La sfida strategica ora è far capire alle imprese italiane le opportunità derivanti dalla blockchain.
Questa tecnologia infatti ha potenzialità molto ampie e con impatti non solo nei settori bancari o finanziari, ma anche nei comparti industriali. Questa percezione è ancora poco diffusa ma si sta facendo strada grazie a momenti di approfondimento e discussione promossi da diverse realtà tra cui Assolombarda.
Assolombarda e blockchain
A fronte dello sviluppo di queste traiettorie tecnologiche, Assolombarda ha avviato una specifica linea di attività, con la costituzione di uno Steering Committee dedicato alla Blockchain e alle opportunità per le filiere industriali del territorio. L’obiettivo è permettere da un lato la costituzione di un ecosistema favorevole alla diffusione “intelligente” di questa opportunità tecnologica, dall’altro facilitare la realizzazione di concreti progetti aziendali di innovazione digitale basati sulla blockchain. Per questo ci stiamo confrontando con il Mise, anche attraverso il gruppo di esperti che il Ministero ha costituito a fine 2018 per definire la strategia italiana sulla blockchain, e con rappresentanti delle istituzioni della Commissione europea per gli aspetti di policy a supporto degli investimenti delle aziende su queste tecnologie.
Proprio recentemente, il 3 aprile scorso, la Commissione europea ha lanciato la International Association of trusted blockchain applications (Inatba), un’iniziativa che nasce per sviluppare un quadro di governance in grado di sbloccare il pieno potenziale di queste tecnologie.
Le norme italiane per la blockchain
Il fatto che le istituzioni stiano dimostrando sensibilità e attenzione verso queste tecnologie è un aspetto non scontato e riteniamo sia essenziale per impostare una politica industriale moderna e capace di guardare al futuro. Ad esempio, l’Italia con la conversione in legge del Decreto Semplificazioni (legge 11 febbraio 2019, n. 12 di conversione, con modificazioni, del decreto-legge 14 dicembre 2018, n. 135), ha stabilito il pieno valore legale della Blockchain e degli smart contracts, dotandosi di fatto di una normativa avanzata in questi ambiti. Si tratta di un passaggio importante, con cui il nostro Paese attribuisce certezza giuridica, ponendo di fatto le basi per incoraggiare l’utilizzo e quindi la diffusione di queste tecnologie.
Anche l’istituzione nella Legge di Bilancio 2019 di un Fondo presso il Ministero per lo Sviluppo Economico per interventi volti a favorire lo sviluppo delle tecnologie e delle applicazioni di blockchain, intelligenza artificiale e internet delle cose (con una dotazione di 15 milioni di euro per ciascuno degli anni 2019, 2020 e 2021) nell’ottica di accrescere la competitività e la produttività del sistema economico è un primo segnale nella giusta direzione, attendiamo ora i bandi attuativi. Tuttavia, i fondi stanziati sono ancora troppo esigui, ci aspettiamo davvero di più, vorremmo degli incentivi forti come avviene in altri stati.
Certamente, queste sono alcune delle tecnologie su cui può crescere anche il Piano nazionale Impresa 4.0: un piano che ha avuto un grande impatto sul sistema delle imprese e che è importante prosegua anche nei prossimi anni.
D’altra parte, le imprese del nostro territorio sono molto attente e sensibili verso queste evoluzioni tecnologiche consce del fatto che, a differenza che in passato, in questa fase storica è sempre più importante cogliere e sfruttare al meglio le opportunità offerte dalle tecnologie digitali “di punta” per distinguersi nel panorama competitivo.
Le principali utilità della blockchain per le aziende italiane
La blockchain può migliorare alcuni processi aziendali, ma soprattutto è in grado di abilitare nuovi modelli di business, con effetti in alcuni casi dirompenti. Pensiamo, ad esempio, alla gestione dei contratti, dei pagamenti, della tracciabilità: dove c’è un tema di fiducia, la blockchain può giocare un ruolo, rendendo possibili modalità innovative di gestione, che sinora non sarebbero state possibili.
Inoltre, ha un forte impatto anche nell’ambito della cyber security: se guardiamo alle tematiche legate alla sicurezza informatica, la blockchain può abilitare transazioni verificate e organizzate da una piattaforma decentralizzata e non supervisionata; inoltre, per sua stessa natura, la blockchain risponde ad un altro requisito fondamentale di sicurezza in quanto è per definizione una tecnologia “secure by design”: i blocchi che la compongono sono dotati di una firma crittografica ben specifica che ne garantisce la sicurezza e l’autenticità.
La Blockchain è, soprattutto, una tecnologia abilitante l’integrazione di filiera: non va pensata come una tecnologia da adottare internamente alla singola azienda, ma va impostata in un lavoro di team con gli altri attori della supply chain. Qui si esprime il suo vero valore aggiunto. Va tenuto presente che non esiste una blockchain migliore in senso assoluto, ma occorre valutare le scelte in base alle caratteristiche, alle esigenze e alle finalità che si vogliono perseguire. Per questo, la prima domanda da porsi nel momento in cui si inizia ad approcciare la blockchain è: qual è l’opportunità per me e per la mia filiera?
Ad esempio, il settore tessile si caratterizza per una forte frammentazione degli attori lungo la supply chain. In questo caso, prima ancora di parlare di tracciabilità, il primo obiettivo da perseguire è quello della trasparenza sui soggetti coinvolti nel ciclo di fornitura. Su questa prima mappatura, sarà poi possibile costruire un sistema di tracciabilità, in grado di collegare il Made in Italy del prodotto con quello delle materie prime. Un grande volano, quindi, per il marketing internazionale delle nostre imprese, da sempre impegnate a lottare sui mercati esteri in difesa della qualità e del valore dei loro prodotti.
Se pensiamo ai vantaggi per le imprese più piccole, oltre a costituire un potente strumento per il marketing internazionale del nostro Made in Italy, la blockchain presenta un’altra grande potenzialità: è in grado, infatti, di dare evidenza al contributo che anche le imprese più piccole offrono in termini di valore aggiunto lungo i vari passaggi della catena di fornitura. Succede, alle volte, che non sia così palese. In questo modo, la blockchain può contribuire ad attribuire potere negoziale alle PMI.
Tuttavia, le implementazioni ad oggi sono ancora poche, troppo poche. Come Assolombarda, intendiamo quindi contribuire affinché questo numero aumenti, attraverso progettualità aziendali di valore in grado di accrescere la competitività delle imprese del nostro territorio.