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Responsabile per la Transizione al Digitale, Coppola: “Bene che il Governo pressi la Pa, ma ora si punti sulle competenze”

Funzione Pubblica (presidenza del consiglio) sollecita le amministrazioni pubbliche all’individuazione del Responsabile per la Transizione al Digitale previsto dall’art. 17 del CAD. Si riaccende così la speranza di cambiamento, ma ci sono anche dei rischi, ecco quali

Pubblicato il 02 Ott 2018

Paolo Coppola

Professore associato di informatica, Università di Udine, consulente Governo per progetti di digitalizzazione della PA

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È veramente con estremo piacere che accolgo la pubblicazione della circolare n. 3 del primo ottobre 2018 in cui il Ministro Bongiorno richiama le amministrazioni a provvedere “con ogni opportuna urgenza” (sottolineato nel testo della circolare) all’individuazione del Responsabile per la Transizione al Digitale previsto dall’art. 17 del CAD.

Nel testo della circolare si legge chiaramente la consapevolezza del Ministro rispetto all’importanza del ruolo del RTD di cui vengono messi in evidenza la collocazione all’interno dell’organigramma e le funzioni relative all’organizzazione dell’ente.

Nella scorsa legislatura, la commissione d’inchiesta che ho presieduto, aveva denunciato la mancata attuazione dell’art. 17 e parte dell’attività di inchiesta si era, obtorto collo, trasformata in attività di pungolo nei confronti delle PPAA. Quasi tutti i RTD convocati dalla commissione sono stati nominati con decreto dopo la richiesta di convocazione, dimostrando un disinteresse nei confronti della materia che, evidentemente, durava da molti anni.

Trasformazione digitale e lotta alla corruzione

Nella relazione conclusiva la commissione d’inchiesta aveva messo in evidenza l’importanza e l’urgenza di porre rimedio a questa mancanza e sono felice che il Ministro, con questa circolare, dia ennesima prova di aver letto e apprezzato la nostra relazione. La transizione alla modalità digitale della PA è un compito particolarmente difficile, strettamente collegato alla lotta alla corruzione, per cui il legislatore aveva giustamente previsto un’organizzazione specifica, con responsabilità e funzioni ben definite e il mancato rispetto dell’art. 17 ha sicuramente contribuito a rallentare il processo.

Leggere la determinazione con cui ora il Governo richiama le amministrazioni a sanare la lacuna, riempie di speranza anche chi, come me, milita in un partito che ora sta all’opposizione. D’altra parte, se il Governo fa bene per il Paese, non si può che festeggiare e questa circolare fa sicuramente bene.

Un rischio chiamato “competenze”

Vedo però un rischio: avrei preferito che venisse affrontato con maggiore coraggio il problema della carenza di figure con adeguate competenze. Il testo della circolare richiama correttamente i requisiti richiesti (“adeguate competenze tecnologiche, di informatica giuridica e manageriali”), ma non esiste nessun passaggio in cui viene chiaramente detto che in caso non siano presenti tali figure allora sarà necessario prevedere opportune azioni di formazione o di reclutamento. È una mancanza rilevante, perché è evidente che non ci sono sufficienti figure con competenze adeguate nelle PPAA, come è anche evidente che per troppi anni la priorità sul reclutamento sia andata a figure giuridiche e non tecniche.

La transizione digitale ha estremo bisogno di competenze manageriali, perché la trasformazione incontra molte “umane resistenze”, e tecniche, perché nell’interlocuzione con il mercato la PA deve avere gli strumenti per capire cosa chiedere e se quello che viene fornito sia o meno adeguato. Durante le indagini della commissione d’inchiesta abbiamo visto troppe volte amministrazioni completamente in mano ai fornitori con conseguente spreco di denaro pubblico e risultati di digitalizzazione del tutto insoddisfacenti.

Concludo quindi sperando due cose: la prima è che il prossimo passo, magari nell’adeguamento del piano triennale, sia il piano di assunzione e formazione dei RTD, la seconda è che il Ministro guardi anche all’attuazione dell’art. 60 del dlgs 179/2016, perché dopo aver individuato i RTD vanno definiti obiettivi e indicatori e va monitorato costantemente lo stato di attuazione della trasformazione.

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