La voglia di mettersi in proprio e aprire un negozio può essere frenata dal timore di una burocrazia immensa e di confusione rispetto alle norme e alle disposizioni da seguire (si pensi per esempio agli adempimenti relativi alle pratiche Inail online, Durc, fattura elettronica e scontrino elettronico). Per fare un po’ di chiarezza e aiutare i futuri esercenti a realizzare i propri progetti, ecco un vademecum con i principali passi da compiere per aprire un negozio e gli adempimenti da ottemperare non solo nei confronti del fisco, ma anche verso il Comune in cui si svolgerà il proprio business.
Come aprire un negozio, i quattro step fondamentali
Il Registro delle imprese spiega che gli step fondamentali per aprire una propria attività, sono:
- Chiedere la Partita IVA e il codice fiscale
- procedere all’iscrizione al Registro delle imprese e al REA
- provvedere agli adempimenti previsti per Inail
- …e anche a quelli dell’Inps.
Una volta costituita, l’attività può subito buttarsi nel business, oppure può attendere se sono necessari ulteriori adempimenti o se ci sono lavori o acquisti particolari da fare. In ogni caso, a livello concreto, il primo documento da preparare per aprire un’impresa è la Comunicazione Unica, che permette di adempiere a buona parte degli step sopra indicati.
La Comunicazione Unica per aprire un negozio
Dunque il documento fondamentale per aprire un negozio è senza dubbio la Comunicazione Unica. Questo atto permette di adempiere a numerose richieste con un unico gesto, cioè presentando un solo modello. Uno strumento pensato per evitare troppe carte e dunque alleggerire la burocrazia, per favorire l’avvio delle attività e non scoraggiare gli imprenditori.
La Comunicazione Unica permette di ottenere:
- partita IVA
- codice fiscale
- iscrizione al Registro delle imprese
- chiedere iscrivere all’Inps i lavoratori
- richiedere l’apertura della propria posizione all’Inail.
Come spiegato nelle Linee guida del Registro imprese, gli enti Inps, Inail, Camere di commercio e Agenzia delle entrate sono in rete attraverso lo stesso Registro delle imprese, che fungerà da canale digitale attraverso cui inviare i documenti.
Comunicazione Unica, compilarla con Registro imprese
Il portale del Registro delle imprese offre la possibilità di compilare la Comunicazione Unica attraverso un servizio internet gratuito, ComunicaStarweb. Lo strumento guida in modo automatico l’interessato passo per passo nella compilazione del documento, così da ridurre il rischio di sbagliare a inserire i dati. Il sistema è connesso i database delle Camere di commercio, perciò i dati lì presenti vengono inseriti in modo automatico.
Per accedere alla procedura web, è necessario in primis registrarsi al servizio Telemaco sul portale del Registro imprese tramite SPID o inserendo i propri dati anagrafici.
Compilata e inoltrata la Comunicazione Unica, verrà inviato in automatico alla propria PEC . dal Registro delle imprese la ricevuta. Sempre il Registro provvederà a inviare agli enti interessati la Comunicazione. Poi, entro un massimo di cinque giornate, arriverà una comunicazione dalla Camera di commercio del proprio territorio con la PEC della propria attività, in seguito entro una settimana Agenzia delle entrate, Inail e Inps faranno le loro comunicazioni all’interessato.
Partita IVA e inizio attività
L’attività ha bisogno obbligatoriamente di una partita IVA. La procedura è diversa per richiederla per persone fisiche o giuridiche.
Per ottemperare all’0bbligo, bisogna compilare la dichiarazione di inizio attività. L’Agenzia delle entrate prevede due modelli per le imprese e attività commerciali: l’AA7 e l’AA9, rispettivamente per “soggetti diversi dalle persone fisiche” e per “imprese individuali”. I soggetti tenuti all’iscrizione nel Registro imprese, faranno in automatico questo passaggio tramite la Comunicazione Unica (dal 1 aprile 2010 è la modalità obbligatoria). Tuttavia, i soggetti che non devono iscriversi al registro o al REA dovranno presentare il modello AA7 tramite il servizio telematico dell’Agenzia delle entrate, disponibile sul sito dell’ente (che dispone di svariati servizi telematici, tra cui l’app Agenzia delle entrate).
La SCIA, comunicare l’avvio dell’attività al Comune
Una volta provveduto ad adempiere agli obblighi col fisco, il Registro imprese, Inail e Inps, bisogna anche far presente al Comune in cui si intende svolgere l’attività che questa verrà avviata. Ecco dunque che bisogna presentare la SCIA – Segnalazione Certificata di Inizio Attività. Il documento è utile anche per trasferire la sede della propria impresa o ampliarla. Bisogna presentare la SCIA se la superficie in metri quadrati Per l’avvio, il trasferimento di sede o l’ampliamento di un’attività commerciale è necessaria la presentazione della Segnalazione Certificata di Inizio Attività al Comune, nel caso in cui la superficie dell’esercizio sia uguale o inferiore a:
- 150 metri quadrati nei Comuni con popolazione inferiore a 10.000 residenti;
- 250 metri quadrati per le attività nei Comuni con oltre 10.000 residenti.
Il modulo per presentare la SCIA è disponibile sui siti istituzionali dei Comuni e, una volta compilato, va inoltrato tramite SUAP – Sportello Unico Attività Produttive. Come spiegato sul portale Fare Impresa del Comune di Milano per esempio, la SCIA è indispensabile qualora si voglia aprire un’attività di commercio al dettaglio (quindi proprio aprire un negozio), ma anche avviare un agriturismo o un’altra attività ricettiva, somministrare bevande e alimenti, fare commercio all’ingrosso nel settore alimentare e avviare un impianto industriale, nonché per comunicare eventuali variazioni nella propria attività.
Compilare la SCIA non è difficile, ma richiede attenzione ai dettagli. Sarà necessario infatti inserire con precisione i propri dati anagrafici e anche i dati dell’impresa, in particolare la partita IVA e il numero dell’iscrizione al Registro delle imprese.
Bisogna anche specificare il settore della propria attività, in che posto si troverà fisicamente il negozio, anche se si dovranno seguire – in base alla tipologia di attività – particolari tabelle dei prodotti. Necessario poi chiarire anche quale impatto sull’ambiente avrà la propria attività e, per negozi e imprese che si occupano di vendite e abbiano una superficie totale della propria sede superiore a 900 metri quadrati, anche l’eventuale impatto acustico, da non sottovalutare in zone residenziali per esempio.
Infine non va dimenticata la tassa per la pubblicità su insegne cartelli e targhe che di solito un negozio ha.