la preziosa funzione di unico punto di accesso per la partecipazione e di archivio storico delle consultazioni, il portale Partecipa! presenta alcuni punti deboli. Come sottolineato dal Dipartimento della funzione pubblica si tratta di una piattaforma semplice e poco sviluppata, poco interattiva e priva di una redazione di supporto. Inoltre non è previsto un login utente, che permetta una registrazione permanente dei partecipanti.
Per il rilancio del portale sono previste due tipologia di interventi: da un lato si lavorerà per rafforzare le potenzialità del portale non solo come strumento di presentazione delle consultazioni in corso ma anche come punto unico di accesso, per cittadini e stakeholder, per raccogliere istanze e suggerimenti per le amministrazioni. Dall’altro si cercherà di potenziare il coinvolgimento dei cittadini e favorire un utilizzo più continuo del portale, permettendo agli utenti, attraverso sistemi di registrazione e alert, di essere informati su tutte le fasi del processo di partecipazione che hanno deciso di seguire. In parallelo si proverà a organizzare la PA per la partecipazione, definendo un documento di policy e linee guida per i processi di partecipazione della PA.
Per quanto riguarda le aree tematiche “Trasparenza”, “Integrità” e “Accountability”, sono tre le azioni previste.
L’iniziativa “trasPArenti +1” si propone di innalzare i livelli di trasparenza delle Amministrazioni, puntando sullo sviluppo della “vigilanza partecipativa”, in supporto all’azione dell’A.N.AC.
Dall’Autorità nazionale anticorruzione spiegano come la prima forma di controllo sull’attuazione della trasparenza debba essere effettuata dal cittadino, che per segnalare le mancanze ha a disposizione due strumenti: il dialogo diretto con l’amministrazione inadempiente, attraverso il ricorso all’istituto dell’accesso civico previsto dall’art. 5 del D. Lgs 33/2013 o l’attivazione dei poteri ispettivi dell’A.N.AC., come disposto dall’art. 45. Per incentivare la “vigilanza partecipativa” si intende potenziare il portale Campagnatrsparenza. Oltre che spazio per l’acquisizione delle segnalazioni in materia di trasparenza, lo si vuole trasformare anche in una piattaforma di sensibilizzazione del cittadino all’utilizzo dell’istituto dell’accesso civico; in uno spazio di gestione delle segnalazioni, ai fini del rapido esercizio dei poteri ispettivi, ed eventualmente sanzionatori, da parte dell’A.N.AC.; e in una piattaforma di rendicontazione pubblica degli esiti delle politiche di intervento, di dissuasione o di repressione, attuate nei confronti delle amministrazioni segnalate dai cittadini.
Il “+1” del nome sta ad indicare proprio il valore aggiunto dell’iniziativa: il cittadino “unico” che segnala le inosservanze in materia di trasparenza. L’auspicio di A.N.AC. è che quella singola unità sia destinata a crescere a dismisura, attuando in concreto quella forma di controllo diffuso, previsto dall’art. 1 del D. Lgs 33/2013, che è diretto a migliorare il buon funzionamento della PA italiana.
Altro punto cardine in termini di trasparenza e accountability è rappresentato dal portale Open Data. Consapevole delle potenzialità che potrebbe avere per cittadini, imprese e pubbliche amministrazione, AgID sta potenziando il proprio impegno sul tema.
Lo sviluppo necessario si muove nella direzione tracciata dalle “linee guida per la valorizzazione del patrimonio informativo pubblico”, stilate da AgID per guidare le pubbliche amministrazioni in questo percorso. Le linee guida propongono da un lato un modello per la metadatazione delle informazioni detenute e dall’altro uno schema operativo per attuare il modello proposto.
Il rilascio di nuovi data set non è complesso per chi gestisce dati.gov.it, che è una “biblioteca centrale” dei dati pubblicati dalle singole amministrazioni; maggiori difficoltà si possono riscontrare a livello delle amministrazioni in termini di rilascio e pubblicazione. L’intento è quello di non limitare il portale alla sola raccolta e alla pubblicazione dei dati, ma renderlo uno spazio per elaborare, insieme ai soggetti che poi dovranno poterne usufruire, una strategia innovativa per la reale diffusione, la valorizzazione e il riutilizzo del dato, in modo da aumentare la consapevolezza sull’importanza del rilascio delle informazioni.
La terza azione è denominata “Follow the money”. Poiché il bilancio di esercizio tradizionale non costituisce uno strumento sufficiente a rendere conto ai cittadini dell’operato di un’amministrazione pubblica, si vogliono offrire ai cittadini strumenti semplici per una migliore fruibilità dei dati economici, anche al fine di far crescere una comunità per il riuso degli stessi.
SIOPE è uno strumento fondamentale per il monitoraggio dei conti pubblici, ma non nasce come prodotto destinato alla consultazione dei cittadini. Con l’azione “Follow the money”, AgID ha così dato vita a SoldiPubblici, che ad oggi ha raggiunto le 300 mila visite. La piattaforma nasce con l’idea di fare sì che intorno ad essa si strutturi una community di cittadini, capace di contribuire allo sviluppo della stessa. “Nei prossimi mesi il sito sarà arricchito con ulteriori dati che riguardano le unioni di comuni, le università, le singole strutture sanitarie e le camere di commercio e le amministrazioni centrali – spiegano dall’Agenzia per l’Italia Digitale –. Raggiungeremo una qualità maggiore quando riusciremo ad integrare e sviluppare il portale sfruttando le nuove ‘architetture digitali della PA’, come la fatturazione elettronica. La strada intrapresa con soldipubblici.it traccia una linea molto chiara e dalla quale, fortunatamente, fatto il primo passo, non sarà più possibile discostarsi”.
L’ultima area tematica del Piano d’azione OGP comprende l’innovazione tecnologica e si declina secondo l’azione denominata “Cittadinanza digitale”, che punta a dotare i cittadini e le imprese dei principali strumenti necessari ad interagire tra di loro e con lo Stato in modo digitale.
Gli strumenti sono quelli definiti dal piano “Crescita digitale” redatto da AgID. Si tratta di quegli strumenti di ammodernamento della pubblica amministrazione, che spaziano dal sistema pubblico di identità digitale, all’anagrafe nazionale unica; dall’informatizzazione del processo civile e amministrativo, ai pagamenti e alla fatturazione elettronica.
Gli strumenti da soli, però, non bastano, è anche necessario lavorare sulla formazione e sulla diffusione di una cultura digitale, per far sì che le architetture poggino su un terreno fertile. Si tratta di un lavoro lungo e continuativo di modernizzazione dei processi amministrativi e di volontà politica al fine di creare un nuovo modello nel rapporto tra Stato e cittadini.
Un ruolo importante sarà inoltre giocato dalla piattaforma “Government as a Service”, che offrirà servizi cloud di nuova generazione, a basso costo, per il cittadino e le aziende. In quest’ottica è indispensabile un portale unico, realizzato con logiche centrate sull’utente e ispirato alle best practice internazionali, per massimizzare i vantaggi per tutti:
– per i cittadini: maggiore semplicità nella fruizione dei servizi digitali e possibilità di fruire di servizi online innovativi;
– per le aziende: maggiore semplicità dei pagamenti, maggiore trasparenza, accesso a servizi innovativi e semplificazione dei rapporti con la PA;
– per le Pubbliche Amministrazioni: semplificazione dei processi, miglioramento dei servizi attraverso l’analisi dei dati e incentivazione dei servizi digitali.
E infine due vantaggi non secondari per tutta la collettività: riduzione dei costi di intermediazione dei servizi pubblici e aumento delle competenze digitali.