friuli venezia giulia

Istituti tecnici superiori (ITS), “Così in FVG prepariamo i ragazzi al mercato del lavoro”

L’esperienza e l’offerta formativa di tre Istituti tecnici superiori (ITS) del Friuli Venezia Giulia fra aula, stage e programmi didattici in forte connessione con il mondo del lavoro

Pubblicato il 14 Mar 2019

Fabiana Cadenaro

Public Relations & Communications, Insiel

technical-Skills

Gli Istituti Tecnici Superiori rappresentano una grande opportunità per il mercato del lavoro e per i ragazzi e le ragazze che scelgono questo tipo di percorso di specializzazione tecnica post diploma.

Attualmente sono più di cento gli ITS in Italia, per quasi dodicimila iscritti: l’offerta formativa è ricca e variegata, con circa cinquecento percorsi diversi che spaziano dalla mobilità sostenibile alle tecnologie innovative per i beni e le attività culturali, all’efficienza energetica.

Quattro di questi Istituti hanno sede in Friuli Venezia Giulia: oltre alla Fondazione ITS Nuove tecnologie per il Made in Italy – che fa riferimento all’ISIS A. Malignani di Udine – vi sono la Fondazione Accademia Nautica dell’Adriatico, la Fondazione ITS Alessandro Volta per le Nuove Tecnologie della Vita e la Fondazione Istituto Tecnico Superiore per le Tecnologie dell’Informazione e della Comunicazione J.F.Kennedy che vedono fra i loro soci fondatori Insiel SpA. L’inhouse ICT della Regione Friuli Venezia Giulia dimostra così di voler investire sui giovani poiché rappresenta un’interessante opportunità di stage per gli studenti e le studentesse degli ITS e collabora fornendo docenze sul tema dell’informatica.

Le opportunità di formazione offerte dagli ITS

Come ha spiegato Alberto Steindler, dal 2014 Presidente della Fondazione ITS A.Volta di Trieste, quelli offerti dagli ITS sono percorsi in stretta connessione con il mercato del lavoro, una formula più che vincente che sta dando risultati notevoli,

Fino a qualche anno fa gli ITS erano degli illustri sconosciuti in Italia mentre in paesi come la Germania e l’Austria si trattava di realtà consolidate. Con la normativa che a partire dal 2008 ha consentito di realizzarli secondo il modello organizzativo della Fondazione di partecipazione tra soggetti pubblici e privati, finalmente, anche nel nostro Paese, gli ITS sono diventati una valida opportunità post diploma di formazione di figure tecniche che mancavano sul mercato italiano, ha indicato ancora Steindler.

La stretta connessione fra il percorso formativo e le reali esigenze del mondo del lavoro è testimoniata dal ruolo di promozione esercitato da Confindustria Venezia Giulia e dalla presenza del comitato scientifico che all’interno dell’istituto è formato da rappresentanti delle imprese del territorio e che ha il compito – ha spiegato ancora Steindler – “di costruire i piani formativi che sanno dare una sollecita risposta alle esigenze del mercato, azionando un circuito molto rapido, concretizzandosi in posti di lavoro per la quasi totalità dei nostri diplomati. Per esempio, in un’azienda di quindici dipendenti, in tre si sono formati presso il nostro Istituto”.

Come funziona la formazione negli ITS

Gli ITS non sono scuole intese in senso tradizionale: lo testimonia il fatto che il corpo docente – più di 100 componenti – vede, tra il 60% e il 70% di professionisti espressi dalle imprese. Oltre alle materie di base, insegnate da professori che provengono dall’Università o dalle scuole superiori, la formazione tecnica è demandata dunque a esperti del settore, unitamente a ciò che gli studenti apprendono nell’ambito degli stage svolti direttamente in azienda.

Il percorso biennale si compone di duemila ore di formazione di cui circa ottocento sono in stage: l’assunzione ne è un naturale prolungamento e finora sono più di sessanta le aziende che hanno ospitato, fra Italia ed estero, gli studenti dell’ITS A.Volta di Trieste.

