Buongiorno a tutti ragazzi, oggi finalmente parte la rubrica “Rimbambire i bambini con la tecnologia”
Vi racconto un piccolo aneddoto. Poco prima di partire per le vacanze Filippo mi chiede di fargli un aereo di carta. Provo a scavare nella memoria perché non mi ricordavo come si facessero, finché ho l’illuminazione: cerchiamo un video su Youtube! Troviamo il video dell’aeroplanino che ha il Guinness world record per il volo più lungo e, seguendo passo passo il tutorial, riusciamo a costruire l’aereo e Filippo è il bimbo più felice del mondo (e io pure).
Qualche mese dopo vedo Filippo tutto concentrato a montare un gioco che non riusciva a montare, allora viene da me e mi fa: “Papi, tu sai montarlo”? Gli rispondo: “ma certo Fili, papà sa fare tutto” infatti non sono riuscito, ma la cosa che mi ha stupito è che dopo 2 minuti Filippo si alza e se ne va. Ho pensato che avesse già persone le speranze in suo padre, quando invece torna da me con un iPad e mi dice: “Papi, non sei capace.. guardiamo un video su YouTube”!
Lì ho capito che i nostri figli sono diversi da noi!
Poi alla fine non riuscivo perché mancava un pezzo, infatti abbiamo fatto il reso su Amazon, ma mi ha colpito come per lui fosse scontato trovare online la soluzione ad un problema offline. Lì ho capito che i nostri figli sono biologicamente diversi da noi. Per la prima volta nella storia dell’uomo, il cervello dei figli è diverso da quello dei genitori a causa della tecnologia.
La vera sfida dei genitori oggi è fare ai figli una proposta che sia alla loro altezza, all’altezza dei loro desideri…
Se la proposta migliore che hanno è svaccarsi sul divano a guardare la TV o anche solo il soffitto, perché in alcune fasi di vita specie nell’adolescenza capita anche questo, loro si svaccano sul divano, e fanno bene! Se la proposta migliore che hanno è il telefono, loro usano il telefono. Ma per noi è identico; quando sei in attesa dal medico, o alla fermata del bus, qual è la proposta migliore che hai o che reputi di avere in quel momento? E’ usare il telefono, e quindi giochi o mandi messaggi o controlli i social. Quel gesto inconsulto di scroll col pollice.. Per i figli è lo stesso. Quindi la vera sfida è fargli una proposta migliore del telefono, e loro non vedono l’ora che gli facciamo una proposta migliore del telefono.
Dei miei figli l’unico che usa ogni tanto il mio iPhone è il più grande, Filippo. A Riccardo interessa ancora poco. Lo userà una volta al mese per pochi minuti in realtà, ma le poche volte che lo usa, se gli dico “vieni a giocare a palla”, lui il telefono lo butta, (un po’ come nella fiaba su bambini e tecnologia che ho pubblicato qui) perché per lui non c’è paragone fra le due proposte; il problema è che la proposta di giocare con lui devi fargliela, sennò lui sta li. E giocare a palla con lui è sicuramente più faticoso che lasciarlo bravo bravo a giocare col telefono mentre tu puoi riposarti o far altro..
Mi fa ridere che da piccolo quando tornavo tardi o giocavo troppo in giardino mia mamma per sgridarmi mi urlava “fila in camera tua, e non esci fuori finché finché non hai pensato a cosa hai fatto” che era il peggiore castigo che potesse darmi perché io volevo giocare fuori. Oggi i genitori quando sgridano i figli devono dirgli “esci da camera tua, vai un po’ a giocare fuori!” è vero o no?
Ci vediamo la settimana prossima e la domanda sarà: perché i bambini sono così attratti dalla tecnologia?