Per completare i progetti strategici in corso di PA digitale e assicurarne la continuità può essere utile approfittare della proroga di un anno prevista dal Cad per il Commissario all’Agenda Digitale.
Esiste infatti un modello di evoluzione strategica dei sistemi informativi della PA. Esiste un Piano triennale che dettaglia l’implementazione della strategia. Esiste un quadro normativo, tra decisioni della Corte Costituzionale, Legge di bilancio e Codice dell’Amministrazione digitale che offre una base giuridica per l’implementazione del Piano. Tutti elementi che nel tempo sono stati definiti come parti di un unico progetto coerente. Con la Commissione di inchiesta sulla digitalizzazione della PA abbiamo anche avuto un organismo di controllo dell’attuazione che ha evidenziato le lacune che conosciamo.
Con l’amico Paolo Coppola abbiamo già scritto dei motivi per cui, a nostro avviso, sarebbe opportuna una evidente volontà politica nel perseguire la digitalizzazione della PA.
Dare concretezza alla trazione tra progetto ed execution è certamente un anello migliorabile di questa catena, come risulta anche dagli atti della Commissione di inchiesta sulla digitalizzazione della PA.
Digitalizzazione, non basta un soggetto unico al comando
Non si può pensare che sia un soggetto unico a prendersi carico operativamente di questo passaggio per le 22mila amministrazioni italiane.
L’AgID, è bene ricordare, deve fare tutto ciò che le prescrivono le leggi. Le leggi sono fatte incrementalmente, in momenti diversi e riguardano i temi più disparati, non sono frutto di una visione unica, organica e coerente. Solo nella scorsa legislatura sono state approvate ben 29 leggi con attribuzioni per l’AgID (’altronde ogni parlamentare ha ovviamente il diritto di formulare proposte di legge che eventualmente possono essere approvate).
A complicare la situazione c’è spesso la previsione che tali incombenze siano “senza nuovi oneri a carico dello Stato”, ovvero devi fare 30 cose in più, ma con gli stessi soldi e personale (ricordiamo anche che le modalità di selezione e di aggiornamento professionale sono assai diverse da quelle del settore privato).
Piacentini, mandato in scadenza e futuro del Team
Per poter dare impulso alla realizzazione di specifici progetti strategici si è inserito il ruolo del Commissario, con una struttura ad hoc (il Team digitale) che supera i limiti e vincoli intrinsechi dell’AgID (come di recente Diego Piacentini ha giustamente spiegato essere stato un suo prerequisito).
Come noto, il mandato del Commissario scade a settembre; ovviamente non c’è il tempo per completare i progetti strategici in corso nei prossimi due mesi che, oltretutto, comprendono la pausa estiva. Il tempo langue anche per poter prendere e formalizzare una decisione politica sul futuro di questi progetti strategici, in un momento che vede l’attenzione politica concentrata su priorità diverse.
All’interno del CAD inserimmo – devo dire con una certa fortunata lungimiranza – la previsione di una possibile proroga di un anno del mandato del Commissario. Questa possibilità può essere utile ora al Governo per avere il tempo per affrontare la questione di come assicurare al meglio continuità per il completamento delle infrastrutture immateriali strategiche, le modalità di finanziamento, affidamento ed i possibili destinatari per l’operatività futura e per le successive necessarie evoluzioni.
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