SERVIZI ALLE IMPRESE

Punti impresa digitale: come funzionano, un primo bilancio

In un anno il progetto Punti Impresa Digitale ha formato una rete complessiva di 88 PID, i risultati in termini di informazione sulle tecnologie 4.0, crescita della “awareness” del sistema produttivo, competenze, il servizio di assessment digitale online

Pubblicato il 27 Ago 2018

Giuseppe Tripoli

segretario generale di Unioncamere

impresa digitale

A quasi tre mesi dal lancio del servizio di assessment digitale pubblicato sul portale dei PID, i Punti Impresa Digitale delle Camere di Commercio, sono state oltre mille le imprese che hanno effettuato il test di autovalutazione online. E i risultati ci confermano che se per alcune imprese la rivoluzione 4.0 non ha segreti, per tanti altri imprenditori il cammino verso la digitalizzazione è ancora molto lungo.Vediamo quali sono i profili digitali delle imprese che emergono, e in che modo il sistema camerale le aiuta nel processo di digitalizzazione e trasformazione 4.0.

Partiamo dai numeri del primo bilancio di dodici mesi di vita della rete degli 88 PID:

  • 14 milioni di euro stanziati attraverso voucher per le imprese;
  • 470 eventi di informazione con oltre 8.000 aziende partecipanti;
  • più di 800 test di autovalutazione SELFI 4.0 per scoprire la propria maturità digitale;
  • 620 dipendenti delle Camere di commercio formati sulla digitalizzazione.

La trasformazione digitale

Per le imprese, e non solo, parlare il linguaggio digitale è ormai indispensabile per competere sui mercati. Perché è una lingua globale, la sola che offra agli imprenditori l’opportunità di cavalcare la quarta rivoluzione industriale e diventare protagonisti attivi del cambiamento senza subirlo. Molte aziende dimostrano di esserne consapevoli. Ma ci sono ancora numerose realtà imprenditoriali, soprattutto quelle più piccole, che fanno fatica a comprendere i vantaggi legati all’adozione delle nuove tecnologie. Le Camere di commercio, da sempre promotrici dell’innovazione nella Pubblica amministrazione, sono impegnate nel concreto su questo fronte per fare accrescere nel sistema produttivo la consapevolezza sulle potenzialità offerte dalla digitalizzazione.

Una risposta tangibile a una sfida: quella della strategia nazionale, che prende il nome di “Impresa 4.0”, che vuole favorire un ammodernamento del sistema paese attraverso l’infrastrutturazione a Banda Ultralarga, la digitalizzazione dei processi produttivi, la qualificazione delle risorse umane, l’impiego delle cosiddette “tecnologie abilitanti” e l’adeguamento dei modelli di business al nuovo paradigma produttivo.

Le linee d’intervento dei PID

I Punti impresa digitale rappresentano il primo livello di contatto delle aziende, nell’ambito del network nazionale Impresa 4.0, costituito, oltre ai PID, dai Digital Innovation Hub, dagli Ecosistemi Digitali per l’Innovazione e dai Competence Center. Nell’assolvere tale compito, l’impegno delle Camere di commercio va proprio nella direzione di informare e aiutare le imprese ad orientarsi in questo nuovo paradigma produttivo attraverso molteplici servizi offerti dalla rete dei Pid diffusi sull’intero territorio nazionale. Le linee d’intervento sono molteplici: innanzitutto un’attività di informazione per favorire la diffusione delle conoscenze sulle tecnologie 4.0 dirette a incoraggiare la crescita della awareness” del sistema produttivo e, al contempo, qualificare le competenze e le risorse del personale che opera all’interno delle imprese.

Il servizio di assessment digitale delle imprese, avviato tre mesi or sono, è finalizzato ad analizzare lo stato di maturità digitale delle imprese e la loro capacità di implementare le tecnologie abilitanti e le innovazioni organizzative per rendere più efficiente il proprio modello di business. Con questo strumento le aziende possono dunque individuare i loro punti di forza e di debolezza sul fronte del digitale e programmare gli interventi necessari. L’assessment può essere realizzato autonomamente dalle imprese tramite test online, accessibile dal portale nazionale dei PID  “SELFI 4.0”, oppure, in modalità assistita avvalendosi dei Digital promoter: si tratta di 200 figure professionali che le Camere di commercio stanno formando in modo specialistico per permettere l’indirizzamento verso i servizi tecnologici e l’orientamento verso strutture specializzate (i Digital Innovation Hub, gli Ecosistemi Digitale per l’Innovazione, i Competence Center, i Centri di Trasferimento Tecnologico Industria 4.0, ecc.).

La maturità digitale delle imprese

Come detto, i risultati dei test confermano che molto imprese hanno bisogno di potenziare la trasformazione digitale. Sui cinque diversi profili di maturità digitale previsti: il 7% è risultato Esordiente Digitale perché legato ad una gestione tradizionale dell’informazione e dei processi; il 49% è Apprendista digitale utilizza cioè strumenti digitali “di base”; il 32% è Specialista digitale avendo digitalizzato buona parte dei processi; l’8 % è Esperto digitale, applica cioè con successo i principi dell’Impresa 4.0. Mentre solo il 4% delle imprese può dirsi un Campione digitale con una buona digitalizzazione dei processi e ricorso a tecnologie 4.0. Lo strumento di self assessment è stato utilizzato soprattutto dalle imprese di piccole dimensioni con un fatturato che non supera i 2 milioni di euro (54%), in gran parte provenienti dal Nord (66%). Dalla fotografia d’insieme risulta che molte aziende hanno già digitalizzato alcuni processi soprattutto attraverso il ricorso a sistemi gestionali 3.0: quasi il 40 % utilizza sistemi ERP (Enterprise resource planning) e MES (Manufacturing execution systems). Mentre il 23% delle imprese usa sistemi di vendita on line. Il ricorso alle tecnologie abilitanti del Piano Impresa 4.0 è ancora timido: il 6,8% delle imprese utilizza Industrial Internet e Internet of Things; il 5% fa uso di sistemi di manifattura additiva (stampanti 3D); solo il 4,2% ricorre a soluzioni per la manifattura avanzata (es. Robot collaborativi) e il 4,1% utilizza sistemi di realtà virtuale e/o aumentata. Significativo, invece, l’uso di sistemi per la gestione e la protezione dei dati e delle informazioni: il 34,8% utilizza il cloud e il 29,4% garantisce la sicurezza delle informazioni affidandosi a sistemi di cyber sicurezza e business continuity.

