Il nuovo mood del Governo nei confronti dei corpi intermedi è senza dubbio un segnale positivo, che deve tradursi però in azioni concrete. La proroga del credito d’imposta sulla formazione 4.0 (nel piano Industria 4.0 in Legge di Bilancio 2019) rappresenta una delle tessere del mosaico di politica industriale fondamentale per il rilancio del Paese e per il sostegno delle piccole e medie imprese nella competizione globale.
Molte delle nostre pmi che hanno saputo cogliere la sfida del 4.0, spesso attingendo solamente alle proprie risorse, ora si ritrovano con macchinari molto evoluti e hanno bisogno di personale qualificato in grado di farli funzionare. Ed è qui che entra in gioco la formazione 4.0.
Le aziende di grandi dimensioni riescono più facilmente a formare autonomamente le risorse per adeguarle ai nuovi standard tecnologici. Per le piccole imprese il discorso è diverso e perché possano sfruttare al meglio le opportunità offerte dalla quarta rivoluzione industriale vanno supportate nel processo di formazione del capitale umano. Quindi, bene la proroga del credito d’imposta.
Ma non dobbiamo dimenticare che il problema più grande per le pmi è costituito dall’incertezza che blocca gli investimenti e immobilizza l’economia. Non possiamo permetterci di aspettare mesi prima di capire se una misura sarà operativa oppure no. Abbiamo bisogno di pianificare e anticipare la concorrenza se vogliamo vincere la competizione internazionale