Arriva la Super Internet attraverso la fibra ottica. Dopo lo sblocco dell’offerta di Telecom Italia da parte dell’AGCOM si completa il quadro delle prime offerte fibra del mercato italiano. In campo Infostrada, Fastweb, Telecom Italia e Vodafone, con coperture territoriali molto diverse, ma l’offerta all’ingrosso a cui è tenuta Telecom Italia deve consentire la replicabilità anche agli altri attori, non solo , ovviamente, i due operatori alternativi citati.
Il panorama degli attori rilevanti deve però includere anche Metroweb, che mette già a disposizione degli altri operatori la propria rete in fibra a Milano e ha annunciato di voler replicare tale modello in una trentina di città, nonché lo Stato, attraverso le iniziative guidate dal braccio operativo Infratel, che in collaborazione con alcune Regioni del Mezzogiorno sta lanciando i bandi per il Piano Nazionale sulla Banda Ultra Larga, destinato a svolgere un ruolo complementare rispetto agli interventi degli operatori per aumentare il livello di copertura.
Può quindi essere utile fare un punto sulla situazione e gli scenari che si aprono (o si chiudono…).
Offerta. Non si può certo dire che le offerte di lancio presentino forti elementi di discontinuità. L’innovazione si limita all’aumento della velocità (down/up) e il “premium price” è ridotto al minimo sindacale (se non di fatto azzerato), mentre mancano all’appello servizi realmente esclusivi e differenzianti, ma viste le coperture iniziali non ci si poteva aspettare molto di più… Va, inoltre, ricordata l’assenza dell’offerta televisiva free/premium che è generalmente inclusa in tutti i paesi esteri. La soglia dei 100 Mbit/s viene garantita in modo diffuso solo a Milano (attraverso la rete Metroweb), mentre nelle altre città l’offerta di riferimento sarà a 30 Mbit/s ed evolverà in funzione degli sviluppi delle tecnologie associate al VDSL2.
Copertura. Mantenendo sullo sfondo il miraggio degli obiettivi dell’Agenda Digitale europea (100% a 3 Mbit/s e 50% a 100 Mbit/s entro il 2020), la copertura del servizio è limitata a poche città (27) e, per il vero, ancora in modo parziale, a dimostrazione del fatto che il digital divide infrastrutturale entrerà nelle città e sarà uno scoglio difficilmente sormontabile per grande maggioranza dei comuni italiani. I piani degli operatori privati portano a prevedere la copertura di meno di 150 città entro il 2015, ovviamente quelle maggiori.
Pubblico. Consapevoli del problema, i Governi italiani passati, presenti e – sembra – futuri si sono attrezzati per favorire l’ulteriore sviluppo della copertura nelle aree dove i privati non sono intenzionati ad intervenire “spontaneamente”. Si parte dal Mezzogiorno (meno di 200 città minori), con risorse “residue” europee, che dovrebbero consentire di realizzare infrastrutture passive, successivamente utilizzate dagli operatori privati per erogare il servizio ai clienti finali, secondo un modello già consolidato, sia in Italia che all’estero. Sebbene a fronte di finanziamenti a fondo perduto molto importanti, non si può però dare per scontato l’esito delle gare, che partono dalla Campania. Inoltre, anche soggetto di tipo privatistico, la Cassa Depositi e Prestiti (azionista indiretto di Metroweb) è chiamata a svolgere un ruolo importante, secondo modalità che non appaiono tuttavia ancora sufficientemente definite.
La rete unica. Il progetto di scorporo della rete di Telecom Italia introduce un ulteriore elemento importante nella definizione degli scenari futuri, in quanto potrebbe agevolare lo sviluppo di nuovi investimenti nelle infrastrutture di rete, a maggior ragione se la governance della nuova società dovesse vedere l’ingresso diretto o indiretto da parte dello Stato, sebbene in quota minoritaria. Mentre l’eventuale confluenza della rete di Metroweb sembra ragionevole nel caso di ingresso della Cassa Depositi e Prestiti, non appare verosimile, allo stato delle cose, il conferimento da parte di tutti gli operatori degli asset di rete nella nuova società.
Il futuro prossimo della banda ultra larga è qui.