Il ruolo delle Camere di Commercio

Accanto alla gamma dei servizi offerti dai Punti impresa digitale sono previsti inoltre strumenti concreti di sostegno agli investimenti delle imprese, attraverso i voucher digitali, finalizzati all’acquisto di servizi di consulenza e formazione sulle tecnologie 4.0. Ad oggi i PID hanno pubblicato più di 70 bandi voucher, sostenendo in modo tangibile sia singole imprese, sia aggregazioni di imprese per progetti di “rete” in ambito 4.0.

Il primo bilanci dei PID rappresenta solo l’inizio di un percorso che vede le Camere di commercio al fianco delle imprese di tutti i settori (commercio, servizi, industria, artigianato, agricoltura, ecc.) nella erogazione di servizi reali per la crescita della competitività del sistema produttivo italiano.

Valuta la qualità di questo articolo

La tua opinione è importante per noi!

EU Stories - La coesione innova l'Italia

Tutti
Analisi
Video
Iniziative
Social
Programmazione europ
Fondi Europei: la spinta dietro ai Tecnopoli dell’Emilia-Romagna. L’esempio del Tecnopolo di Modena
Interventi
Riccardo Monaco e le politiche di coesione per il Sud
Iniziative
Implementare correttamente i costi standard, l'esperienza AdG
Finanziamenti
Decarbonizzazione, 4,8 miliardi di euro per progetti cleantech
Formazione
Le politiche di Coesione UE, un corso gratuito online per professionisti e giornalisti
Interviste
L’ecosistema della ricerca e dell’innovazione dell’Emilia-Romagna
Interviste
La ricerca e l'innovazione in Campania: l'ecosistema digitale
Iniziative
Settimana europea delle regioni e città: un passo avanti verso la coesione
Iniziative
Al via il progetto COINS
Eventi
Un nuovo sguardo sulla politica di coesione dell'UE
Iniziative
EuroPCom 2024: innovazione e strategia nella comunicazione pubblica europea
Iniziative
Parte la campagna di comunicazione COINS
Interviste
Marco De Giorgi (PCM): “Come comunicare le politiche di coesione”
Analisi
La politica di coesione europea: motore della transizione digitale in Italia
Politiche UE
Il dibattito sul futuro della Politica di Coesione
Mobilità Sostenibile
L’impatto dei fondi di coesione sul territorio: un’esperienza di monitoraggio civico
Iniziative
Digital transformation, l’Emilia-Romagna rilancia sulle comunità tematiche
Politiche ue
Fondi Coesione 2021-27: la “capacitazione amministrativa” aiuta a spenderli bene
Finanziamenti
Da BEI e Banca Sella 200 milioni di euro per sostenere l’innovazione di PMI e Mid-cap italiane
Analisi
Politiche di coesione Ue, il bilancio: cosa ci dice la relazione 2024
Politiche UE
Innovazione locale con i fondi di coesione: progetti di successo in Italia
Programmazione europ
Fondi Europei: la spinta dietro ai Tecnopoli dell’Emilia-Romagna. L’esempio del Tecnopolo di Modena
Interventi
Riccardo Monaco e le politiche di coesione per il Sud
Iniziative
Implementare correttamente i costi standard, l'esperienza AdG
Finanziamenti
Decarbonizzazione, 4,8 miliardi di euro per progetti cleantech
Formazione
Le politiche di Coesione UE, un corso gratuito online per professionisti e giornalisti
Interviste
L’ecosistema della ricerca e dell’innovazione dell’Emilia-Romagna
Interviste
La ricerca e l'innovazione in Campania: l'ecosistema digitale
Iniziative
Settimana europea delle regioni e città: un passo avanti verso la coesione
Iniziative
Al via il progetto COINS
Eventi
Un nuovo sguardo sulla politica di coesione dell'UE
Iniziative
EuroPCom 2024: innovazione e strategia nella comunicazione pubblica europea
Iniziative
Parte la campagna di comunicazione COINS
Interviste
Marco De Giorgi (PCM): “Come comunicare le politiche di coesione”
Analisi
La politica di coesione europea: motore della transizione digitale in Italia
Politiche UE
Il dibattito sul futuro della Politica di Coesione
Mobilità Sostenibile
L’impatto dei fondi di coesione sul territorio: un’esperienza di monitoraggio civico
Iniziative
Digital transformation, l’Emilia-Romagna rilancia sulle comunità tematiche
Politiche ue
Fondi Coesione 2021-27: la “capacitazione amministrativa” aiuta a spenderli bene
Finanziamenti
Da BEI e Banca Sella 200 milioni di euro per sostenere l’innovazione di PMI e Mid-cap italiane
Analisi
Politiche di coesione Ue, il bilancio: cosa ci dice la relazione 2024
Politiche UE
Innovazione locale con i fondi di coesione: progetti di successo in Italia

Articoli correlati