il progetto

Smart health e 5G per la continuità assistenziale: il caso dell’Irccs Oncologico di Bari

Il ruolo delle tecnologie digitali è fondamentale per assistere il paziente oncologico cronico domiciliarizzato. In attesa di scelte e orientamenti regionali capaci di mettere a regime il percorso assistenziale, l’IRCCS Oncologico di Bari ha avviato un progetto che coinvolgerà cento pazienti. Vediamone i vantaggi

Pubblicato il 07 Giu 2018

Attilio Guarini

Direttore Dipartimento Area Medica IRCCS Oncologico Bari – Responsabile del Gruppo di lavoro AiSdeT per le piattaforme digitali di continuità del paziente oncologico

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La presa in carico del paziente oncologico, in particolare del paziente cronico, è stata negli ultimi anni fortemente promossa da diversi accordi tra Stato e Regioni (ad es. 2011 e 2016) con un indicazione di decisa priorità in direzione dell’equità (annullare il divario ancora esistente fra varie realtà del Paese), della qualità (innalzare il livello di sistema con una ferma attenzione ai modelli organizzativi per la presa in carico e l’innovazione tecnologica), della genesi della conoscenza (promuovere la ricerca, i sistemi informativi, la pratica del knowledge-management) e dell’informazione e comunicazione (partecipazione consapevole ai processi di prevenzione e cura da parte di tutti gli attori).

Indicazioni, cui stanno già oggi rispondendo i progetti di Reti oncologiche regionali, non ancora tuttavia estesi in modo omogeneo in tutto il Paese.

Sanità digitale e telemedicina per le cure oncologiche

In attesa, comunque, di scelte e orientamenti regionali capaci di mettere a regime il percorso assistenziale del paziente oncologico cronico, individuando modelli organizzativi più pertinenti di integrazione e di interdisciplinarietà, l’urgenza viene risolta anche da progetti, di matrice ospedaliera, che vanno incontro alle esigenze immediate di continuità assistenziale e di monitoraggio del paziente oncologico cronico attraverso l’utilizzo delle piattaforme di Sanità digitale e di Telemedicina.

Strumenti sentiti sempre di più, dalla comunità sanitaria e clinica, come strategici nella gestione efficace ed appropriata del percorso di domiciliariazzione del paziente cronico.

Il progetto dell’IRCCS Oncologico di Bari

In questa cornice, si inserisce il progetto, che sarà avviato del Dipartimento di Area medica dell’IRCCS Oncologico di Bari. Sarà presentato nei dettagli il giorno 28 settembre a Bari in occasione del I Congresso nazionale AiSdeT.

Il modello, che partirà a settembre, si presenta come un’evoluzione di un precedente progetto, Smart Health 2.0, destinato al sostegno dei processi di domiciliarizzazione con l’ausilio delle tecnologie digitali, e realizzato alcuni anni fa, con un finanziamento MIUR.

Il paziente oncologico cronico domiciliarizzato ha bisogno di un modello organizzativo assistenziale specifico non solo per gli aspetti metodologici, ma soprattutto per quanto concerne la specializzazione del personale sanitario coinvolto.

Oggi, il sistema dell’ADI è gestito, per lo più, da personale non specializzato (MMG – OSS), e non prevede per gli operatori sanitari dotazione specifica di device finalizzati al monitoraggio dei parametri vitali (funzionalità epatica, renale, emocromo e coagulazione), fondamentali per il controllo assistenziale del paziente oncolgico cronico domiciliarizzato.

In risposta a questa assenza, il progetto prevede l’utilizzo, a casa del paziente, dei device necessari per il monitoraggio dei parametri vitali. I dati raccolti e trasmessi, saranno controllati da medici specialisti presenti in una control room, allocata nel Dipartimento di Area medica dell’IRCCS Oncologico di Bari.

Il sostegno del 5G alle procedure di cura

Il sistema sarà sorretto da connettività avanzata in 5G, che consentirà di aggiungere ulteriori applicativi, come quelli video per il teleconsulto, il counseling e il controllo appropriato delle procedure di cura.

Il vantaggio generato da questo modello organizzativo-assistenziale, sostenuto da piattaforme digitali, non sarà solamente la riduzione del disagio, dovuto agli spostamenti domicilio-ospedale e viceversa (con tutto quello che comporta) del paziente, ma ci si aspetta anche una riduzione sensibile delle infezioni nosocomiali e un contenimento sostanzioso dei costi assistenziali nel loro complesso, stimati in un risparmio pari al 30%, senza considerare i costi di natura sociale e di personale.

Il progetto coinvolgerà una coorte di 100 pazienti. A breve, in anteprima, sarà, invece, ufficialmente presentato il modello tecnologico della piattaforma, sostenuta da connettività 5G.

La cartella clinica digitale

Altro aspetto da sottolineare è quello relativo alla cartella clinica del paziente, concepita in modo da essere integrata con quella di reparto e con le specifiche dettate dal FSE regionale, in piena coerenza, dunque, con le caratteristiche progettuali dell’ecosistema digitale regionale e con la potenzialità intrinseca di potere essere estesa a tutta la Regione Puglia all’interno degli ambienti di Rete oncologica.

E’, altresì, previsto l’utilizzo anche di App per un collegamento più diretto e continuo con il paziente a domicilio e, ovviamente, sono in programma attività di formazione sia per i caregiver familiari che per quelli sanitari, onde migliorare l’appropriatezza, l’aderenza e la compliance tra tutti gli attori coinvolti nel percorso assistenziale e il paziente.

I vantaggi economici e psicologici

In conclusione, se si pensa che il ricovero di un paziente oncologico cronico ha un impegno medio di spesa medio pari a circa 1800 euro giornaliere, si può ben capire quali potranno essere gli ambiti di recupero in termini di sostenibilità del processo e soprattutto gli ambiti di sostegno psicologico e di conforto offerti al paziente oncologico domiciliarizzato.

Risorse liberate, che, nell’insieme, oltre ad un possibile loro reinvestimento nel miglioramento del processo di cura, consentiranno di rendere l’umanizzazione delle cura un’esperienza tangibile.

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