RETI

Banda ultra larga, la svolta che aspettiamo nel 2017

ndspensabile agire sulla copertura, e in tal senso il 2017 dovrà essere l’anno della svolta, nella speranza che gli interessi economici degli operatori e la burocrazia non mettano i bastoni tra le ruote allo sviluppo delle infrastrutture tanto attese. Fondamentale sarà anche lavorare sull’incentivazione della domanda

Pubblicato il 09 Gen 2017

Luca Gastaldi

Direttore dell'Osservatorio Agenda Digitale e dell’Osservatorio Digital Identity del Politecnico di Milano

Pietro Trabacchi

Osservatorio Agenda Digitale Politecnico di Milano

A poche settimane dall’inizio del nuovo anno ci rendiamo conto che il 2017 sarà un anno decisivo per la banda ultra larga in Italia, uno dei temi più caldi e rilevanti per l’Italia digitale. L’anno nuovo inizia alla grande: buone notizie per gli italiani, si è conclusa infatti la gara relativa al primo bando Infratel da 1,4 miliardi per la realizzazione della rete in fibra nelle aree a fallimento di mercato in Abruzzo, Molise, Emilia Romagna, Lombardia, Toscana e Veneto. Enel Open Fiber si aggiudica tutti i lotti, adesso bisognerà aspettare le verifiche sulla congruità dell’offerta prima di iniziare coi lavori. Rimane comunque lo spauracchio ricorsi: TIM infatti si era già appellata al TAR per chiedere l’annullamento della delibera Agcom alla base delle linee guida della prima gara. Il tribunale ha richiesto almeno un ulteriore mese per analizzare i fatti, ma ciò che più preoccupa è la possibilità di un accoglimento del ricorso che porterebbe all’annullamento della gara e a una dilatazione smisurata dei tempi che andrebbe a nuocere a cittadini e imprese, ritardando tutti i piani di digitalizzazione del Paese. Sarà necessario attendere di più per gli altri bandi: ancora in alto mare la messa a punto del terzo che interessa Calabria, Puglia e Sardegna.

In assenza di certezze vediamo quindi di fare il punto della situazione sullo stato delle infrastrutture disponibili nel nostro Paese e l’effettivo utilizzo.

L’Italia è tra gli ultimi Paesi in Europa per copertura di banda larga fissa: nel 2015 il 44% delle abitazioni è stata raggiunta da una rete ad almeno 30 Mbps e il 19% a 100 Mbps. Peggio di noi solo Grecia, per connessioni superiori a 30 Mbps, alla quale si aggiungono anche Polonia e Bulgaria per connessioni superiori a 100 Mbps.

La situazione a livello regionale è attualmente molto eterogenea: come mostrato in figura 1 con il 76% di abitazioni coperte a 30 Mbps, la Calabria svetta su tutte le Regioni italiane. La Valle d’Aosta è invece ultima, con circa l’1% delle proprie abitazioni raggiunte. Più in generale, le Regioni del Sud hanno ampia disponibilità di connettività a 30 Mbps, mentre Nord e Centro Italia sono in forte ritardo su tale fronte.

Considerazioni diverse vanno fatte per la banda larga a 100 Mbps (Figura 2). In tal caso solo Lombardia e Lazio superano la media nazionale delle abitazioni coperte a tale velocità. Più staccate sono Campania (14%), Liguria (14%), Emilia-Romagna (13%) e Piemonte (13%), mentre le restanti aree presentano una copertura inferiore al 10% delle abitazioni. Le Regioni che hanno registrato i maggiori incrementi durante il 2015 sono invece Campania, Calabria, Molise, Puglia e Basilicata, con aumenti tra il 2% e l’8% delle abitazioni.

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