psicologia e digitale

Le cinque intelligenze necessarie per vivere bene in tempi di robot e fake news

Una panoramica sui cinque tipi di intelligenza necessari per stare bene in un mondo sempre più ipertecnologico e globalizzato. Una tesi dello psicologo americano Howard Gardner resa ancora più attuale dalle ultime vicende

Pubblicato il 12 Dic 2018

Gianluigi Bonanomi

Formatore sulla comunicazione digitale

intelligence

Le intelligenze che i nostri figli dovranno coltivare per stare bene al mondo sono cinque: intelligenza disciplinare, sintetica, creativa, rispettosa ed etica.

E’ questa la tesi sostenuta nel libro “Cinque chiavi per il futuro”, dello psicologo americano Howard Gardner, docente di cognitivismo e pedagogia alla facoltà di scienze dell’educazione all’Università di Harvard.

Un libro del 2006, ma la lezione è ancora più attuale adesso, in tempi in cui a dominare il dibattito (culturale e politico) sono i rapporti tra lavoro e automazione, etica e intelligenza artificiale; informazione, propaganda e fake news.

Le cinque chiavi per il futuro

Leggendo i libri di Gardner si scoprono molte cose ma, quella che mi preme sottolineare qui, è che ognuno di noi possiede più tipi di intelligenza e che quando ci si chiede quale sia la migliore educazione per i figli in questa società ipertecnologica e globalizzata, spesso ci si danno risposte sbagliate, perché si pensa, prevalentemente alla tecnologia. Invece occorre spostare il focus sulle persone e, appunto, le loro intelligenze. Di seguito una panoramica sui cinque tipi di intelligenza delineati da Gardner.

L’intelligenza disciplinare

Occorrono fino a 10 anni per padroneggiare una disciplina. E quindi per svolgere in modo impeccabile un mestiere. In futuro sarà sempre più importante governare una disciplina, altrimenti si rischia di soccombere in un mondo dove i mestieri meno qualificati saranno appannaggio di intelligenze artificiali e robot. Pensa alla programmazione: in futuro o programmi o sarai programmato, diceva Douglas Rushkoff.

L’autore distingue tra materia e disciplina. Chi studia medicina impara a memoria tutti i nomi delle ossa del corpo umano, sta studiando la materia. Ma per apprendere la disciplina dovrà uscire dagli schemi che trova nei libri di testo e, coltivando il pensiero scientifico, ragionare su cause ed effetti, trovare soluzioni mai affrontate prima. Con la consapevolezza che ogni opinione scientifica può essere ribaltata alla luce di nuove scoperte.

Nell’era dei motori di ricerca è più importante saper cercare e valutare le fonti, che imparare a memoria (se non per allenare la capacità mnemonica).

L’intelligenza sintetica

In un mondo caratterizzato dall’overload informativo (qualcuno lo chiama infobesità) una delle capacità più importanti – una delle intelligenze da sviluppare – è quella di comprendere e sintetizzare. Non solo raccogliere le informazioni da fonti diverse, ma anche combinarle in modo che abbiano senso per sé e per gli altri. Questa capacità di sintesi era preziosa anche in passato (l’autore cita la Bibbia, le tassonomie, proverbi e aforismi, modelli e leggi universali come l’inconscio di Freud o la mano invisibile di Adam Smith) ma ora diventa una questione di sopravvivenza.

L’intelligenza creativa

Ci sarà sempre più bisogno di innovazione, di chi propone nuove idee, pone interrogativi inconsueti, inventa nuovi modi di pensare e fornisce risposte inaspettate. Una pacchia per chi possiede la capacità di pensiero laterale. Una necessità per chi vuole vivere in un mondo dove computer e robot saranno sempre più sofisticati.

L’intelligenza rispettosa

L’intelligenza rispettosa registra e accoglie con favore le diversità che esistono tra i singoli individui e tra le comunità umane, si sforza di capire i diversi e operare efficacemente con loro. In un mondo in cui tutti sono interconnessi, l’intolleranza e l’assenza di rispetto soluzioni non sono più concepibili.

L’intelligenza etica

Rispetto all’intelligenza rispettosa, si muove a un livello più astratto. Ha a cuore il proprio bene ma anche quello della collettività, capisce che si può lavorare per un fine che trascende l’interesse egoistico.

Perché proprio queste cinque

L’autore sceglie queste 5 intelligenze, ma ce ne sarebbero molte altre: per esempio l’intelligenza tecnologica, digitale, mercantile, democratica, flessibile, emotiva, strategica e spirituale. Ma sono quelle cinque, a detta di Gardner, sono quelle più utili per vivere in un mondo governato da tecnologia e globalizzazione. Del resto gli individui che non hanno al proprio attivo una formazione in una o più discipline non saranno capaci di affermarsi in nessuna posizione impegnativa, e saranno relegati a compiti più “banali”. Gli individui che non hanno capacità di sintesi saranno travolti dalla mole delle informazioni e non sapranno compiere scelte sensate nella sfera privata e professionale. Gli individui che non hanno capacità creative saranno sostituiti dai computer. Quelli che non hanno rispetto, non saranno degni di rispetto altrui: avveleneranno i luoghi di lavoro e gli spazi comuni. Infine in assenza di etica torneremo a un mondo darwiniano dove il bene comune non esiste. Non voglio nemmeno immaginare un mondo del genere.

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