In particolare l’ITS Volta offre il percorso Tecnico Superiore per lo sviluppo e la gestione di soluzioni di informatica biomedica (TIB), il percorso Tecnico Superiore per la gestione e manutenzione di apparecchiature biomediche, per la diagnostica per immagini e per le biotecnologie (TAB) e il nuovo percorso Tecnico One Health Care (TOHC) per la gestione delle tecnologie a supporto della continuità assistenziale e della medicina d’iniziativa attraverso la gestione di dati e l’ottimizzazione dei processi clinici.

L’istituto offre agli studenti e studentesse la possibilità di misurarsi con apparecchiature altamente tecnologiche, donazioni delle aziende sanitarie e di fondazioni bancarie: sale operatorie, TAC, sistemi per la gestione delle cartelle cliniche. Inoltre, i laboratori si stanno attrezzando sulla tecnologia 3D.

Infomobilità e infrastrutture logistiche

A Trieste trova sede anche l’Accademia Nautica dell’Adriatico che offre formazione di alta gamma nel cluster mobilità sostenibile. Bruno Zvech, Direttore dell’Accademia, parla di una realtà che andava necessariamente creata in Friuli Venezia Giulia, dove la prospettiva dello sviluppo portuale è in forte crescita.

L’Accademia offre il corso Ufficiali di coperta e macchina, il corso Tecnico Superiore per l’Infomobilità e le Infrastrutture Logistiche e, novità assoluta in Italia, il corso di Progettazione Navale. Il 45% degli iscritti proviene da fuori e per questo. l’Istituto mette a disposizione degli studenti e delle studentesse un campus con 36 posti letto, convenzionato con il Comune di Trieste.

“Anche la logistica ferroviaria  è un settore in forte espansione e i nostri percorsi formativi seguiranno questa evoluzione”, ha precisato Zvech, sottolineando che tutti i percorsi vengono progettati in stretta collaborazione con le Confindustrie regionali. I corsi sono a numero chiuso, secondo quanto definito dagli studi di settore.

Attualmente gli iscritti sono 140 in tutto. “Nella nostra sede, tecnologicamente all’avanguardia, i programmi di formazione – tenuti da un corpo docente per il 50% è composto da professionisti del settore – possono variare in base a quello che il mercato ci richiede. Per esempio, è capitato di potenziare l’insegnamento della lingua inglese o, nel caso del corso Ufficiali di coperta e macchine, di dedicare maggiore approfondimento ai moduli sulla vita di bordo”.

Una formazione per le esigenze del mercato del lavoro

A partire dalla sua sede storica, nel Campus universitario di Pordenone, l’ITSKennedy oggi svolge corsi a Udine, Trieste e Padova, formando Tecnici Superiori Sviluppatori apps mobile, web cloud developer, data manager, sviluppatori per la fabbrica intelligente.

“Sono tutte figure professionali di cui le aziende hanno un enorme bisogno: la Fondazione progetta i percorsi formativi guardando almeno due anni oltre per poter soddisfare bisogni di capitale umano che si manifesteranno con urgenza nel medio periodo” spiega Adriana Sonego Presidente onoraria Fondazione ITSKennedy, referente rapporti istituzionali e enti esterni e Direttrice corsi dell’ ITS

L’aspetto innovativo degli ITSKennedy, attraverso il metodo didattico ispirato all’”imparare facendo”, vede i futuri sviluppatori lavorare in classi di 25/30 studenti, per 1.200 ore in laboratorio sul pc che la Fondazione fornisce loro in comodato d’uso gratuito. Il pc contiene tutto il materiale didattico necessario e gli studenti lo utilizzano per svolgere le proprie esercitazioni, costruire con il team il project work, raccogliere ed elaborare i dati durante le 800 ore di stage aziendale fino alle prove di esame finale.

“Tutto ciò con un sistema di coaching lungo tutto il percorso biennale, costituito dal tutor e dal coordinatore didattico ITS e dal tutor aziendale, una modalità del tutto innovativa rispetto a quanto avviene in ambito universitario, tradizionalmente improntato sul ciclo di lezioni frontali cui segue l’esame finale.» conclude la Direttrice Sonego.

Fra la pratica e la teoria ITS sceglie senz’altro la prima, individuando le potenzialità degli studenti e delle studentesse che scelgono questo tipo di percorso e valorizzando un capitale umano che il nostro paese non può più permettersi di trascurare.

