Ieri il Ministro del Lavoro e dello Sviluppo Economico Luigi Di Maio, in audizione alla Commissione Trasporti e Telecomunicazioni della Camera, ha sintetizzato le linee programmatiche del Governo in materia di Telecomunicazioni, Poste e digitale. In pratica la prima uscita del nuovo Ministro sui temi del digitale e dell’innovazione.
Avanti con 5G, banda larga e ultralarga
Intanto una buona notizia che si continui sulla strada dell’infrastrutturazione del Paese con la banda larga e ultralarga. Il Ministro ha detto che sulla copertura 5G, è imminente l’asta, confermata entro settembre; il piano BUL (Banda Ultralarga) presto entrerà nella seconda fase operativa, quella che riguarda le “aree grigie” del paese con relativi fondi pubblici per 1,3 miliardi di euro per stimolare la domanda e colmare, almeno in parte, il digital gap del paese.
Di Maio ieri ha utilizzato il DESI (The Digital Economy and Society Index) strumento di misurazione della Commissione Europea, per dire quanto l’Italia sia indietro nella diffusione della banda larga rispetto al resto d’Europa. Secondo il DESI Index 2018, sul fronte della connettività l’Italia si colloca terz’ultima seguita solo da Croazia e Grecia. Sebbene la banda larga fissa sia disponibile per il 97% delle case dell’UE, il 25% di case non ha un abbonamento: nel caso dell’Italia però questo valore è al 43% quindi ben 18 punti più alto della media.
Poi il Ministro ha ribadito come intenda trasformare il nostro Paese in una Smart Nation, con il grande obiettivo (non facile da raggiungere nel nostro Paese, ma condivisibile al 100%) di politiche pubbliche tra loro pienamente integrate e coordinate (UE, Governo, Regioni, CCIIA etc).
Subito i voucher per 1,3 miliardi. Alfabetizzare cittadini e PMI
Poi Di Maio ha detto di voler immediatamente utilizzare le risorse disponibili, 1,3 miliardi, per stimolare la domanda di banda ultra larga e di servizi digitali per giungere in tempi brevi ad una piena digitalizzazione del Paese. Si è detto, in via generale, ostile agli interventi a pioggia, piuttosto il MISE sta valutando di concentrare i contributi per categorie di famiglie e categorie di imprese (PMI) per facilitare l’accesso alla tecnologia e al know-how.
Per Di Maio, “l’accesso ad una rete libera e neutrale, in condizioni non discriminatorie, deve essere riconosciuto come diritto di cittadinanza nella dimensione digitale. L’esempio proveniente da altri Paesi europei nei quali si è riconosciuto questo diritto nella dimensione sociale può essere da stimolo per una riflessione anche alle nostre latitudini”.
Le nuove strategie: blockchain e Intelligenza Artificiale
Di Maio ha messo poi in testa alla nuova strategia governativa una particolare attenzione su due tecnologie emergenti e sempre più strategiche: la blockchain e l’Intelligenza Artificiale. Il Ministro ha riferito che nel prossimo bilancio dell’Unione europea 2020-2027 ci saranno 9,7 miliardi di euro destinati al digitale, di cui 2,7 miliardi destinati ai super computer, 2,5 miliardi all’Intelligenza Artificiale, 2 miliardi alla cybersecurity, 700 milioni alle competenze digitali, 1,3 miliardi per la diffusione del digitale nella popolazione e per semplificarne l’accesso alle PMI. ”Ad oggi manca ancora una strategia nazionale sulla tecnologia blockchain – ha detto Di Maio – che come ministero intendiamo promuovere… a livello Ue, l’Italia (unico paese ancora assente fra i grandi) aderirà alla cooperazione europea in tema blockchain, per consentire alle nostre aziende di prendere parte ai progetti.”
Stesso dicasi per l’Intelligenza Artificiale, per la quale una sorta di modello potrebbe essere quello di Macron in Francia. “La priorità assoluta per l’Europa e per il nostro Paese è quella di aumentare gli investimenti pubblici e privati nell’intelligenza artificiale e nelle tecnologie strettamente connesse portandoli almeno ai livelli registrati in Asia e Nord America– ha detto Di Maio – e come MISE intendiamo promuovere l’elaborazione e la realizzazione di una strategia nazionale anche con riferimento all’Intelligenza Artificiale”.
In sintesi
Buono – a mio avviso – l‘approccio del Ministro nel dare continuità al buon lavoro avviato sulla infrastrutturazione del Paese con 5G, banda larga e ultralarga. Direi addirittura fondamentale, perché senza buone autostrade di internet non possono correre le auto (servizi per cittadini e imprese).
Bene sull’attenzione sull’evitare contributi a pioggia, piuttosto concentrandosi su categorie di famiglie e Piccole e Medie Imprese
Meno bene (ma speriamo ci sia una prossima occasione a breve) non aver sentito una parola su cosa intenda fare del piano Industria 4.0, strategico per lo sviluppo del Paese integrando il manifatturiero con i cosiddetti servizi innovativi e tecnologici.
Affascinante, anche se ancora un inizio, quanto detto su blockchain e Intelligenza Artificiale, perché significa almeno iniziare a dare un orizzonte, una prospettiva, all’altezza dei paesi più evoluti, alla strategia del nostro Governo.