Tempo di bilanci per il Piano triennale per l’informatica nella pubblica amministrazione 2017-2019, di Agid (Agenzia per l’Italia digitale) con il Team Digitale alla presidenza del consiglio.
Il piano gioca un ruolo chiave per la trasformazione digitale della PA e si avvia a terminare il proprio primo ciclo.
Cos’è il piano triennale per l’informatica pubblica
Il piano da maggio 2017
- indirizza la trasformazione digitale della PA;
- fissa i principi architetturali fondamentali da adottare;
- specifica le regole di usabilità e interoperabilità da seguire;
- chiarisce le iniziative da svolgere a livello centrale e locale.
Azioni e modelli del piano
Il Piano è basato su un modello strategico, caratterizzato da un’architettura a più livelli in cui sono raccolte tutte le iniziative sul fronte dell’innovazione digitale della PA italiana (Figura 1.a). Per ogni componente del modello, il Piano specifica alcune azioni da realizzare in determinati orizzonti temporali grazie al contributo di specifici attori.
Complessivamente le azioni sono 67. Ognuna di esse prevede l’ottenimento di uno o più risultati. Sono 108 i risultati previsti dal Piano (Figura 1b). Le infrastrutture fisiche e quelle immateriali sono le componenti con il maggior numero di risultati attesi, rispettivamente 27 e 46. Questo risultato non sorprende.
Tali componenti, infatti:
- sono necessarie affinché le componenti dei livelli superiori possano essere adeguatamente finalizzate;
- sono i principali ambiti sui cui l’AgID e il Team per la trasformazione digitale hanno lavorato nel 2017.
(a)
(b)
Figura 1. (a) Modello strategico alla base del Piano triennale e (b) risultati attesi previsti
Stato dei risultati previsti per le infrastrutture e prossimi obiettivi
Nelle prossime versioni del Piano (il nuovo aggiornamento dovrebbe essere prodotto entro la fine di settembre) sarebbe opportuno focalizzare con maggior precisione tutti i risultati da ottenere anche per le restanti componenti, il cui sviluppo in caso contrario potrebbe essere rallentato. Ovviamente sulle infrastrutture fisiche e immateriali è di vitale importanza non accumulare ritardi. Questi, infatti, potrebbero propagarsi sulle altre componenti del modello, rallentandone l’attuazione.
A questo proposito è interessante analizzare lo stato dei risultati previsti per le infrastrutture fisiche e immateriali. Come mostrato in Figura 2, dei 73 risultati relativi a tali componenti:
- 25 sono stati completati;
- 14 sono in corso di completamento;
- 19 sono in ritardo rispetto alle scadenze;
- 15 non hanno scadenze esplicitate.
Figura 2. Status dei 108 risultati da raggiungere nella prima versione del Piano triennale
Più in generale, 44 dei 108 risultati previsti sono già stati ottenuti dopo un anno dal rilascio del piano e 16 sono in corso di implementazione. Questo è a nostro avviso un buon risultato, soprattutto se confrontato con la precedente attuazione normativa dell’Agenda Digitale che registrava su alcuni decreti attuativi ritardi di oltre 380 giorni.
Un quadro tutto sommato positivo
Tale risultato può essere in parte spiegato da una semplificazione del coordinamento tra attori preposti alla definizione e attuazione dell’impianto regolatorio. Gli attori che hanno in capo una quota maggiore di risultati previsti sono: AgID che deve essere coinvolta per l’attuazione di 87 risultati previsti, le PA locali (72) e il Team Digitale (22). Tutti gli altri attori (ad es. Funzione Pubblica, i Ministeri, ANAC) hanno invece un coinvolgimento minore, mediamente su 3 risultati.
Il quadro è quindi positivo e i presupposti per dare continuità a quanto fatto in questi ultimi anni ci sono. Certo, come dice anche il ministro alla PA Bongiorno, serve “credibilità”. La trasformazione digitale della nostra PA non si realizzerà in pochi mesi.
Serve tenacia, un commitment centrale forte e un altrettanto forte coinvolgimento degli enti locali, che devono beneficiare di quanto realizzato a livello centrale e scaricarlo a terra, grazie al loro contatto diretto con i cittadini.
Un anno di piano triennale ICT della PA: tante cose fatte, effetti minimi