Neelie Kroes della Commissione europea ci ricorda che le misure per la semplificazione per la posa della fibra possono fare risparmiare 40-60 miliardi di euro, che riportati all’Italia significa 4-6 miliardi di euro. A questo punto i giochi sarebbero fatti e possiamo attivare i cantieri.
Dove sta l’errore?
Un primo punto è legato al fatto che non basta rendere più semplice ed economica la realizzazione delle opere civili (per quanto importanti e costose, visto che incidono per il 70-80% del totale dei costi). Il vero nodo è quello di trovare un modello di remunerazione che renda sostenibile l’avvio di una nuova fase di investimenti infrastrutturali che deve generare servizi che qualcuno è effettivamente interessato ad acquistare con una “premium price” rispetto alla spesa attuale.
Un secondo aspetto è invece più specifico dell’Italia. Dopo la produzione di norme e regolamenti occorre garantire che l’interpretazione sia omogenea, che le declinazioni territoriali siano coerenti, che l’attuazione venga garantita, fino ad arrivare a comminare delle sanzioni in caso di mancato recepimento.
Si può fare. Basta volerlo