L’articolo è parte di un progetto di comunicazione editoriale che Agendadigitale.eu sta sviluppando con il partner Insiel

Valuta la qualità di questo articolo

La tua opinione è importante per noi!

EU Stories - La coesione innova l'Italia

Tutti
Analisi
Video
Iniziative
Social
Programmazione europ
Fondi Europei: la spinta dietro ai Tecnopoli dell’Emilia-Romagna. L’esempio del Tecnopolo di Modena
Interventi
Riccardo Monaco e le politiche di coesione per il Sud
Iniziative
Implementare correttamente i costi standard, l'esperienza AdG
Finanziamenti
Decarbonizzazione, 4,8 miliardi di euro per progetti cleantech
Formazione
Le politiche di Coesione UE, un corso gratuito online per professionisti e giornalisti
Interviste
L’ecosistema della ricerca e dell’innovazione dell’Emilia-Romagna
Interviste
La ricerca e l'innovazione in Campania: l'ecosistema digitale
Iniziative
Settimana europea delle regioni e città: un passo avanti verso la coesione
Iniziative
Al via il progetto COINS
Eventi
Un nuovo sguardo sulla politica di coesione dell'UE
Iniziative
EuroPCom 2024: innovazione e strategia nella comunicazione pubblica europea
Iniziative
Parte la campagna di comunicazione COINS
Interviste
Marco De Giorgi (PCM): “Come comunicare le politiche di coesione”
Analisi
La politica di coesione europea: motore della transizione digitale in Italia
Politiche UE
Il dibattito sul futuro della Politica di Coesione
Mobilità Sostenibile
L’impatto dei fondi di coesione sul territorio: un’esperienza di monitoraggio civico
Iniziative
Digital transformation, l’Emilia-Romagna rilancia sulle comunità tematiche
Politiche ue
Fondi Coesione 2021-27: la “capacitazione amministrativa” aiuta a spenderli bene
Finanziamenti
Da BEI e Banca Sella 200 milioni di euro per sostenere l’innovazione di PMI e Mid-cap italiane
Analisi
Politiche di coesione Ue, il bilancio: cosa ci dice la relazione 2024
Politiche UE
Innovazione locale con i fondi di coesione: progetti di successo in Italia
Programmazione europ
Fondi Europei: la spinta dietro ai Tecnopoli dell’Emilia-Romagna. L’esempio del Tecnopolo di Modena
Interventi
Riccardo Monaco e le politiche di coesione per il Sud
Iniziative
Implementare correttamente i costi standard, l'esperienza AdG
Finanziamenti
Decarbonizzazione, 4,8 miliardi di euro per progetti cleantech
Formazione
Le politiche di Coesione UE, un corso gratuito online per professionisti e giornalisti
Interviste
L’ecosistema della ricerca e dell’innovazione dell’Emilia-Romagna
Interviste
La ricerca e l'innovazione in Campania: l'ecosistema digitale
Iniziative
Settimana europea delle regioni e città: un passo avanti verso la coesione
Iniziative
Al via il progetto COINS
Eventi
Un nuovo sguardo sulla politica di coesione dell'UE
Iniziative
EuroPCom 2024: innovazione e strategia nella comunicazione pubblica europea
Iniziative
Parte la campagna di comunicazione COINS
Interviste
Marco De Giorgi (PCM): “Come comunicare le politiche di coesione”
Analisi
La politica di coesione europea: motore della transizione digitale in Italia
Politiche UE
Il dibattito sul futuro della Politica di Coesione
Mobilità Sostenibile
L’impatto dei fondi di coesione sul territorio: un’esperienza di monitoraggio civico
Iniziative
Digital transformation, l’Emilia-Romagna rilancia sulle comunità tematiche
Politiche ue
Fondi Coesione 2021-27: la “capacitazione amministrativa” aiuta a spenderli bene
Finanziamenti
Da BEI e Banca Sella 200 milioni di euro per sostenere l’innovazione di PMI e Mid-cap italiane
Analisi
Politiche di coesione Ue, il bilancio: cosa ci dice la relazione 2024
Politiche UE
Innovazione locale con i fondi di coesione: progetti di successo in Italia

Articoli correlati